venerdì 31 agosto 2018

E CAMMINO SULLA VIA ROMANA XIX

 Quando la tappa è corta ci si può alzare con calma, magari anche "tardi" e cominciare alle 6:50 a marciare; lasci le tue compagne di stanza a dormire e puoi uscire da sola consapevole che potrebbe continuare così fino alla fine del tragitto e la luce dell'alba già copre le stelle.
 Incontri poi una coppia di fidanzati con cui condividere un caffè al bar, ma il viaggio procede in solitaria, ognuno con la sua velocità, ognuno con i suoi tempi; pace e tranquillità, canto del gallo e soffio del vento a farti compagnia, vedi i contadini impegnati nella cura dell'orto e ti ritornano in mente tante immagini di felicità andata, di equilibrio familiare passato, finito bruscamente; quando il passato torna prepotente a sconvolgerti e a commuoverti in un qualsiasi momento in un qualsiasi posto del mondo
 In Galizia ti colpisce in modo particolare la presenza delle chiese all'interno del cimitero, in cui si officiano regolarmente cerimonie religiose importanti come i matrimoni, il tutto circondato da case private, sembra macabro per noi abituati a considerare il camposanto a parte rispetto alla vita quotidiana
 Trovi il tempo anche per visitare la casa museo di Rosalia de Castro, una grande scrittrice, una delle prime che ha potuto conciliare vita pubblica culturale e vita privata, come madre di cinque figli.
 Dal termine pietra/pedron/Padron deriva il nome della cittadina, famosa per i suoi peperoncini alcuni anche piccanti, portati dalle Americhe dai religiosi spagnoli.
 La pietra è conservata sotto l'altare maggiore della chiesa principale, si tratta di un cippo romano della Via Romana diciannovesima; ma secondo la leggenda, questo è il cippo a cui si è ammarata la barca di pietra che portava i resti di San Giacomo dalla Palestina, grazie ai suoi discepoli Teodosio e Atanasio.
 E quando finisce la giornata, ti puoi anche ritrovare in camera da solo, fatto che non capita tanto facilmente e ti puoi concedere una lunga telefonata privata, tanto per sentire una voce amica, materna magari per parlare in totale libertà.





IN CAMMINO, SI RIPRENDE

 Alle 6:05 del mattino si parte da Pontevedra, che ancora dorme, ma le stelle non si vedono per colpa delle luci cittadine che offuscano la vista.
 Capita di partire con tuoi connazionali, alla fine tra tanti pellegrini ci sta anche chi dichiara le tue stesse origini, ma poi dipende dal ritmo di marcia e c'è chi rimane al passo e chi rallenta, chi si ferma e chi accelera, pazienza. Un'occasione di camminare in solitudine, in silenzio e decidere se deviare per sostare, ammirare e scoprire altro; in fondo la natura offre rumori particolari, scorci meravigliosi di quel verde intenso che ruba il cuore e richiama alla preghiera, all'affidamento a qualcosa di superiore e potente.
 Il percorso conta alla fine 21 chilometri, macinati in sole 5 ore di passo, un piccolo record per alcuni, specie se non atleti professionisti: si arriva a Caldas de Reis, toh! si supera anche un ponte romano, sosta di riconoscimento e giro per la città, non appena si è passati per l'ostello.
 Metafora di vita: si inizia la tappa con due ragazzi che parlano la tua lingua, magari sono anche carini e interessanti, ma hanno fretta, sono atletici e ti lasciano indietro; altri passano e ti surclassano, chi invece procede lento rimane indietro, comunque tutti diretti alla stessa conclusione. Al momento di spegnere la luce, ti trovi tre signore spagnole, sulla cinquantina: che fregatura!
 E va bene così, senza parole inutili, qualche momento di riflessione, di contrizione addirittura in chiesa, davanti ad una statua e allora scappa una preghiera, una richiesta di aiuto per sé stessi, per i propri cari, per la famiglia tutta, perché ognuno porta la propria croce quotidiana, chi la sbandiera e chi la vive in silenzio, chi si lamenta per ciò che possiede e chi invece ringrazia del poco.
 Allora che il pellegrinaggio sia anche un'opportunità di elaborazione e metabolizzazione della propria situazione, si parla lungo il cammino e ognuno porta la propria testimonianza di vita e forse trova anche la ragione di inquietudine e sofferenza che lo ha spinto ad affrontare tanti chilometri.
http://www.caminodesantiago.gal/it/organizza/gli-itinerari/cammino-portoghese/tappa-pontevedra-caldas-de-reis









