mercoledì 28 novembre 2018

IL TUO SOGNO

 Ho un sogno, tutti ne abbiamo, anzi ho molti sogni, moltissimi.
 Ho superato i quarant'anni, vale lo stesso? A quale età si realizzano?
 Tolti di mezzo i desideri da madre di famiglia mater familias potrei annoverarne una ventina da concretizzare nell'immediato e altri a lungo termine.
 Qualche mia amica mi confessa di condividere la voglia di aprire una libreria, una di quelle in cui si legge, si parla, si gusta la merenda, si passa per un caffè: nel mio paesello non esiste neanche una cartolibreria in cui si possano ordinare i testi scolastici, figuriamoci quante possibilità si contano per qualcosa di simile. Abbiamo una biblioteca comunale che venero, reputo alla stregua di un tempio di Atene/Minerva, dea della Sapienza: qualche adolescente mi dice ancora di non averne mai posseduto la tessera gratuita, quante volte sarà allora entrato e avrà preso in prestito un libro? Certo, usa quella del fratello/sorella/cugino, ma il punto resta, non ha mai sentito la voglia di condividere in prima persona una lettura, di crearsi una propria classifica, una storia tutta sua di lettore.
 I sogni si covano da giovani, probabilmente sì, ma quando la vita ti impone una battuta d'arresto, un baratro, i tuoi se ne vanno giù, vengono inghiottiti dal buio e difficilmente risalgono; senza troppi rimpianti, che l'esistenza scivola via tanto in fretta per guardarsi indietro e rimpiangere.
 Vi assicuro che con uno stipendio le aspirazioni prendono più consistenza; quando hai un reddito altalenante, traballante o evanescente non ci sono dolori e passioni che tengano, prima le necessità, poi tutto il resto, almeno questo è quello che ho vissuto io, concreto.
 D'altronde è pur vero che non necessariamente i sogni devono essere enormi, impossibili, assoluti, però dal momento che dobbiamo immaginare un futuro, facciamolo in grande...
 Chi ha venduto tutto per investire da qualche altra parte in una nuova attività, chi ha abbandonato il posto fisso per l'incerto, chi ha optato per la famiglia al paesello lasciandosi alle spalle la città ricca e organizzata: avete realizzato quanto speravate, siete felici?
 Secondo me, si è felici già nel covare il desiderio, nel pensare al modo di coronarlo: vuoi mettere la soddisfazione di toccare con mano il tuo piccolo regno?
 Quando sarò famosa, quindi ricca, aprirò un'attività , fino ad allora mi dovrete sopportare negli incontri di lettura, valutando i miei articoli, incontrandomi in qualche negozio o al bar per la colazione o su circuito cittadino in una sezione di allenamento.
 Primo desiderio, a breve, indovinate?

2 commenti:

  1. Ma perché la fama è necessariamente legata alla ricchezza? Quel *quindi" non lo trovo tanto calzante!!!

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  2. Spero di diventare famosa scrittrice o altro e quindi - come secondo passaggio - ricca perché altrimenti non avrò abbastanza soldi da investire. Solo la fama purtroppo non mi assicura sufficiente denaro, di ricchezza non ne vedo neanche l'ombra, adesso. Una vitaccia insomma...

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