Il martedì ho la prima ora in 3, una sola.
L'ingresso dei ragazzi, scaglionato per ragioni varie, crea sempre un po' di allegra confusione, qualcuno non ha attivato ancora tutti i neuroni e per non appesantire la situazione della concentrazione la divisione dell'orario interno prevede di affrontare la grammatica, la santa e incorruttibile grammatica di nostra madre lingua.
Bene, ma certo non benissimo.
Così oggi sono entrata diabolica con un testo da analizzare, ma solo dopo averlo cantato. Intanto i ragazzi classe 2008 neanche conoscevano il gruppo, di primo acchito e lì già mi sono venute le paturnie.
Comunque, canta e leggi, sottolinea e ascolta, abbiamo analizzato insieme il periodare ipotetico del testo, infarcito di congiuntivi e condizionali in cerca di salvezza.
Ipotesi, finali, implicite.
Non che abbia affrontato il compito a cuor leggero, perché davanti a me ho sempre l'immagine della mia professoressa delle medie, compassata e integerrima, una maschera di serietà quasi divina vestale delle sacre regole.
Poi le mille elucubrazioni se sia lecito, ammissibile, onesto affrontare i principi grammaticali con tanta leggerezza, spigliatezza...
Infine constatare che i tuoi ragazzi cantano meglio di come scrivono.
E ho detto tutto.
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