Sono tornata da poco dal mio giro di allenamento mattutino, che è durato veramente troppo, sarà per il cappuccino della zia, sarà per la fiacca e il caldo, sarà anche perché mi sono fermata spesso a fotografare.
Niente di eccezionale naturalmente: il maestro in casa è un altro, ma la mia attenzione è stata catturata da tanti soggetti interessanti, tutti legati da un unico filo, un unico tema - coincidenza?
Non potevo passare dritta, non potevo far finta di non vedere e così ho solo fermato l'attimo della realtà del paesello: sono immagini divertenti, che però lasciano riflettere un poco. Mi permetto di aggiungere qualche didascalia di commento, in fondo è il mio mestiere...
A voi lettori il piacere di un parere.
Iniziamo con quel povero ombrello, troppo stanco di giocare a nascondino - ricordate?
Meritato riposo, all'ombra, su una comoda panchina!
Questo è lo scheletro di un palo che indica la fermata degli autobus, si sta riposando così, appoggiato alla ringhiera, da diverso tempo, in attesa di momenti migliori.
Questi sono attrezzi del mestiere, dismessi di un ex-cantiere su strada.
Attenzione, in orizzontale!
Lasciatelo stare questo, non ne può più!
Senza commento, meglio.
E per finire un'opera degna di Yavachev Christo.
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