mercoledì 17 novembre 2021

E VOLANO VIA

 Questa mattina, in silenzio e quasi senza disturbare, se ne è andata una delle sorelle di mia madre, non più giovane certo, ma comunque all'improvviso, lasciandoci così con l'amaro in bocca e tante domande sul come. 
 La famiglia, grande e sparpagliata tra Viterbo e Roma, si è velocemente riunita, a casa della zia per una visita, una preghiera, un saluto, un pacca sulla spalla.
 Non ci vediamo spesso, anzi, ognuno con i propri problemi e le preoccupazioni, i cari ormai anziani da proteggere e coccolare.
 Proprio quello che più mi ha colpito: rivedere gli zii insieme, canuti, lenti nei movimenti, appesantiti dagli anni dagli acciacchi dalla mascherina che si salutano alla maniera loro, senza tante smancerie. 
 Eppure un tempo erano ben agguerriti con il mazzo delle carte e le bestemmie da contorno anche per le Feste comandate, serviti dalle mogli, come volevano i tempi.
 Corre il tempo, impietoso: mi mettevano soggezione, autoritari com'erano e burberi, così. 
Poi maturiamo, diventiamo adulti noi e anziani loro e la Famiglia si ritrova attorno ad un tavolo a soppesare quanti colpi ci ha inferto la Dea bendata e quanti la Nera.
 Buon viaggio zia, salutami il mio babbo.

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