giovedì 8 ottobre 2015

Questa sera in scena Boccaccio, o quasi...

 Chiostro del Municipio, il tempo brutto non perdura e la serata si accende di luci e suoni dialettali. Posti a sedere tutti occupati, palco rialzato e parte della scenografia dipinta, rustica, semplice, essenziale ma azzeccata.
 Difficile trovare pecche a questo spettacolo di teatro amatoriale, iniziato con poco ritardo, tutto d'un fiato, senza interruzioni o pause vistose: anche il cambio scena è passato quasi inosservato accompagnato dalle note di Battiato, bene, molto bene nei suoi ottanta minuti circa di marcia. Battute spiritose, una serie di imprecazioni che si usano assai al paesello, i vizi degli uomini lì davanti a noi: donne pettegole, sfaccendati burloni, profittatori, uomini assennati ma sempliciotti, moglie allegra, esattore equivoco e aiutante compiacente, oste calcolatore, non si salva nessuno...
 Il canovaccio su cui si basa la storia parte da Boccaccio, dalla novella Calandrino e l'elitropia: due amici si prendono gioco di un terzo mammalucco facendogli credere che esiste la pietra che dona l'invisibilità, il tutto però ambientato nel nostro paesello ai tempi di papa Niccolò.
 La forza della nostra rappresentazione sta negli attori già per natura simpatici: con quella meravigliosa calata dialettale, che sentiamo spesso dagli anziani, strappano facilmente la risata e poi la mimica del corpo, certo gioca molto a favore.
 Pochi errori solo nell'attacco di qualche scena/battuta - accensione luci, ma questione di inezia.
 Nessun biglietto d'ingresso, solo un cesto per la raccolta delle offerte all'entrata, non si può chiedere di più.
 Ho rubato le foto dal profilo FB della mia amica Paola.








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