domenica 31 maggio 2020

LA PRIMA USCITA

 La prima domenica d'uscita, dopo la lunga chiusura e, volentieri, di pomeriggio siamo tornati a Tarquinia, al mare, che ci piace tanto e poi dobbiamo sperimentare le foto al tramonto: sole, vento, spazi aperti, libertà di respirare e di muoversi.
 Case aperte, arieggiare i locali, mezzi meccanici al sole sparsi per i giardini, tante persone a spasso, lungomare: pattini allineati, bici, monopattino, elettrico, passeggini, al guinzaglio, overboard, di corsa, marcia, giggione, camper; fila educata davanti alle gelaterie, stabilimenti quasi tutti funzionanti, molti i tavoli occupati e i camerieri indaffarati, si cerca la normalità della ripresa del lavoro.
 Ci sono dislocate in punti strategici delle guardie che controllano, spiegano e assistono nel rispetto delle regole: una persona in spiaggia, alla fine dello spazio di uno stabilimento, ci osserva mentre ci avviciniamo agli scogli, senza interferire; un'altra sta posizionata all'ingresso della Riserva delle Saline, dove non si può accedere in macchina e, infatti, chi ci prova deve manovrare in mezzo alla strada e tornare indietro.

 E gli animali etruschi: i cavalli all'interno del recinto, le nutrie in acqua e le anatre sul ciglio in posa a farsi fotografare.

 Sorpresa piacevole la pista pedo-ciclabile sulla destra della strada, lunga lunga fino alla Saline, comoda nuova e senza buche, col doppio senso di marcia; qualche esempio invece di inciviltà di immondizia fuori posto che proprio stona con la bellezza dei colori del Lido, un vero peccato.

 Dove avevamo lasciato ai primi di marzo, così siamo tornati appena avuta la possibilità, senza confini, senza pareti, senza divisori, respirare aria a pieni polmoni, al primo accenno di inizio di stagione, tra calzoncini, infradito, qualche costume a due pezzi, panze maschili che non mancano mai, pelle già abbronzata e bianco cadaverico, vari dialetti ben marcati e qualche turista straniero anglofono, la famiglia teutonica ben distinguibile: quattro pargoli biondo oro e due adulti sorridenti.












LA MESSA

 Sono tornata in Duomo, dopo tanto tempo, per la messa domenicale delle 11:30 ed una occasione speciale, con le nuove regole e tutti gli accorgimenti del caso emergenza; avremmo dovuto festeggiare la Prima Comunione del piccoletto, ma tutto è stato rimandato a data da destinarsi.

 Bisogna arrivare con un certo anticipo, mettersi in fila alla porta d'ingresso - quella a sinistra della facciata; due ragazzi della Protezione Civile ci accolgono per regolare il flusso e per spararci la temperatura corporea puntando alla fronte, poi Tonino e Catia ci invitano a usare il gel igienizzante sistemato sul tavolo di traverso a chiudere il passaggio della navata laterale; Mario e Cristina, invece, ci indicano la postazione: due maggiorenni per banco, il minore rimane accanto all'adulto accompagnatore.

 La messa si segue rimanendo per tutto il tempo al proprio posto, chi entra in ritardo viene comunque sistemato alla giusta distanza predisponendo sedie aggiuntive; niente scambio della pace niente offerta, canti corali soffocati dalle mascherine, i lettori si alternano in due punti distinti del transetto.

 Al momento della comunione, ci raggiungono il parroco e il diacono, muniti di mascherina e guanti; nessun altro movimento; benedizione finale e segno della croce.

 L'occasione speciale, oggi anche giorno di Pentecoste, è l'esposizione sul sagrato della statua di Maria, a conclusione del mese mariano, a ricordarci la Madre Consolatrice, a unirci in preghiera per chiedere aiuto e conforto. C'è la Banda Comunale, don Enzo legge una breve preghiera di invocazione: ci fermiamo ad ascoltare, in un momento di raccoglimento silenzioso, ognuno con le proprie intenzioni.

Lontani dalla normalità, ma comunque vicini e commossi di ritrovarci e poterci salutare dal vivo, emozionati a considerarci più alti, più vecchi, più o meno in forma, tutti sorridenti.





mercoledì 27 maggio 2020

IL GIAPPONE, ALL'IMPROVVISO

 Ospite speciale nella nostra aula virtuale, aperta ai ragazzi di prima e seconda media della Salvo D'Acquisto per l'occasione; occasione ghiotta veramente, quella di poter ascoltare, interagire, intervistare Susanna Biganzoli, guida turistica abilitata per il giapponese della Tuscia e non solo.

 Susanna ha dialogato con i ragazzi di Calcata - Faleria per circa novanta minuti sui tanti aspetti della cultura d'Oriente per illustrare a grandi linee la sua passione nata dopo la maturità classica per il Paese che si dice l'ultima fermata prima della Luna.

