lunedì 8 agosto 2016

RACCONTAMI LA FELICITA'

 Niente di più difficile, di questi tempi mordi e fuggi tecnologici.
 Felicità di un attimo, di un'inquadratura, un post e via altra posizione altro risultato, un nuovo autoscatto da cercare e condividere.
 Felicità - pensavo domenica scorsa - un telo steso sulla sabbia calda, due amiche che chiacchierano vicine vicine e il sole al tramonto. Basta.
 I pargoli lasciati liberi di scorrazzare, immersi in acqua, per un solo lungo interminabile e soddisfacente bagno. Basta.
 Il pranzo a casa dei nonni, ciò che piace, solo ciò che si mangia con gusto, qualche piccolo vizio lasciato correre. Basta.
 Qualche soddisfazione lavorativa, non necessariamente economica, un apprezzamento, un elogio, una pacca sulla spalla, una nuova scrivania o un nuovo mezzo di trasporto attrezzi. Basta.
 Alzarsi presto, dedicare pochi minuti solo a sé stessi, nel silenzio, nella calma, nel torpore dell'alba, un cappuccino caldo, il "Buon giorno" con amore. Basta.
 Avere uno scopo nella giornata, non lasciare che la rabbia, la noia o il malessere ci prenda, si espanda fino ad impossessarsi del nostro lato migliore. Basta.
 Uno scambio di messaggi, un esserci sempre e comunque, non sentirsi soli anche a tanti chilometri di distanza. Basta.
 Colazione, momento tutto dedicato all'intimità familiare, un ascolto e un confronto di idee e opinioni, anche le più strambe, anche le più astruse, anche le peggiori. Basta.
 Un buon libro, un posto comodo, silenzioso, fresco e arieggiato. Basta.

 Allora perché continuiamo a correre senza arrivare, a occupare i pargoli, a litigare con chi ci sta vicino e ci apprezza anche per come siamo al risveglio? Perché non siamo mai soddisfatti del nostro aspetto, del lavoro, di parenti e amici, sì insomma della nostra esistenza?
 Devo cambiare, radicalmente.

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