Ammiro chi si presenta sempre sicuro di sé, chi sente di aver fatto la scelta giusta in ogni occasione, chi sa risolvere ogni questione nel migliore dei modi, perché non perde la calma, perché ha la situazione in pugno, perché è un leader che tutti gli altri seguono, mansueti, proni e riverenti.
Da quando sono una madre di famiglia mille dubbi mi assillano, pensieri e preoccupazioni: un conto è ragionare e decidere per sé stessi subendo le conseguenze in prima e unica persona, un conto è pianificare per tutti gli altri, quando gli altri sono le tue creature "indifese".
I miei genitori, ne sono sicura, avevano molti meno dubbi di me, tiravano dritti per la loro strada educativa, senza tanti patemi d'animo, incertezze e sensi di colpa: mia madre sostiene che la colpa sta nel benessere attuale, o presunto tale, insomma nella vita agiata e confortevole di oggi, impensabile fino a trenta anni fa.
Oggi effettivamente tutto il superfluo è diventato indispensabile, non riusciamo a fare a meno di nulla: sono beni di consumo che condizionano la nostra vita, praticamente sin dalla nascita siamo bombardati per la scelta di accessori, aggeggi, mezzi di comunicazione che cambiano e vengono sostituiti troppo in fretta, rispetto alla lunghezza e consistenza dello stipendio.
E se non ti adegui sei fuori, escluso, obsoleto, emarginato e quindi solo: giusto o non giusto che sia in termini assoluti, non si può mantenere il punto dell'indifferenza, della resistenza e diversità dalla massa, o almeno lo fai a tuo rischio e pericolo.
E allora le tue idee vacillano, i tuoi ideali soffrono e la tua certezza va a nascondersi dietro al pannello della normalità.
Cadono muri, crollano ideali politici, figuriamoci cosa può succedere ad una come me.
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