Quella famosa notte del 10 novembre 1628, resa in modo magnifico dal Manzoni, capitolo 8 de "I promessi sposi"; oppure, come canta Zarrillo "è la notte dei pensieri e degli amori..."; insomma è la notte dell'attesa del nome, stiamo aspettando i risultati delle votazioni amministrative, che ansia!
Sono andata alle urne questa mattina, dopo la messa delle 10, prima la cura dello Spirito, poi la cura del senso civico e infine la cura corporale o fisica che dir si voglia, a pranzo dai nonni, che è meglio.
Finalmente siamo arrivati alla fine della campagna elettorale, dei comizi, delle promesse e dei falsi sorrisi: certa gente che non ti ha mai salutato come si permette di rivolgerti la parola sotto elezioni? Ho ammirato invece chi è rimasto coerente con il suo atteggiamento distaccato e selezionato, non ti filo ora come non ti ho mai filato, tanto so per chi voti...! Anche questo, atteggiamento sbagliato: conquistare con la simpatia un papabile elettore è il primo fondamentale passo verso la notorietà!
Atteggiamento vario ed eventuale, come nel più tradizionale ordine del giorno di una riunione condominiale.
Questa mattina, dicevo, sono andata ai seggi non pensando ci sarebbe stata tanta folla di liste, di aspiranti, di giunta e invece sono passata tra due ali di folla, come una vera modella, scrutata, osservata; vergognosa io, non ho salutato nessuno per non lasciar trasparire preferenze fuoricampo, ho votato fulminea - senza tralasciare qualche chiacchiera con le mie amiche - per uscire inosservata, di soppiatto. Speravo in un'intervista televisiva, magari per il lancio di una carriera come opinionista, invece niente...
Chissà con quale suono si annuncerà il nome, campana o sirena?
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