 L'Estremo e dopo il Pacifico, l'arcipelago formato da quattro isole maggiori e migliaia di minori, dove oltre alle previsioni del tempo meteorologico, si aggiornano le fioriture più spettacolari, da sud a nord a seguito dell'inizio della bella stagione e da nord a sud alla scoperta dei colori più intensi e penetranti dell'autunno.
 Susanna ha visitato per lavoro per la prima volta il Giappone nel maggio del Duemila, quando già la distanza tra Tokio e Kioto. più o meno Roma  - Milano, si copriva in sole tre ore di treno: megalopoli di asfalto e grattacieli, ma anche natura di profumi e fioriture di rododendri; gli agglomerati si susseguono, il paesaggio urbanizzato non lascia il posto alla campagna tra le grandi città, ma non per questo non si respira verde e natura, primavera e purezza.
 Il Giappone conta un'estensione superficiale di poco superiore a quella italiana, ma con una popolazione di oltre il doppio: prevalentemente montuoso, catene da nord a sud, un territorio difficile da vivere costellato di grandi cittadine, dove si ricerca il contatto della fioritura dei ciliegi in primavera e del rosso delle foglie d'acero.
 Nessun contatto fisico nel saluto, accoglienza e apertura alle culture diverse, ma forti legami agli usi e alle tradizioni, questo dovuto all'isolamento in cui è vissuto per secoli il Giappone, in parte volontario; ma uscendo dal suo medioevo, il Giappone ha recuperato in pochi anni divenendo il paese più all'avanguardia.
 E ancora il cibo per cui lo conosciamo in Europa a partire dal sushi, la tempura (accento sulla e), il sashimi e il nigiri, il dorayaki e il riso, come per noi Italiani il pane; poi la carne di Kobe e scoprire che l'introduzione di quella bovina nella dieta, a base prevalentemente di pesce, risale a non più di cento anni fa, ma poi hanno pensato al sukiyaki.
 Il Giappone e l'emergenza virus, naturalmente e ascolti quello che non avresti mai creduto: il Paese tecnologico non si è dotato di una didattica a distanza, non ha predisposto lezioni alternative per raggiungere i ragazzi in tempi di chiusura; perché questo contraddistingue i nostri popoli, la capacità di adattarsi all'imprevisto: quando in Italia non arrivano i treni in orario o non si rispettano le regole alla lettera, nel Paese del Sol Levante trovare una risposta immediata a ciò che non funziona diventa difficile, se non impossibile.
 Il Giappone e l'elevato rischio sismico, per cui non troviamo resti archeologici di oltre mille anni fa, pochi elementi in pietra, ma tanti templi e luoghi sacri in legno, che viene restaurato e cambiato al massimo ogni venti anni: distruggere e ricostruire. Così come gli oggetti in ceramica che vengono restaurati in modo tale da lasciare in evidenza le crepe attraverso sottili fili dorati, come tante rughe del passare del tempo.
 La geisha, le geisha, il nome rimane invariato al plurale: donne colte, bellissime, che dedicano l'intera loro esistenza all'apprendimento dell'arte della poesia, della musica e della danza, per accogliere e allietare gli ospiti, senza la possibilità di sposarsi e avere una famiglia, vestite di kimono, dal viso bianco con la bocca disegnata rosso acceso. Ne sono rimaste ormai poche, mentre fino agli anni '50 erano molto popolari e diffuse.
 E la scrittura, dal cinese al giapponese: le opere scritte alla corte imperiale di Kioto, di amori, avventure, vita quotidiane: la letteratura dell'anno Mille in mani femminili.
E come ultimo argomento Susanna ci ha parlato della bomba sganciata su Hiroshima e Nagasaki alla fine dalla Seconda Guerra Mondiale: Museo della Pace, Parco della Pace, il ricordo di oggetti fermi nel momento dell'impatto, che hanno perso forma e colore, ma allo stesso tempo la voglia di spazzare via la memoria e continuare a vivere.
 Ricordo indelebile nel monumento a Sadako e alle mille gru, per cercare un conforto e la speranza nella lotta contro la leucemia a soli dodici anni.

 Ancora una volta una lezione speciale per raccontare il Mondo, non solo attraverso i libri - validi strumenti - ma con le parole e le emozioni, la voce pacata e dolce di Susanna, che ha accettato di condividere con i ragazzi la sua passione per la cultura e la storia giapponesi.

https://www.facebook.com/susy.stefano.7

https://criticaleora.blogspot.com/2016/05/quelli-cheil-giapponese.html

https://criticaleora.blogspot.com/2016/12/parole-doriente-profumo-intenso.html

http://criticaleora.blogspot.com/2019/04/san-pellegrino-i-fiori-e-la-guida.html


Miyajima island, davanti alla baia di Hiroshima

domenica 24 maggio 2020

ARCIONELLO DA SCOPRIRE

 Bagnaia, su invito di cari amici, allenati alla montagna.

