domenica 10 luglio 2016

CHIA, LA FRAZIONE CHE MUORE

 Per carità, non prendete il titolo per un malaugurio, si tratta però di una constatazione "amichevole", in notturna, giro nel centro più centro abbandonato, polveroso e cantiere aperto, senza  fine che mai. Siamo andati per assistere ad uno spettacolo in un mini teatro, una chicca che non avevamo mai visitato, peccato il caldo insopportabile.
 Sedili di legno da raggiungere con arrampicata, pochissimi, siamo al completo e alla fine si lascia un'offerta libera nel grande barattolo di latta.
Si va in scena con l'Amleto: tutti i personaggi dialogano con le battute delle altre tragedie, è come una sfida, raccolta e superata dagli attori del CUT di Viterbo.
 Bene, il tutto inscenato per poco più di un'ora e poi fuori dal locale a respirare un po' di fresco.
 Naturalmente tra il pubblico, nessun volto di quanti si lamentano dell'apatia paesana; non che abbiano partecipato alla proiezione gratuita del film in biblioteca venerdì pomeriggio o sabato in Sala Consiliare per ascoltare archeologiche teorie scavate. Si lamentano sui social e basta, poi alle conferenze, alle inaugurazioni, agli spettacoli
siamo solo noi 
che non vi stiamo neanche più ad ascoltare
siamo solo noi 
quelli che non hanno più rispetto per niente 
neanche per la gente 
siamo solo noi 
quelli che ormai non credono più a niente 













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