domenica 29 maggio 2016

UNA BUONA MADRE O UNA MADRE PERFETTA

 Permettetemi questo sfogo-riflessione notturna, alla fine di una giornata intrigata, alla fine di una settimana impegnativa, alla fine quasi di un anno scolastico importante.
 Quante volte, parlo alle mamme ma possono riflettere e rispondere anche i padri, ci siamo chiesti se stessimo optando per la giusta scelta, se avremmo imboccato la strada esatta, se le nostre preferenze avrebbero pesato sulla vita dei figli, sull'equilibrio familiare, sul rapporto difficile di coppia?
 Non sono perfetta, ma vorrei esserlo: mi piacerebbe dedicarmi con successo ai fornelli; dei lavori femminili di cucito-ricamo-maglia conosco i passi base e poco più, non ho una carriera da inseguire, ma nemmeno una che sia ben remunerativa, galleggio, mi barcameno tra mille impicci e spesso non arrivo a capo di nulla. Si fa così?
 Alcuni giorni il mio ottimismo mi permette una visione rosea, tranquilla, serena, altri invece, specie se nervi e rabbia si impossessano della mia bocca, non controllo la mia reazione fisica e verbale, non si fa così.
 Beate quelle persone che hanno trovato la ricetta per la felicità, se esiste.
 Trovo profondamente difficile coniugare interessi personali, lavoro e famiglia, si trascura inevitabilmente qualcosa o qualcuno, però alcune donne mi sembrano serene e convinte della loro vita e delle decisioni che, invece io, ho tardato ad affrontare o peggio rimandato.
 Mi piacerebbe essere un buon esempio per i miei figli, ma come? Soldi, carriera, vacanze, studio; con i tempi che corrono, dicono i più informati, meglio non perdersi dietro ai sogni di gloria, quelli che pretendono di migliorare il mondo, meglio la concretezza.
 Allora, dov'è la soluzione?

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