martedì 20 novembre 2018

IL MIO PURGATORIO

 E passano veloci i mesi di scuola, finito anche il secondo mi sto abituando lentamente alla nuova realtà quotidiana, per scoprire ogni giorno che non è per niente facile abituarsi e che quando penso si aver capito il verso, allora cambia di nuovo tutto.
 Il lavoro non si discute: supplisco nel sostenere, non che abbia tutte le carte in regola, non che sia proprio completa, ma per quest'anno il Fato mi ha chiamato per un singolo e io credo che nulla capiti per caso, nulla arrivi senza motivo.
 Come ti trovi, cosa pensi, che credi, come la vivi, quali difficoltà, quali mansioni, che fai, lavori poco, non hai da correggere pacchi di compiti: queste le più comuni questioni che mi sono state poste, che ho udito o mi hanno suggerito.
 I docenti abilitati a cui spetta di diritto questo incarico sono i più formati, i più informati, i migliori e raffinati insegnanti dotati di alcune determinate capacità, che a quelli del posto comune non sono richieste, eppure nell'immaginario collettivo sono - come dire - snobbati.
 Pur non dovendo correggere i famosi pacchi di verifiche, tali figure soggiacciono a ben altri impegni, si muovono come su sabbie mobili e sono pronte ad assistere in ogni materia curricolare, non la sola propria amata scelta.
 Lato positivo, ti ritrovi a ripassare, ripetere, rivedere informazioni abbandonate nella notte dei tempi, posate in un lato remoto del cervello o, ancor meglio, a studiare tante novità, una sorta di aggiornamento o corso di primo livello di una disciplina mai affrontata.
 Ci sono incontri specifici, documenti specifici, termini specifici e, naturalmente, una realtà talmente particolare e unica che richiede parole dolci, un tatto diverso e una sensibilità fuori dall'ordinario; ti ritrovi spesso ad alti livelli di stress, pochi riscontri materiali immediati, lavoro di ore di preparazione che va in fumo, nozioni spiegate e apprese, che vengono dimenticate dalla memoria a breve durata.
 Nessuno può assicurare a chi sostiene di poter entrare in classe e avere la possibilità di svolgere tutto il lavoro programmato, la verifica scelta, il compito assegnato, no, perché se si tratta di una giornata no, di una di quelle storte e nere, beh! Si salvi chi può e chi vuole parli da sola, che il discente non ne ha voglia, ha altro a cui pensare, altro su cui concentrarsi.
 Non possiedo tutti i requisiti al punto giusto, spesso mi commuovo, qualche volta mi incarto, finisco la pazienza, mi arrabbio con me stessa e la mia situazione lavorativa, perché vorrei uscire di casa per sentire i versi a memoria di qualche sonetto, invece mi toccherà un saliscendi irrequieto. Pace, mi sto allestendo un enorme bagaglio, sono prove di vita, mi si induriscono le spalle, sviluppo tecniche di respirazione vicine ai monaci tibetani.
 Sto pensando di scriverci un libro.
 E tutto il resto è noia.

Nessun commento:

Posta un commento