Buona la prima per la mostra degli artisti del Nostro Tempo appena inaugurata.
Si parla del maestro Nagni, della sua spiritualità, delle sue opere sacre e del suo legame con l'epoca fascista; è l'artefice del Monumento al Milite del mio paesello, ma i suoi capolavori sono arrivati fino in Brasile e il Museo conserva molti dei suoi bozzetti in gesso: doveroso omaggio.
Si sono alternate al microfono alcune importanti figure legate in qualche modo al Museo e agli artisti che espongono, azzeccato il contesto degli ambienti, le opere scultoree di Fondi mischiate al lapidarium e i componenti dei computer rivitalizzati e trasformati in opere d'arte, naturalmente musealizzate di Monizzi.
Quattro artisti insieme per il pubblico, ma dal lavoro autonomo e distante, quattro diversi modi di operare e interpretare la realtà tutta, dal gatto che caccia il topo al Cristo crocefisso, dalla tastiera di un vecchio computer allo spazio geometrico; ancora una volta incontrano la società, la stigmatizzano, la definiscono in forme, colori e materiali diversi, più o meno preziosi, ognuno dal proprio punto di vista, aperti al giudizio degli altri.
Allego alcune foto dell'evento, perdonate la scarsa qualità.
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