lunedì 5 dicembre 2016

ALLE URNE

Piccole, insignificanti considerazioni all'indomani del voto referendario, nessuna polemica o accusa politica, non ne sono capace, lo sapete, sono massimamente ignorante di manovre, inciuci e patti vari.

 Dunque mi maltrattano la lingua latina affibbiando ad ogni nuova legge elettorale un nomignolo che termini in -um, desinenza che indica il genere neutro: Porcellum, Italicum... e questo già non mi sta bene.
 Ma il voto non è segreto? Una verità che rimane tra l'avente diritto e il Padreterno che tutto vede, anche all'interno della cabina, perché dunque intasare i social di dichiarazioni di voto, foto di schede, intrallazzi vari, imbrogli e Azzeccagarbugli?
 Poi si lamentano di continuo del governo non legittimato dalle urne, falsità plateale, ma così si continua a rumoreggiare e quando il capo cade con un sorriso beffardo sulle labbra tutti sono pronti a raccoglierne l'eredità inneggiando ad una nuova legge elettorale, mah!
 Apro la pagina principale social e le invettive, gli sberleffi, gli sfottó e, diciamolo pure in alcuni casi, gli insulti a chi ha votato permettendo la vittoria si sprecano, ma non vince comunque la democrazia, non vale più la regola che la maggioranza prevale? Sono tutti incapaci di intendere e volere, hanno espresso il loro parere in modo superficiale, hanno lasciato il Paese in mani pericolose?
 Mi aspettavo ben altra accoglienza per la volontà popolare espressa comunque liberamente, non addirittura la minaccia di togliere la facoltà di voto a chi non possiede un Quoziente Intellettivo alto, superiore a cosa in particolare?
 Già che ci siamo torniamo ai petacosiomedimni, così i miei svogliati alunni del II avranno uno stimolo in più per studiare storia antica, peccato che alcuni abbiano pensato che la donna fosse intellettualmente inferiore, da interdire dalla cabina, fino a soli settant'anni fa, magari sarebbe meglio riprendere la riforma di Giolitti. Proviamo a votare su ostrakon e ostracizziamo i perdenti e i nemici dello Stato, come democrazia antica greca insegna... Povera me, quante ne debbo ascoltare e leggere!
 AD MAIORA

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