Questo 2017 ha deciso di portarsi via tanti volti giovani del paesello mio, fino all'ultimo giorno, così la nostra comunità si stringe intorno ad un'altra famiglia segnata da un lutto terribile. Senza trovare parole giuste, senza tante espressioni inutili: una giovane donna da oggi dovrà accudire, crescere, educare e amare tre splendide creature senza l'aiuto e il supporto dell'uomo con cui le ha volute e che tanto amava. E la mia fede si perde, si perde alla ricerca di motivazioni umane, che non esistono; riaffiorano ricordi, si riaprono ferite mai sanate: il dolore non si spegne, la perdita del padre non si accetta mai, anzi in certi momenti si impreca contro un destino tristo e subíto; il padre è amore assoluto, protezione, difesa, riparo, sicurezza.
Questa famiglia ha sopportato una lunga sofferenza, una giovane vita - si dice - spezzata da una malattia incurabile, straziante, che indebolisce, che sfibra e consuma le forze e la volontà di reagire.
Si cerca un qualche valido perché e non si trova: sia la croce che spetta ad ogni uomo, sia il cammino di vita che è concesso ad ognuno di noi, sia la vita terrena solo un passaggio per l'eternità, non saprei. Il mio pensiero va ai figli che continueranno a cercare il padre in ogni momento importante della loro vita, ad ogni festa comandata, la mattina al risveglio come la sera per il bacio della buona notte; mancherà la quotidianità, mancherà l'equilibrio che ogni nucleo stabilisce strada facendo giorno dopo giorno dal primo sì per tutta la vita, finché non ci separi...
Sentivo solitudini l´ulivo del Getsemani
e accendersi le voci dentro la città
le croci che non porterò oggi un dio non ho.
Madonna per la via non andar via che mi perderò...
oggi un dio non ho
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