sabato 10 novembre 2018

TRASFERTA SOFFERTA

 Nepi ci accoglie con uno splendido sole caldo, sono passate da poco le 14:00 e, come al solito, noi mamme tifose ci siamo ritagliate il giusto tempo di un caffè con passeggiata prima del fischio iniziale.
 I nostri giocano su un campo di zolle giallognole più o meno profonde, difficile che il pallone non vada per la sua strada piuttosto che per quella voluta dal calciatore, ma il gioco è anche questo, la difficoltà del campo avversario.
 Una partita non bella, sarebbe un eufemismo; direi proprio uno scontro ingarbugliato e confusionario sin da subito e non solo per la rete subita: il pareggio finale ci sta bene, ma per il resto è tutto da dimenticare, a cominciare dalle urla dei genitori/allenatori e degli amici tifosi sugli spalti, un tripudio in stereofonia di consigli, tattiche, parolacce, insulti più o meno velati e incoraggiamenti sia all'arbitro che agli avversari. Credo di non aver mai assistito a tanti falli in gioco, da ambo le parti certo, ma i bianchi cadono più spesso dei verdi, rantolando fino al fischio del direttore di gioco e i ragazzi, sempre più nervosi, sono richiamati all'ordine e al silenzio dalle panchine, ma con scarso successo.

 Scorrettezze bilaterali, perdite di tempo strategiche e il fischio finale arriva quando ancora il pallone è in gioco, quando sta per concludersi un'azione, forse risolutiva a favore degli ospitati: la furia dei locali si scatena e da lì una valanga, fino ad arrivare ad un cartellino rosso che poteva essere assolutamente evitato. Il brutto di tutta la storia però è constatare che i più agguerriti, parolai, affabulatori sono proprio gli adulti, coloro che devono portare la pace, incarnare il buon esempio di amicizia, sportività, gioco duro ma corretto o qualcosa del genere, se non sbaglio.
 Invece...
 Non è questo il calcio che voglio vedere, non credo che i ragazzi di quattordici anni sul pareggio lecito debbano uscire dal campo arroventati, no proprio no, meglio allora la partita al campetto del convento, qualcosa va cambiato.
 Il migliore in partita il bravissimo Samuele A. che riesce sempre a salvare le situazioni più difficili e una menzione speciale a quei ragazzi che rimangono in panchina per sessanta minuti su settanta di gioco: attendono il loro turno, si riscaldano durante la pausa e sostituiscono quando il risultato sembra ormai scontato, al loro posto non credo che sarei rimasta in squadra, partita dopo partita; questa forse la morale calcistica del fare gioco, essere gruppo, rispettare le decisioni, anche e più quelle che mortificano.






Nessun commento:

Posta un commento