Così abbiamo intitolato l'attività svolta in compresenza, con l'aiuto fondamentale di colleghi pazienti, il tutor, la neofita, i docenti di musica inglese e sostegno: Ratano, Troncarelli, Bannella, Creta e Pianura, grazie.
Quelli di terza, quelli grandi che studiano argomenti profondi da capire e interpretare, niente di meglio che parole in musica universale che attraversa l'Oceano e i decenni.
Da Lennon a Guccini, dal Soldato innamorato a Piero sepolto sotto i papaveri: quanti idee sono passate sotto i ponti umani e umanitari, quando i nonni di questi giovani indossavano le scarpe a zeppa e i pantaloni a zampa di elefante.
Un mondo nuovo, possibile, senza guerra e odio, quando si cerca se stessi negli altri: analisi dei contenuti, oltre che testuale, la strofa e la rima baciata, un aggettivo desueto e l'emozione esagerata.
Con pochi mezzi tecnologici, ma tanta buona volontà, un ritmo a cui è difficile resistere per raggiungere gli obiettivi, tagliare i traguardi e testare le competenze, su conoscenze pregresse.
Ci siamo divertiti, non lo nego: ma se non fossimo i primi noi a innamorarci di ciò che insegniamo ai ragazzi, come potrebbero loro scoprire il bello della scuola?
Non tutto è facile, specie la parte finale di verifica che inevitabilmente ritorna: con il voto, senza, con un giudizio, una sufficienza strappata? Quando, in questo caso, ad essere sotto "giudizio " è la docente.
"Ragazzi, che dite sarò promossa?"
"Be' sì, professore', dai."
Con non troppo entusiasmo, però dovrei andare bene come insegnante, secondo il loro giudizio.
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