lunedì 26 dicembre 2016

POVERACCI LORO

 Scusatemi lo sfogo notturno, ma oggi in giro per il centro storico del capoluogo tirato a lucido, addobbato e affollato all'inverosimile, pura gioia per gli occhi, ho visto ciò che mai avrei voluto vedere: pargolo tabletmunito, comodamente seduto sul passeggino, occhi puntati sul malefico attrezzo, nessun cenno di vita. E l'altro giorno in aula magna a scuola un bimbetto invece di assistere alla recita della sorella maggiore giochicchiava con il cellulare della madre.
 Vista sconvolgente per me retrograda e vecchio stampo, ma insomma: in fila dal pediatra o in un qualsiasi ufficio li zittiamo con la telefonia, in viaggio li calmiamo con un video, compriamo loro libri parlanti e puzzle touch, i vari pad hanno preso il posto di plastilina e forbicine... Dove stiamo andando?
 Nessuno sguardo indagatore, ma fisso e alienato, nessuna domanda intelligente, nessuna considerazione spontanea, uso smodato dei pollici in ogni occasione, poi oggi sotto le luminarie del centro, con luci di ogni forma e colore nessuna reazione di vita attiva: passeggiare col babbo e non parlarci è come cucinare per poi mangiare da una scatoletta di tonno.
 Questi bambini danno fastidio, sono insofferenti, rompono, distraggono dal nostro cellulare forse? Fa comodo a noi tenerli a cuccia sulla sedia o sul divano, senza esplorare il mondo fuori.
 E basta! Che si muovano, che tocchino, che assaggino, che scappino via per poi ritrovarci; no rimanere bloccati inermi sul passeggino o sul seggiolone senza guardare fuori dal finestrino, senza accorgersi del trascorrere delle stagioni. Non stanno fermi, non stanno zitti, ma sono bambini mica statue di cera!
 Curiosità, esuberanza, voglia di scoprire il mondo tutto bloccato, sedato, ammutolito con la tecnologia, in cui i nostri pargoli però eccellono e pensare che i dottori ordinano di tenere lontano i minori di dieci anni dall'uso degli attrezzi malefici, non parliamo poi dei social...deleteri.

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