sabato 11 giugno 2016

QUANDO LE DONNE SCRIVEVANO POESIE

 Il titolo naturalmente è provocatorio. Le donne letterate di oggi non possono che sentirsi spronate ad emulare questa progenitrice culturale.
 Si tratta di ragionare di una poetessa del mio paesello che ha avuto le capacità di raggiungere il secondo posto del premio letterario "Lupo da Gubbio" nel lontano 1963, si chiamava Maria Pennazzi Ranucci.
 Alla presentazione del libro sul dialetto Nun se pozzi ji' dicenno di A. Clementi, ne ha parlato il magnifico saggio Valentino D'Arcangeli, che ha letto un componimento in particolare, quello sui caduti della guerra, contenuto nella raccolta Pagine azzurre, semplicemente commovente.
 Commosso Valentino che parlava e commosso il pubblico al pensiero della morte di giovani paesani, per non dimenticare, per non sottovalutare il sacrificio di vite umane, per sensibilizzare i compaesani sulla questione della lapide del Monumento ai Caduti, vicino al suo novantesimo compleanno.
 Non si tratta di posizioni politiche, di scaramucce o frecciatine, si tratta di dare un segno vero e tangibile, come si dice, alle nuove generazioni a testimonianza dell'orrore che fu e che non deve ripetersi.
 Quando la storia insegna, tocca solo a noi raccoglierne l'eredità.


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