sabato 24 novembre 2018

HO CONOSCIUTO TRE FATINE

 Non capita certo tutti i giorni di essere contattata da persone speciali che ti parlano dei loro progetti, ne sono onorata: tre donne, di un gruppo nutrito di amici che hanno grandi idee, che desiderano rendere gli altri partecipi del bene che hanno intenzione di compiere.
 Il progetto parte da lontano, parte anche dal dolore immenso di alcune famiglie private del bene più prezioso e prende forma sempre più concreta, sempre più consistente per trasformarsi in un'associazione, una ONLUS.
 Il gruppo, capitanato da Francesca Romana, conta una quindicina di partecipanti, di età, occupazione, origini differenti eppure uniti, forti nell'affrontare tutte le pratiche burocratiche, i piccoli ostacoli e i primi passi nel mondo delle associazioni.
 Vogliono aiutare, portare un contributo concreto a chi vive nella sofferenza, a chi ha bisogno di cure, ai piccoli come alle famiglie, ai genitori divisi tra la vita quotidiana, l'ospedale, le cure e chi li aspetta a casa, al nucleo familiare che attende a casa le buone notizie, sussultando ad ogni squillo di telefono.
 A Soriano negli anni scorsi alcune di queste persone sono riuscite a sensibilizzare la popolazione per la raccolta di denaro finalizzata all'acquisto di beni consegnati direttamente all'Ospedale Bambino Gesù di Roma, con l'aiuto dei genitori dei bimbi ricoverati; ma ora hanno preso coraggio, hanno deciso di continuare in grande, di diventare più incisivi e presenti sul territorio, per arrivare a quanti più bisogni possibile, perché nei vari reparti dei nosocomi, degli ambulatori, delle strutture convenzionate c'è tanto da sostenere.
 Hanno meravigliosi programmi, grandi propositi, forti motivazioni e sono decise, queste persone, a sensibilizzare noi tutti: certo chi vive in prima persona difficili realtà sarà più ricettivo, più toccato dal movimento e dai programmi, ma l'idea principale sta nella collaborazione e nell'informazione diretta con le famiglie, i pediatri, la scuola.
 Mi hanno colpito tanti particolari, ma sicuramente i sorrisi di queste donne non lasciano indifferenti: hanno lottato e combattuto a lungo, ma i loro occhi sprigionano una forza che non trovi in altri volti, non senti da altre labbra, non esce da altri cuori.
 Impariamo a non fermarci, a non accontentarci, stendiamo la mano e rialziamo chi sta in ginocchio: grazie a Francesca, Francesca Romana e a Rosangela per avermi resa partecipe di grandi cose.

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