sabato 4 agosto 2018

MA CHI TE LO FA FARE?

 Quando mi viene rivolta questa domanda, lì per lì su due piedi non so mai bene cosa replicare, piena di imbarazzo e poco avvezza alla risposta secca, a tono, spigliata, giusta, intelligente.
 Effettivamente, non possiedo tante belle soluzioni, non saprei.
 Il fatto è che sono senza lavoro, allora mi dedico ad altro se pur non retribuita per impegnare il mio tempo, almeno non continuo a sentirmi inutile, perché frustrazione non va d'accordo con mente occupata e attiva, allora largo alle idee da portare avanti e condividere.
 Nel tempo, negli anni ho conosciuto tantissime persone, più o meno intellettuali, artisti, critici, maghi, parlatori, buffoni, geni, professionisti, venditori di fumo, onesti, furbi, profittatori... Ognuno mi ha lasciato in eredità una lezione, un modello a cui rivolgermi nel bene e nel male. Certi soggetti ora li tengo alla larga, altri li osservo, altri mi sono da modelli, nella vita non si finsce mai di imparare...
 Vorrei insegnare ai miei figli che senza impegno e tenacia non arriva nulla, bisogna perseguire anche se si cade, anche se si viene raggirati, prima o poi i frutti del lavoro pur se gratuito arrivano, si cominciano a raccogliere soddisfazioni e riconoscimenti, a volte solo virtuali, social, a volte mi riconoscono per strada, qualcuno mi offre un caffè, mi comincia a parlare della sua situazione, dei problemi, dei progetti e ricomincia il vortice.
 Non condivido l'atteggiamento di chi parla per parlare; protesta, ma non rende; critica, ma non opera, si infuria dietro alla tastiera; commenta le foto, ma non partecipa. Facile stare dalla parte corretta quando non ci si impegna, quando non si scende in campo, non si contribuisce al miglioramento, ma si scava per il peggioramento, si addita chi sbaglia, senza sporcarsi la giacca. Offro quel poco che so produrre al paesello, agli altri, così come c'è chi si impegna nella Croce Rossa, nel Gruppo Caritas, nei Rioni, nelle Confraternite, in parrocchia, in qualsiasi altra forma di aiuto e volontariato, senza clamore, senza recriminazioni o manifesti pubblici.
 Magari qualcuno mi nota, coglie le mie capacità, pur ormai attempata e mi ingaggia per qualche seria occupazione, qualche lavoro ricompensato, qualche premio, una qualunque ricompensa intellettuale o volgare e vile denaro, che il mutuo corre.
 Credo di avere esaurito le motivazioni pregnanti, serie e onnicomprensive; per chi volesse approfondire il discorso, sono sempre a completa disposizione.

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