martedì 19 luglio 2016

“Siamo fatti della stessa sostanza dei sogni”

 Una delle citazioni che preferisco, anche se non appartenente alla letteratura italiana, tratta dalla Tempesta dell'immenso Shakespeare.

 Stavo pensando proprio a quanto sia importante per me comunicare attraverso questo blog, piccolo e insignificante, grazie al quale però raggiungo anche settecento persone ad articolo, è il mio sogno, è la forza che mi fa rimanere alzata fino a tardi a pensare, ragionare, scrivere e commentare; sempre alla ricerca di idee nuove, spunti ed anche consensi. Il mio piccolo sogno di grandezza, che in termini assoluti non mi vede molto distante dai più eccelsi, famosi e blasonati scrittori, in termini relativi certo c'è un conto in banca, una notorietà, un'intelligenza imprenditoriale totalmente altri e stratosferici. Però se mi fermano per strada e si complimentano, se mi scrivono messaggi di forte apprezzamento, sono tanto ugualmente soddisfatta, per non dire di quando mi condividono - li ringrazio - e rispondono!

 Ugualmente in termini assoluti non vedo alcuna differenza tra uno chef iperindaffarato nei suoi ristoranti sparsi per il mondo e una nonna che prepara il pranzo quotidiano per i suoi nipoti o una mamma alle prese con il menù delle feste. Mancano gli ingredienti sofisticati, i profumi d'oltremare forse, ma sfido chiunque ad affermare che il risultato per i palati piccolo-familiari sia inferiore alle aspettative o che i commensali del Natale si alzino insoddisfatti da tavola.

 Così un artista che espone le sue idee, anche controcorrente anche contro il parere della massa; così un'insegnante che inculca negli alunni uno o più metodi di studio, di discernimento, di sintesi, di critica, insomma di ragionamento logico; o una commessa che riesce non solo ad accontentare il cliente, ma a convincerlo a ritornare ogni volta e a renderlo abituale.

 Se noi tutti fossimo soddisfatti delle nostre qualità personali, proprie, assolute, avremmo più sorrisi da ricambiare che spalle da offrire per quella patetica e distruttiva autocommiserazione che caratterizza questi tempi bui.

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