Un parolone, una provocazione: non sono Dante e non mi cimento con traditori di portata infernale, ma vorrei solo ragionare con voi, sottoporvi dei casi che mi sono venuti sottomano, che hanno catturato la mia attenzione, insomma pensieri condivisi.
La peggiore delle offese che si possa ricevere e la peggiore che si possa compiere, soprattutto, ma l'uomo - inteso nella sua umanità, non in quanto maschio - è anche questo, un traditore.
Se una donna, che viene trascurata, messa da parte e sbeffeggiata dal proprio uomo, sola nella sua giovinezza che lentamente sfiorisce accanto a figli ormai grandi e autonomi, comincia a guardarsi intorno, a sorridere di complimenti e carinerie ormai dimenticati, tradisce il matrimonio o è coinvolta nella fatale fine?
Se un'amica rivela mezze verità, non è completamente sincera, preferisce tacere per non offendere e mantenere una qualche delicatezza, per non pavoneggiarsi o risultare superiore e antipatica con l'altra, che però poi viene a sapere tutto, rimanendoci male, si tratta di tradimento dell'amicizia?
Se una persona si aspetta un qualche riconoscimento per il lavoro svolto, per l'impegno profuso, ma nessuno la ringrazia, anzi viene snobbata, quasi trascurata, allora è tradimento?
Se si abbindola una persona con parole, promesse, sogni di gloria e di lavoro tanto sospirato, ma poi si sparisce, si fanno perdere le proprie tracce, allora si tradiscono la fiducia e le speranze di quella ingenua?
Se si milita in un gruppo politico, si compiono delle scelte, è tradimento se una volta eletti "si cambia idea" e si attuano provvedimenti esattamente contrari al pre-elezioni?
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