giovedì 30 agosto 2018

ALTRO PIC NIC LETTERARIO, PINETA

  Bene bene, siccome ci è tanto piaciuto il primo incontro all'aria aperta, nel giro di una settimana ne abbiamo organizzato un altro, questa volta però in pianura, pineta sulla strada Cimina per Viterbo, là dove trovi tavoli decenti, qualche gioco per i piccoli e un buon percorso in piano dove affinare le doti di esploratore.
 Ci siamo sistemati con teli e zaini, pranzo al sacco a portata di mano e sedioline: nonni comodi in combriccola, uno zio disponibile al gioco di squadra, mamme indaffarate e piccoli ascoltatori. Non serve molto per attirare l'attenzione dei bimbi e Giulio Coniglio ci riesce sempre molto bene, grazie anche alle domande finali riguardanti le storie, per cui i bimbi si sono divisi in due gruppi per gareggiare.
 L'ascolto delle storie dura più di un'ora, poi si cominciano a vedere i primi segni di stanchezza e distrazione, per cui si opta per una lunga camminata alla scoperta di prati fioriti, insetti vari e cani al guinzaglio. Per il pranzo dalle borse esce fuori ogni passione dal salato alla pizza, dagli affettati alle patatine, passando per una crostata casareccia.
 I piccoli si divertono, si organizzano con una palla, sui giochi, non stanno fermi un attimo e di leggere ancora non se ne parla neanche; altra passeggiata, si cambia giro; tutto fila liscio, le gambe degli adulti non tanto, ma i pargoli corrono che è una meraviglia!
 C'è un po' di tempo per la merenda?
Poi si torna alla base, sporchi di gioco e di risate: a contatto - come si dice - con la natura tutto prende un altro sapore, se poi si vedono sfilare accanto due cavalli e alcuni cani, allora la curiosità si alimenta e la gioia si triplica.
 E per tutti un piccolo ricordo di carta a testimonianza della giornata spensierata in compagnia di libri amici.
 Ottimo incontro, ottime amicizie nate per caso dagli scaffali della biblioteca; a fine pomeriggio ci siamo salutati: ormai ognuno prende la strada di casa, chi verso Milano, chi verso Roma, chi rimane al paesello, scappa qualche lacrima d'amicizia, sensibili come solo loro riescono ad essere, sinceri.






E SOSTA SIA

  E poi arriva il momento di effettuare una sosta di un solo giorno certo, comunque due notti nello stesso posto per abbandonare i panni da pellegrino e vestire quelli da turista, magari un po' più "umani"; il buono di viaggiare soli sta nel decidere come muoversi, cosa scegliere e soprattutto per quanto tempo, senza dover rendere conto o giustificare nulla.
Pontevedra, in Galizia.
 Cittadina famosa per le sue piazze e per il centro pedonale più grande della regione: il centro storico chiuso al traffico si gusta in ogni suo angolo e in ogni piazza trovi almeno un bar in cui sostare e socializzare; ogni strada prende il nome da un mestiere, quindi il fabbro, il fornaio, i marinai...
 Visita alla Chiesa della Vergine Pellegrina, la protettrice dei pellegrini del Cammino di Santiago, poi alla basilica di Santa Maria Maggiore, famosa per essere stata costruita e finanziata dai mariani e dai pescatori della città.
 La chiesa di San Bartolomeo invece racchiude la protettrice di Pontevedra, la Madonna del Grembo, uno dei pochi esempi spagnoli della Madre del Signore incinta. Prezzi contenuti e visite guidate a buon prezzo ti permettono di visitare, girare e scoprire ogni monumento, ogni campanile per ammirare anche dall'alto la vita che brulica, che si muove e scorre.
 Inoltre qui è vissuto un famoso scrittore spagnolo della generazione del '98, diversi i richiami e le foto alla sua memoria.
 Mercoledì di riposo, di pausa, di ripresa per affrontare meglio e con più energia una nuova tappa, con altre persone, altri sconosciuti, uomini e donne che il destino ti pone al tuo fianco, di cui non si conosce il passato, che condividono con te un pezzo del presente per poi sparire, perdersi per le strade del mondo, verso la meta comune... Ma in fondo non è proprio questa la vita, non è così che si procede anche nel quotidiano?
 http://www.turismo.gal/que-visitar/cidades/pontevedra?langId=it_IT

