É così la madre di tutte le veglie, l'attesa più importante, il momento culmine dell'anno liturgico: in duomo, mensa centrale e banchi disposti a semicerchio, davanti all'altare i seggi dei sacerdoti e dei ministri.
Mi piace, partecipo da tanti anni ormai a questo appuntamento; ai tempi universitari, quando mi pagavo gli studi, ero una delle signorine addette ai piccoli della parrocchia da intrattenere, poi sono cresciuta e sono rimasta tra gli oranti.
Trovo difficoltà a raccontarvi la veglia pasquale, che é animata dai fratelli del Cammino neocatecumenale: si alternano letture a canti, inni e preghiere; i cantori sono alla mia destra, tanti con le chitarre, i cembali e altri strumenti che accompagnano e arricchiscono il ritmo della Parola.
Coinvolgente, ecco, la liturgia coinvolge e commuove già a partire dal buio iniziale diradato dalla luce delle candele che si espande dal cero pasquale, poi un susseguirsi di brividi.
Le parole dei presenti che presentano e spiegano le Scritture sono semplici, diritte al cuore: ognuno porta il proprio esempio, il proprio sentire, l'esperienza della propria storia e della famiglia, Cristo nostra Pasqua é presente ogni giorno, ogni momento nella vita del Cristiano.
Si battezza il piccolo Andrea, paffuto, morbido e roseo, unico protagonista della serata, coccolato da tutti, somma tenerezza; poi la comunione e tanti canti a incorniciare la gioia della Risurrezione, della sconfitta della morte.
E infine i saluti, stretti, baciati, rumorosi, confusionari, piacevoli e importanti.
Per chi crede, per chi spera, per chi cerca un conforto superiore questa é la notte in cui Cristo ha distrutto la morte...
Per me il modo di chiedere aiuto nelle difficoltà quotidiane, quando vengo sopraffatta da preoccupazioni, pensieri, paura di non farcela, impegni e doveri familiari e mi sento inadeguata, inesperta e smarrita.
https://www.youtube.com/watch?v=_tm29zSFvhE
http://www.lachiesa.it/calendario/Detailed/20080322.shtml
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