sabato 4 giugno 2016

QUANT'E' BELLO IL MIO PAESELLO, PERO'...

 Capita, a volte, di incontrare gente "strana" che riesce a chiederti perché hai parcheggiato così lontano da casa tua e da quella di tua madre: ma che caspiterina mi stai dicendo? Intanto parcheggio dove voglio, poi se avessi dovuto lasciare il bolide vicino casa, sarei uscita a piedi, o no?

 Non ti salutano, perché evidentemente sono superiori moralmente o psicologicamente o entrambe le opzioni, poi ti incontrano ad una riunione, capiscono che sei una di loro - o forse più alta in grado - e da quel giorno si sbracciano, ti chiamano anche dall'altra parte della strada per segnalarti la loro presenza.

 Si lamentano che i palazzi storici cadano a pezzi, che nessuno si curi delle bellezze architettoniche che fecero grande il nome dell'abitato, poi si inaugura, ci si incontra, si discute all'interno di antiche e gloriose stanze e non partecipano che i soliti volti noti, i soliti amici e affezionati associati, allora? Dove sono finite tutte le Sirene di Ulisse?

 Ti fai in quattro per raccontare quel che avviene alle pendici del Monte, partecipi ad ogni avvenimento e lo immortali con tanto di foto, anche d'autore, poi arriva l'ultima delle comari, poco incline alla vita pubblica, e si lamenta della monotonia della vita paesana, della solita minestra riscaldata, della poca vivacità, ma quando c'era da mettersi in gioco sotto la protezione del Santo Patrono, dove stavi?

 Ti propongono delle soluzioni, per alleviare gli sforzi e distribuire meglio il lavoro, però non ti danno la loro disponibilità, il rimedio ci sarebbe ma per realizzarlo meglio chiedere ad altri.



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