http://www.treccani.it/enciclopedia/generazione-del-98/










mercoledì 29 agosto 2018

PELLEGRINAGGIO A CHI?

 "La vita deve essere una ricerca. Non desiderio ma ricerca, non ambizione, non smania di diventare questo o quell'altro, presidente o Primo ministro di un Paese, ma una ricerca continua per rispondere alla domanda e scoprire: "Chi sono io?" È molto strano: le persone non sanno chi siano veramente, eppure cercano di diventare qualcuno... senza neppure conoscere sé stesse! Tutti hanno perso qualsiasi familiarità con il proprio essere, eppure continuano a porsi delle mete da conseguire. Il divenire è la malattia dell'anima. L'essere sei tu." OSHO, IL GIOCO DELLE EMOZIONI

  Cercavo a caso qualche libro tra gli scaffali della biblioteca e tra le mani mi è capitato questo, niente capita per caso, lo so.
 Ognuno affronta un viaggio impegnativo e difficile per un qualsiasi motivo proprio, particolare: religioso, turistico, storico, una promessa, un giuramento, un voto, non esiste una ragione specifica e poi ogni uomo cerca nel cammino quel che vuole cercare come una risposta o trovare sé stessi. Sono comunque motivi personali, differenti da un viaggiatore all'altro, magari un evento come la morte di un familiare o un cambio di vita.
 Perché cammini, perché consumi i tuoi giorni di riposo in marcia forzata affaticando i muscoli delle gambe, rischiando vesciche, bolle d'acqua, crampi? Hai un desiderio o un voto da onorare, un giuramento?
 Magari ti sei smarrito per le strade del mondo, accecato dalle futilità, convinto dalle vane parole, ingannato dai falsi amici, osteggiato dai colleghi invidiosi e aspiri semplicemente a un po' di silenzio, di pace, di comunione con la natura, quando è ancora notte, il nero manto stellato copre i tuoi pensieri, il sole ancora non illumina la tua anima confusa.
 C'è chi prega, chi osserva, chi tace, chi chiacchiera e cerca compagnia, chi domanda e chi non vuol rispondere, in fondo si percorre il proprio cammino, con le proprie uniche convinzioni, verso un'unica meta comune che ad ognuno apparirà comunque diversa.

IN CAMMINO, TERZA TAPPA

 Arrivo a Pontevedra per le 11:45 circa, eravamo partiti con una certa calma intorno alle 7:30 perché il cammino prevedeva solo quindici chilometri - tappa corta, diciamo: ci siamo incamminati un'Italiana, due Portoghesi, una Spagnola tutte alloggiate nello stesso ostello; sembra una di quelle barzellette che si raccontavano da bambini: c'erano un Italiano, uno Spagnolo e un Tedesco che...
  Strana sensazione quella di oggi per il tempo uggioso, non proprio estivo, neanche una stella in cielo ad indicarci la direzione, ma nuvole a chiudere; piovigginava e ci siamo coperte alla buona, come tanti spaventapasseri lungo un verde intenso, a costeggiare il fiume; una prima parte più difficile di salite e discese, per poi godere dei boschi, della pace della natura e del gorgoglio dell'acqua.
 Sarebbe più piacevole se non arrivasse ogni tanto qualche piccolo fastidio muscolare alle gambe, sotto continuo sforzo: meglio rivolgersi in farmacia, una volta giunti in città, per qualche pomata miracolosa, perché non bastano creme ed unguenti per bolle d'acqua e ferite varie che ognuno tiene nello zaino.
 Una volta arrivati, come sempre si passa in ostello: ci si rifocilla - subito un cappuccino caldo - e si riposa, con tutta la calma possibile, perché il Comune ha organizzato per le 18:00 una visita guidata nel centro storico, si partecipa, non solo pellegrini anche turisti!
 E allora capiamo che si stringono facilmente legami di viaggio, perché si percorre la stessa strada, si dorme nella stessa struttura, si agogna la stessa meta, ma poi altrettanto facilmente si sciolgono i legami, si perdono i contatti, quando qualcuno si ferma e gli altri continuano, se qualcuno ha fretta e gli altri invece assaporano, rallentano, si distraggono.





