E come potevamo noi rinunciare a cercare le stelle in alto? Di questi tempi funesti, non basta mai la Fortuna, meglio predisporre una certa dose di cul* per i giorni futuri!
Bene, al paesello c'è una larga e comoda passeggiata, spazio/tetto di di alti palazzi e supermercato, tutto lì, in centro, a pochi passi da piazza, andiamo. Certo non possiamo godere di perfetta oscurità, ma non ci disturba nessuno se non rari passanti, navigatori solitari in cerca di lidi più rumorosi e dissetanti, il belare degli armenti sulla costa boschiva dirimpetto, ecologici noi paesani.
Ci sono i lampioni in finto stile Liberty, ma noi ci posizioniamo dall'altra parte verso il contado, la campagna, libera o quasi da lumi artificiali. Bene, ma non benissimo; ci sediamo su pedanine di fioriere, le uniche disponibili al buio e alziamo gli occhi al cielo.
Cominciano a spuntare puntini luminosi, qualche aereo sorvola l'abitato, ma niente di più; mi deprimo, mi distraggo col cellulare, proprio quando la mia signorina avvista la prima cadente, emozionata. Mia madre prende la volo l'occasione per ricordare che la salute viene prima di tutto, quindi per il desiderio a buon intenditor poche parole... Eh sì, aspettiamo un anno intero per la serata magica, ho in mente grandi richieste, come le tre S di soldi, salute e successo, certo, ma anche qualcosa di fenomenale, come un fisico bestiale e sano per esempio, se proprio devo chiedere mica mi accontento...
Ma niente, non ne vedo alcuna, mentre la piccola ne chiama un'altra, puntando l'indice al cielo, accipicchia, altra occasione mancata, mi resta solo il torcicollo!
E niente, si fa quella certa ora per cui devo recuperare il mio giovane musicista, fine dell'osservazione, subito mia madre "Sì, gnamo che tanto nun cajno piú!" il dialetto vincit omnia.
Però mi riservo un'attività notturna per i prossimi tre giorni, non posso darmi per vinta, devo chiedere tanto, soprannaturale, etereo, siderale, visto che con il terrestre raccolgo poco e niente!
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