martedì 14 giugno 2016

COSA SI INSEGNA?

 Voi credete alle coincidenze?
 Qualche giorno fa sono andata al funerale di una maestra e alla fine della messa ha preso la parola un'ex alunna, anch'essa oggi insegnante, che in un piccolo discorso ha affermato che si insegna e si può insegnare solo quel che si è (ciao maestra M. Clara!).
 Intanto questa frase mi è rimasta ben stampata in mente, poi l'ho immediatamente associata a quel che stavo leggendo, "Il gabbiano J. Liningston" di R. Bach; classico della letteratura per ragazzi, mai letto, precoce io - meglio tardi che mai!
 Tale libro per me è stata una rivelazione, non la prima e neanche l'ultima spero, che ho fatto mia e di cui vorrei commentare qualche frase.
 "Da mille anni ci arrabattiamo in cerca di teste di pesce, ma ora abbiamo una ragione per vivere...imparare, scoprire, essere liberi! Datemi una sola possibilità, lasciate che vi mostri ciò che ho scoperto..." Che dire? La conoscenza ci rende liberi, al di sopra della lotta quotidiana per la sopravvivenza, non basta mangiare la vita è ben altro. Già, ma a che prezzo?
 "Non si ama l'odio e la malvagità, ovvio. Bisogna esercitarsi a distinguere il vero gabbiano, il buono in ciascuno di loro, e aiutarli a trovarlo in se stessi. E' questo che intendo quando parlo di amore. E' divertente, quando ci si arriva." Beh, altro che buon Samaritano!

"Non si insegna quel che si sa o quel che si crede di sapere: si insegna e si può insegnare solo quello che si è":
J. L. Jaurès

 Tutto ciò considerato, passo alla lettura di uno dei libri che mi ha donato la meravigliosa bibliotecaria, tanto per rimanere in tema di miglioramento e perfezione: vedo una strada molto lunga e difficoltosa davanti a me...


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