mercoledì 21 novembre 2018

QUANDO IL DIRITTO ALLO STUDIO

 Non volevo scrivere nulla a riguardo, ma poi non ho resistito, quando si tratta di scuola, di istituzione scolastica, di studio non mi trattengo.
 Ieri in palestra a celebrare la giornata dei diritti dei bambini, oggi a casa e per quindici lunghi giorni: scuola dell'infanzia del paesello inagibile, pannelli che si imbibiscono, nessun pericolo imminente, ma...
 Parliamoci chiaro, non sento ragioni quando si tratta di imparare e tenere i bambini a scuola: il loro sacrosanto diritto allo studio non si tocca. Ad appena due mesi dall'inizio delle lezioni, ad uno dall'uso della mensa, dopo l'allerta di ogni colore dell'arcobaleno a cavallo del ponte dei Santi, nel duemiladiciotto quando si progettano viaggi studio europei, noi non riusciamo a far frequentare ai nostri pulcini la scuola nel quartiere più nuovo del paesello?
 Non nel centro storico diroccato, in salita, stretto, no, stiamo parlando di quello all'avanguardia...
 Ma in tutto, questi bimbi quanto sono stati effettivamente a scuola, seduti a lavorare, a formare il gruppo classe, a colorare, ritagliare, schematizzare, cantare, ascoltare, coccolare... Ma stiamo scherzando? E per quando riapre la scuola a due giorni dalla festività del Santo Patrono e della Madonna? Che sembra sempre una parolaccia, ma si tratta dell'Immacolata, scusate.
 Non accetto che si privino i nostri bimbi e, badate bene, i miei sono "grandi", non frequentano più quella struttura evidentemente inadeguata, che in lunghi mesi estivi deve essere messa a norma, deve essere pronta per settembre per accogliere in ogni condizione meteo gli scolari e le insegnanti.
 Si conoscono i nomi di chi ha progettato, realizzato, eseguito chenesoio tutto?
 Ma come, io in qualità di insegnante devo giustificarmi se offendo, intimidisco, esaspero... uno studente e magari prendermi anche una coltellata, possibilmente senza reagire e tutti questi scienziati dell'edilizia non compiono bene il loro dovere e impediscono le lezioni, il lavoro degli altri, privando i nati dal 2013 in giù della loro sede scolastica?
 Lavorate di notte, trovate altra sede, organizzate turni, aprite sedi chiuse o spremetevi le meningi, ma i bambini devono stare a scuola.
 E i disagi per tutte le famiglie, ne vogliamo parlare?

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