martedì 28 agosto 2018

A VOCE SPENTA

 Ultimo appuntamento con le letture estive in biblioteca consumato, nel migliore dei modi: pomeriggio ricco di parole, condito di sorrisi, addolcito da tanti bambini, rasserenato da mamme, sorelle e nonne, arricchito di gocce di sorpresa e gustato fino in fondo.
 Come sempre i bimbi acchiappano al volo i libri che più li accattivano e li colpiscono dai forniti scaffali della sala ragazzi; si passa in giardino, sulle panchine rosse sistemate a cerchio intorno ad un tavolo su cui si scaricano tutti i volumi.
 Si legge, si guarda, si commenta, si rilegge, si imita, si spiega, si accarezza, si prenota oppure si lascia andare, agli amichetti magari...
 E così passa veloce più di un'ora, alternandosi momenti tranquilli a qualche divagazione, anche fuori tema, a loro non importa devono comunque dire ciò che la lettura ha fatto emergere, confrontare e ricordare!
 E poi una merenda da leccarsi i baffi dolci e salati, perché vengono accontentati tutti ma proprio tutti i giovanissimi lettori, non sia mai...
 E oggi in particolare abbiamo analizzato un ragnetto laborioso, che tace e lavora sodo; abbiamo  spiato Camilla innamorata del suo compagno di scuola, abbiamo seguito  un piccolo stegosauro che diventa sempre più grande e abbiamo cucinato Cornabicorna, poi tanto altro ancora, chiedetelo a Sara, Matteo, Alice, Giulia, Ludovica, Sofia, M. Cristina, Simone, Valerio, Daniele, Leonardo e Gabriele, semplicemente meravigliosi ascoltatori e attenti critici letterari!
 Così finisce la lettura ad alta voce estiva presso la biblioteca comunale, ma giovedì per chi volesse abbiamo pensato di stare insieme per il secondo pic nic letterario, in pineta, per chiudere definitivamente e salutare tutti gli amichetti che riprenderanno la strada del ritorno a casa, quella del periodo invernale... Tanto poi la prossima estate ci rivedremo!
 A prestissimo, allora...

