lunedì 15 marzo 2021

SIAMO IN DDI

  Quanto a fantasia non si trema, per gli acronimi abbiamo una certa predisposizione in Italia.

 Didattica Digitale Integrale, da remoto, multimediale, video lezioni, a casa, classroom, virtuale, con un team digitale a vegliare su di noi e le alterne fortune connesse.

 Ma io non mi ci trovo, sono triste.

 Già sappiamo a cosa andiamo incontro, già abbiamo vissuto l'incubo esattamente un anno fa e, venerdì, con il sentore della chiusura non mi sono fatta trovare impreparata, ho afferrato dagli scaffali della sala professori il volume di grammatica di seconda. Alla prima chiusura alcuni testi erano rimasti a scuola, soli e sigillati, mi sono dovuta arrabattare con fotografie, video, immagini reperite in ogni dove, questa volta no, i miei testi dormono con me. E infatti.

 L'aria tirava brutta: nel fine settimana un tam tam di messaggi, mail , tutorial dalla fiduciaria, dalla responsabile digitale, dalla coordinatrice dei docenti, un susseguirsi di elaborazioni orarie, consigli, esortazioni a non mollare e ad organizzarsi.

 Lunedì ore 8:00 con un aspetto spettrale e lugubre, classico della tenuta domestica, ci siamo tutti collegati al video, alla materia di appartenenza, al docente in rete, materia dopo materia, ti vedo ma non ti sento, chiedo per sapere, qualcuno mi risponde, telecamera disattivata, prof il microfono, accendi il tablet, che paginaaaa stiamo...

 Tutto questo in ogni casa, in ogni stanza dove brilla un monitor, figli a carico, bambinaia assoldata per seguire le lezioni dei minori, minori autosufficienti che aiutano e supportano i fratellini più piccoli, collegati, connessi, fotocopiati, armati di santa pazienza tecnologica.

 La chiamiamo didattica, ma non lo è nel vero senso emozionale e sentimentale, sarebbe dovuta essere una soluzione emergenziale, temporanea e conclusa il prima possibile.

 Ci ritroviamo così, per le prossime due settimane.

SIC TRANSIT GLORIA SAPIENTIUM.

domenica 7 marzo 2021

DONNA: γυνή [γυναικός, ἡ]

 Ci siamo, manca poco, però il grosso è stato organizzato, predisposto, ottimizzato direi.
 A cominciare dal titolo, a seguire l'immagine di copertina, la data e la scaletta.

 Ci confronteremo sulle donne del mito, dell'antichità, della classicità: atemporali, immortali, divine.

 Ognuna di noi si occupa di un campo di azione, di una parte specifica, di una identità femminile forte, di un archetipo di mulier che gli intellettuali, i poeti, i tragediografi, tutti maschi hanno pensato, scritto, giudicato e consegnato alla letteratura, alle scene, alla morale.

 L'idea è di raccontare la donna, senza compiacimenti, fuori da fumosi giri di parole di esaltazione, niente di scontato che sottolinei l'abnegazione al marito, l'annullamento del proprio io che si chiede a chi mette su famiglia; senza assolute prese di posizione femministe per i diritti sacrosanti, assenti le scomode rappresaglie culturali a millenni di sottomissione, messe da parte anche le spigolature da battaglie di piazza.

 Faremo quello che sappiamo fare con molta umiltà: partiremo dai Classici greci, da cui trarre le storie che tutti conoscono, amano, ricordano e prendono ad esempio ancora oggi per poi commentarle, attualizzarle se possibile, trovare paralleli con la donna di oggi, quella forte, affermata, svincolata, libera, sicura di sé e delle scelte o no?

 Già perché si fa presto a dire emancipazione, progresso, diritti, affermazione, coraggio: nessuno di noi - maschio o femmina che sia - ha mai conosciuto una donna folle per amore, accecata dalla rabbia, sbandierata come trofeo di contesa, sacrilega, scandalo di letto e l'ha giudicata solo dopo aver ascoltato e cercato ci comprendere le sue ragioni?

 Per chi volesse considerare il mito da diversi punti di vista, leggere oltre i soliti versi canonici e approfondire il coraggio di scelte di vita che sono diventate paradigmatiche, ci vediamo sabato 20 marzo, un sabato pomeriggio diverso e intenso. MITICO.