venerdì 20 luglio 2018

ALBERO GENEALOGICO, AL PAESELLO

 Continua il viaggio alla scoperta delle radici, di tutto il bello della vita del paesello, delle tradizioni e dei modi di dire, eterni, immutabili e importanti.

L'altro giorno ha mandato mio figlio grande in missione in un negozio, tornando mi ha detto che l'avevano riconosciuto subito e gli avevano chiesto di chi fosse nipote, associandolo alla nonna cliente.
 Funziona così nei paesi: puoi scalare una carriera meravigliosa, puoi diventare famoso o magari un delinquente, puoi star lontano anni e anni per poi ritornare, ma il nome della tua famiglia ti seguirà ovunque, anzi il soprannome!

  •  Per parte materna io sono una Piciucchina, mio nonno era Peppe Piciucchino, la nonna invece Peppa la Pellegra, che abitava tra le altre vicino a Margherita La Zoca e alla Poiella.
  • Da piccola giocavo con Andrea e Daniela i Crucoletti.
  • Una delle mie vicine di casa rispondeva al nome di Angelina la Secca, per il suo corpo magro ed esile; un'altra era Anna Pimpolao, un'altra ancora la Rattajona.
  • Mia nonna faceva cardare la lana del materasso matrimoniale, una festa oltre che un impegno programmato da giorni, dalla Laurina la materassaia, che era la moglie di Tizio il Teolo.
  • Mio padre andava a caccia con Checco Cipolla e giocava a carte al bar del Sabino con Spadino; le gomme si cambiavano da Fumetto e per gli animali da curare si chiamava Spicciastalle.
  • Il macellaio del Pisciarello era Bilancione.
  • Tutti conoscono Tizio il Poeta.
  • La maestra di danza di mia figlia è una Cuoricina.
  • Il bidello della scuola elementare era Serafino Lo Scimmiotto.
Il bello di tutta questa storia è che tra i giovani non si sono persi i soprannomi, anzi per quelli sprovvisti, non originari del paesello o che siano in possesso di uno poco incisivo se ne conia uno ad hoc, non sia mai che qualcuno venga chiamato per nome e cognome poco qualificativi!
 Prego a voi il piacere di continuare e qualificarvi!

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