https://www.facebook.com/biblioteca.sorianonelcimino/?ref=br_rs







lunedì 27 agosto 2018

IN CAMMINO, SECONDA PARTE

 Seconda tappa, destinazione Arcade, in tutto ventitré chilometri ventitré di percorso, tra discese e salite, non proprio una passeggiata; una tappa parecchio tosta, in cui si attraversa la cittadina di Redondela, l'unica attrattiva forse in un paesaggio sobrio e poco accattivante.
 Si parte presto intorno alle 6:00 del mattino, dopo un'abbondante colazione, quando è ancora buio, ci fa compagnia uno spettacolare cielo stellato, che ci parla della bellezza del creato, della sua semplicità da rimanere soffocati  e soggiogati di spiritualità, noi piccoli esseri in marcia, viandanti alla ricerca di risposte non trovate altrove.
 Si è fatto giorno alle 7:30, ci sono i galli a ricordarti che comincia la giornata, con i loro canti, piacevoli e gioiosi, sembrano chiamarsi e rispondersi; abbiamo ammirato anche le acque dell'Oceano Atlantico, nell'insenatura di Vigo.
 Pochi pellegrini intorno a noi, poco movimento; abbiamo l'opportunità di conoscere Juan, un ragazzo di Barcellona, con cui condividere l'ultimo tratto, il più duro prima dell'agognata meta - o forse ci è apparso difficile proprio per la voglia e il forte desiderio della fine e del riposo.
 Giunti alle 13:00 circa, abbiamo notato l'arrivo di altre persone tra cui diversi Italiani; tutti effettuano il check-in, per poi mangiare qualcosa in centro, magari in un ristorante; la stanchezza è tanta però, meglio ritornare presto in ostello e sostare negli spazi comuni a disposizione dei pellegrini per rifocillarsi e riacquistare le forze, in vista della terza tappa con destinazione Pontevedra, altri quindici chilometri di lavoro di gambe. A proposito di gambe e stanchezza, una ragazza italiana, massaggiatrice, si è offerta di massaggiarci le gambe e permetterci un lieve miglioramento muscolare, ottimo veramente, chi l'avrebbe mai detto!
 Arcade




Questo è un punto dove le persone lasciano delle preghiere o un oggetto personale in testimonainza del proprio passaggio

 Sulla parete di una casa di Rodondela
 "Andando/con il camminare si apre la strada..."

LETTURA, ULTIMA CHIAMATA

 Ebbene sì, miei cari, siamo giunti all'ultimo appuntamento con le letture ad alta voce presso la biblioteca comunale per quanto riguarda questa stramba estate 2018, che però si è rivelata un'ottima annata di appuntamenti.
 Intanto passo subito ai saluti per la bibliotecaria, naturalmente, il capo di tutti noi; ringraziando le ragazze del servizio civile, sempre sorridenti e pazienti; per finire un abbraccio a tutti coloro che hanno partecipato chi in modo assiduo, chi saltuariamente.
 Devo confessare che ogni incontro si è svolto nel migliore dei modi, grazie ai bimbi molto empatici e partecipativi, agli adulti che li hanno accompagnati e sono rimasti ad ascoltare, rifocillandoci alla fine delle tanto grandi fatiche letterarie...
 In biblioteca si incontrano solo persone positive, gentili, predisposte all'ascolto e alla condivisione di pensieri e parole; non ci si annoia mai, si trova sempre qualcosa da leggere e commentare, insomma un ambiente da frequentare il più possibile, a portata di bimbo e di adulto.
 Non so cosa succederà il prossimo anno, chi sarà alla guida degli incontri, ma confesso di uscire da questa esperienza migliore e con tante nuove amicizie di ogni età; spero di aver lasciato in ognuno dei piccoli qualcosa, anche solo una briciola di curiosità nell'afferrare un libro colorato dallo scaffale, aprirlo e perdersi tra le pagine, come succede a me che quando leggo, dimentico gli assilli quotidiani, i pensieri, le preoccupazioni, per immedesimarmi nei personaggi protagonisti.
 Come sempre allora, martedì pomeriggio ore 17:00 in biblioteca e, ma non lo dite a nessuno, sembra che si stia preparando una dolce e morbida sorpresa per alleviare la stanchezza da ascolto, da gustare tutti insieme, piccoli e grandi lettori.

https://www.facebook.com/biblioteca.sorianonelcimino/?fb_dtsg_ag=Ady7_foR6fNxhhaSn8UIkQjtNI3a5EY_aC-nYaSIJ4SS3Q%3AAdzVGTzH2VBigXMiBc7e4ZkkBZqqlmJ8rrZpDDrIgr0RDA

https://www.facebook.com/giovanilettori2.0sorianonelcimino/

E LE FRUSTE?

