domenica 11 febbraio 2018

LA SCOPERTA DELL'ACQUA CALDA

 Ho frequentato il Liceo Classico dal 1989 al 1994, mi sono diplomata dopo aver speso tutte le mie forze intellettive, sempre convinta di aver scelto la scuola giusta e fiera di aver superato tutte le prove, da sola.
 Durante il primo anno, il quarto ginnasio, ho affrontato una forte crisi che mi ha portato all'anoressia, poi trasformata in bulimia, da cui credo di non essere più completamente guarita; ho stretto grandi amicizie, ho conosciuto persone speciali, sono ancora legata con il cuore alle mie insegnanti, che certo non mi hanno mai regalato nulla.
 Sono approdata al Classico perché ero brava, una delle migliori, voto finale delle medie Ottimo, sembrava scontata la mia scelta, invece ho trovato un ambiente difficile, direi ostile in certi casi: dal paesello di provincia, figlia di operai, nipote di contadini, nessuno in famiglia che avesse varcato quella soglia, non avevo mai sentito nominare il Rocci, non avevo idea di quanti e quali professori mi attendessero, ero armata solo di buona intelligenza e tanta voglia di studiare, convinta che sarei diventata una scrittrice.
 Non mi si dica, ora nel 2018, che hanno scoperto che il Classico è una scuola classista, lo sanno tutti; una scuola creata e voluta per la classe dirigente, per distinguersi dagli altri, per i figli dei notabili, siano essi avvocati, dottori, insegnanti, industriali...
 All'inizio del quarto anno, già ho avuto modo di scriverlo, una professoressa è entrata in classe e ha fatto girare un foglio tra i banchi sul quale dovevamo scrivere la professione dei nostri genitori, pace; ho dimostrato con i fatti le mie capacità intellettuali fornite da mio padre e mia madre; nessuno in quella scuola mi ha mai rivolto: "Un saluto a tua madre", come invece ho sentito dire da un'insegnante a un alunno di un'altra classe, il bello che allora mi colpì la risposta di quel ragazzo: "Presenterò!" Non l'avevo mai sentita, umile io.
 Non dimenticherò certo la mia compagna Patrizia, costretta dal padre a rincorrere quel benedetto diploma classico, non ci riuscí neanche dopo sette anni: ha affrontato con noi la maturitá ma fu bocciata, ancora una volta, poi ho perso le sue tracce.
 Il Classico resta la migliore delle scuole per la formazione completa, per lo studio a trecentosessanta gradi, per la visione universale del sapere, per la valorizzazione delle nostre radici culturali, per l'approfondimento del pensiero, per lo sforzo che richiede e i risultati con cui premia.

 Il problema sono le persone con la puzza sotto al naso, che ti etichettano per la tua terra d'origine e la tua estrazione sociale; peggio per loro che non sanno chi e cosa si perdono; agli altri il piacere della scoperta e della meraviglia.

http://www.repubblica.it/scuola/2018/02/09/news/amato_senza_fiato_davanti_ai_siti_classisti_dei_licei_la_costituzione_vieta_discriminazioni-188450212/

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