giovedì 7 luglio 2016

DIDATTICA INCLUSIVA


Stavo studiando con un'alunna di seconda media, quando mi sono imbattuta in questa interessante pagina del libro di storia: si chiama didattica inclusiva, l'insegnamento rivolto a scolari stranieri, in difficoltà con l'italiano, con l'utilizzo di altri "strumenti", in questo caso linguistici. Si tratta di un vocabolarietto, a fine capitolo, con le parole chiave, i concetti più particolari e interessanti tradotti in lingue diffuse ormai nel nostro Paese e quindi nelle aule.
 Ai miei tempi iniziali scolastici neanche era supposto un cambiamento del genere, una tale modifica di provenienza, questo ritrovare tante lingue, tante religioni e diversi modi di vivere in un gruppo-classe. E' una sfida continua per le insegnanti e per i compagni stessi che devono capire, accettare e accogliere "il diverso", questione di poco tempo perché tra coetanei i legami si stringono facilmente senza tanti presupposti, limiti o pregiudizi.
 Però quel che mi ha colpito è l'assenza della lingua inglese: avrei tanto gradito un completamento per i nostri ragazzi, che a mio modestissimo parere, devono imparare sin da piccolissimi bene questa lingua.
 L'italiano non si tocca, naturalmente, la conoscenza della nostra lingua madre deve essere ottima, ma in contemporanea sono assolutamente favorevole al bilinguismo - anche scolastico - per non trovarsi in difficoltà rispetto ai coetanei europei, molto più avanti rispetto a noi altri.

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