 E niente, non le posseggo, non le uso, non ci sono nei miei cassetti...
 Oramai ho preso il via, ho deciso di confrontarmi, di superare i miei limiti, di soffrire ancor di più nel tenere a bada il mio peso, io che non ho più una forma né una certezza di femminilità.
 A cosa starete pensando? Mica avrò preso una piega sadomaso o qualcosa del genere?
 No, state tranquilli, mi riferisco naturalmente alle fuste come sbattitore elettrico, l'attrezzo da cucina per montare a neve gli albumi, amalgamare tutti gli ingredienti, impastare la farina, creare qualcosa di compatto e spugnoso, per migliorare insomma le mie prestazioni culinarie, per raggiungere dolci alti obiettivi, dato che ora sono al livello 1, primo gradino, spiegazioni base e ricette super facili
 Sono una neofita, una pivella, una alle prime armi e vado ancora di forchetta e cucchiaio, ciotole e coltelli, nessun altro utensile, ecco.
 Ne stavo parlando con la mia amica, cuoca provetta, che ha scosso la testa quando ho candidamente ammesso di usare la frusta manuale e non elettrica e altre amenità, per realizzare quei semplici dolcetti da strapazzo che spariscono a velocità magica: le fruste servono, non se ne può fare a meno, specie per certi risultati, altrimenti si impiegano almeno 40 minuti 40 solo per le chiare d'uovo.
 E questa mattina in piazza, lo stesso mia cugina Elena mi ha consigliato almeno l'aggeggio elettrico e sempre citando gli stessi biscottini, quelli che noi al paesello chiamiamo anisette: sarà il caso di investire qualche decina di euro in cotanto aiuto e non dico i robot da cucina, quelli costosi e tecnologici, non sono a certi livelli di impegno, ma qualcosa di serio e professionale magari...
 Mio marito scuote la testa, continua a prendermi in giro, sempre una spalla d'appoggio lui; quasi quasi però gli chiedo un regalo, visto che con i desideri alle stelle cadenti non ho ottenuto nessun risultato visibile, invisibile, sperato e agognato... Si estinguono tanti valori, tanti beni nel mondo, ma il mio appetito resta, eccome se resta!

GUBBIO A MISURA DI BIMBO

 Finalmente una gita domenicale come si deve, dal punto di vista dei piccoli: Gubbio, una nuova meta e soprattutto una tematica interessante, anzi due!
 Il viaggio in macchina è stato lungo, due ore sotto la pioggia, cielo plumbeo che non promette bene; parcheggiamo lungo una strada a senso unico e ci incamminiamo a piedi, fuori delle mura cittadine. La mostra, che prevede un biglietto famiglia, è fighissima, un percorso ad anello intorno al cortile dentro-fuori al chiostro di un monastero, pannelli esplicativi, dinosauri a misura naturale, riproduzioni fedeli e video pazzeschi - tanto per usare un gergo giovanile - che incantano tutti e facilitano la comprensione della nascita della Terra, il perché dei terremoti, la geologia, i fossili... In una stanza i bambini si sono cimentati nello scavo da paleontologo, inutile dire che il piccoletto non voleva più andarsene; in un'altra abbiamo ammirato gli esemplari dell'era glaciale estinti.
 Finito di ammirare il passato, ci siamo incamminati a piedi con i panini in mano per scoprire l'altra parte della sorpresa, l'esposizione sui mattoncini.
 Ad una distanza sopportabile, difficile però trovare le indicazioni, siamo arrivati in un altro palazzo storico un poco nascosto, ingresso scontato per l'accumulo delle due mostre: la storia delle Lego, dai primi pezzi di giocattoli di legno ai giorni nostri, tutto montato e inserito in bacheche chiuse su supporti costruiti con pancali di legno imbiancati.
 Le costruzioni sono un'arte vera e propria, fatta di una pazienza che non tutti posseggono, ma i risultati lasciano a bocca aperta: la città degli Acchiappafantasmi, la parata dei Super Eroi, la Bat Caverna, la Torre di Pisa, Fontana di Trevi... Da ammirare.
Una splendida avventura per i pargoli, un poco allergici a musei e mostre d'arte; non sempre è facile inventarsi un diversivo domenicale per alleggerire caldo e capricci, questa volta ci siamo riusciti alla grande!
http://www.dinosauricarneossa.it/dinosauri-carne-ossa-gubbio.php
http://www.gubbiobrickart.it/