sabato 10 dicembre 2016

FREGATURA AL CUBO

 Breve storia di una casalinga disperata in cerca di emozioni artistiche di sabato pomeriggio.

 Su consiglio di un amico intenditore, la nostra casalinga stufa della solita arte, si è spostata in macchina in un paese vicino, appena finito di sistemare le solite tristi stoviglie del lauto pranzo familiare, meglio andare con la luce del sole, quando ancora la temperatura non si irrigidisce e i pargoli sono impegnati, ci si muove meglio. Non ci sono indicazioni orarie per la mostra da visitare, quindi la nota sfaccendata pensa di trovare tutto aperto, affollato, forse il paese rumoroso ad attenderla, vista la grande manifestazione in corso, intensa ma breve che coinvolge tanti luoghi, artisti, botteghe, vicoli e arti.
 Invece, con somma sorpresa trova un paese assonnato, tranquillo, quasi fantasma e la porta dell'ex chiesa sprangata, perché come suggerisce una vecchiarella incontrata sul lato opposto della strada lì aprono i giovani che se la prendono sempre comoda (l'indirizzo trovato sul web è anche sbagliato, ma il rimedio è indolore). Quasi scoraggiata la casalinga comincia un lungo giro per il centro storico che dovrebbe accogliere istallazioni interessanti e pure. Dopo quasi un'ora di attesa, un bel cappuccino fumante e una puntatina dal fornaio si aprono le porte dell'esposizione e finalmente si può entrare a mirare l'oggetto del desiderio artistico: atmosfera un po' gotica dai quadri, quanto basta a catturare l'attenzione, non del super nome in fondo, no, la nostra lo trova un poco sopra le righe, la sprovveduta preferisce il Dante, che si allinea più ai suoi gusti.
 Bella e impossibile, la mostra merita l'attesa dell'imbrunire, si può anche cambiare programma e assistere ad un'espressione artistica musicata prima di correre a casa: nessuna accoglienza esagerata, nessuna grossa esternazione di ammirazione o saluti particolari, tempo a disposizione finito, i doveri materno/coniugali richiamano alla base.












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