Arrivo a Pontevedra per le 11:45 circa, eravamo partiti con una certa
calma intorno alle 7:30 perché il cammino prevedeva solo quindici
chilometri - tappa corta, diciamo: ci siamo incamminati un'Italiana,
due Portoghesi, una Spagnola tutte alloggiate nello stesso ostello;
sembra una di quelle barzellette che si raccontavano da bambini:
c'erano un Italiano, uno Spagnolo e un Tedesco che...
Strana sensazione quella di oggi per il tempo uggioso, non proprio
estivo, neanche una stella in cielo ad indicarci la direzione, ma
nuvole a chiudere; piovigginava e ci siamo coperte alla buona, come
tanti spaventapasseri lungo un verde intenso, a costeggiare il fiume;
una prima parte più difficile di salite e discese, per poi godere
dei boschi, della pace della natura e del gorgoglio dell'acqua.
Sarebbe più piacevole se non arrivasse ogni tanto qualche
piccolo fastidio muscolare alle gambe, sotto continuo sforzo: meglio
rivolgersi in farmacia, una volta giunti in città, per qualche
pomata miracolosa, perché non bastano creme ed unguenti per bolle
d'acqua e ferite varie che ognuno tiene nello zaino.
Una volta arrivati, come sempre si passa in ostello: ci si
rifocilla - subito un cappuccino caldo - e si riposa, con tutta la
calma possibile, perché il Comune ha organizzato per le 18:00 una
visita guidata nel centro storico, si partecipa, non solo pellegrini
anche turisti!
E allora capiamo che si stringono facilmente legami di
viaggio, perché si percorre la stessa strada, si dorme nella stessa
struttura, si agogna la stessa meta, ma poi altrettanto facilmente
si sciolgono i legami, si perdono i contatti, quando qualcuno si
ferma e gli altri continuano, se qualcuno ha fretta e gli altri
invece assaporano, rallentano, si distraggono.
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