Tricche e ballacchere siamo giunti all'ultimo mese di lezione, ULTIMO! Roba da non crederci, quando lo vivi giorno per giorno sembra eterno ed immortale, poi arriva Pasqua e tutto precipita.
Settimana di Consigli di classe, ancora un'uscita didattica e il RE è pronto, o quasi. Ah, mi hanno contattata dalla primaria anche per un paio di interventi per il Maggio dei libri, non vedo l'ora, mi sento a casa e coccolata alla Manzi di Civita Castellana.
Questo pomeriggio ho sistemato il mio archivio personale di materiale didattico, dieci anni di vita scolastica a questa parte, ed ho scovato progetti vari interdisciplinari di lettere e musica, alcuni testi rimaneggiati e pure quelle canzoni grammaticali che tanto mi piacciono. Ecco allora, quest'anno non ho cantato, incredibile a dirsi: venendo meno alla vena canterina ereditata falla mia Maestra, non ho proposto nessuna lezione alternativa alle mie classi, perché?
Perché ho due seconde e una prima impegnative; perché ho "poche" ore di lezione che devo fare fruttare al massimo, a capoccia bassa dicesi; perché certe trovate vanno bene per la terza; perché l'animo non è ben disposto, perché non tira la giusta aria forse...
Il lavoro non è solo quello che risulta da contratto, non basta una griglia di nomi e numeri, non si vive di solo pane, non siamo monadi dislocate nell'universo.
Aria, serve aria.
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