 Ci si inerpica dietro Villa Lante, bisogna costeggiare il muro storico caduto e puntellato e salire per una via asfaltata finché ci sono abitazioni a destra e a sinistra, per pii lasciare il passo allo sterrato, ci si inoltra nel fitto bosco per uno stretto sentiero che cade giù.
 Un pomeriggio di tempo capriccioso, caldo ma spruzzato di gocce di pioggia birichina e cielo coperto di nuvole, il verde della Palanzana davanti a noi, il grigio chiazzato di muschio dei massi negli spazi aperti.
 Strigoli ed erbette spontanee più o meno profumate con il timo, fiori di ogni colore e sfumatura, l'intenso profumo del sottobosco, il fruscio delle foglie secche di quercia calpestate sul nostro cammino, la pioggia che colpisce il fogliame a grosse gocce, raggi del sole che fa capolino dalle minacciose nubi.
 Si cammina di gran lena, gli altri, io un po' meno: chiacchiero, mi confronto, racconto, fotografo, cerco volti umani nelle rocce vulcaniche che ci si parano davanti, in fondo è una passeggiata domenicale.
 Verde intorno, qualche persona che ha avuto la nostra stessa idea con cane al seguito, bimbi felici di sgranchirsi le gambe e porre a raffica domande su qualsiasi movimento acchiappi la loro fantasia, consistenza, punto cardinale, mappa, soffio di vento e rudere.
 Finalmente una passeggiata, liberi nel rispetto delle regole dell'ambiente, della convivenza civile, degli altri camminatori.
 Un pezzo di bosco a noi tanto sconosciuto quanto vicino a casa, un giro ad anello di circa novanta minuti, impegnativo se consideriamo che non ci sono appoggi o appigli, per chi ama camminare, ma anche sfidare la bici, da affrontare con qualcuno che conosca la zona.









sabato 23 maggio 2020

FORBICE, CARTA, MISS

 Oggi è un giorno particolare  in casa nostra, Miss compie tredici anni.

 Io sono qui, come sempre, ad aspettarla sul tavolo di lavoro aperto e occupato, in cameretta, dove Mamma cerca di pulire e sistemare, perché regna massima confusione, ma con scarsi risultati.
 Miss, la creativa di casa, non sopporta la geometria quasi maniacale di Mamma: il mondo intorno è colorato, curvilineo e ricco di vita da reinventare, nulla si butta e tutto si ricicla.
 Sono uno dei suoi compagni di lavoro preferiti, poi ci sono Riga, Pistola, la famiglia Penne e quella Matite, i Pennelli vivono da un'altra parte, ma con questa didattica siamo stati tutti ingaggiati, sul piano e circondiamo Miss, che riesce a vedere oltre gli oggetti e i semplici materiali.
 E quando Mamma si infuria ci urla contro e già, se la prende con rotoli, bottiglie, tubi, veline, stoffe, bottoni, stracci, polveri colorate che fermi lì aspettano di cambiare forma per trasformarsi in astucci, vasi, contenitori, agende, portapenne.

 Babbo, è più tranquillo, tollerante e simpatico, a Miss compra tutto il materiale che serve per infiocchettare, abbellire, cucire e riparare quello che passa sotto le sue mani; Miss lo sa e un po' se ne approfitta, meglio per noi! Quando arriva il corriere con un pacco, Miss è la prima ad accoglierlo per sfettucciare la plastica, le bolle e sopratutto la scatola, sta in fissa con le scatole lei.

 Mamma vorrebbe che si impegnasse nello studio con tanta passione quanta ne mette nel creare una midori, un portachiave o il segnalibro, ma Miss è così sempre sulle nuvole della fantasia, concentrata nel trasformare, nell'organizzare librerie, nell'assemblare e aggiustare, nell'incollare, sperimentare le sfumature di colori da diluire.

 E allora, Mamma si arrende, perché si accorge che usare me, Forbice, non è poi così semplice e scontato, che ognuno nasce con certe capacità speciali, che rendono speciali, si vede proprio che la bravura artigiana ha fatto un salto generazionale e da Nonna è passata direttamente alla mia Miss.

mercoledì 20 maggio 2020

INGHILTERRA DA VIVERE, PER POI TORNARE

 Ci piace scoprire l'Europa con gli occhi di persone che la conoscono dal vivo, non solo dai libri di testo, in tempi di corona-virus: la scuola che rimane chiusa in casa e le informazioni che arrivano attraverso gli strumenti tecnologici.

 Oggi con i miei alunni della seconda della Salvo D'Acquisto di Faleria ho intervistato Chiara, splendida venticinquenne mia compaesana, che ha vissuto e lavorato in terra inglese come infermiera, iscritta all'Albo, collega di altre ottanta nazionalità in una struttura ospedaliera universitaria.
 Dalla maturità classica alla laurea in un campo difficile per il coinvolgimento emotivo, di forze fisiche e di impegno in termini di turni orari e notturni, Chiara si è trovata giovanissima nella situazione di mantenersi e gestire la propria vita, lontano dalla famiglia, orgogliosa di riuscire e di imparare nella Patria dell'infermieristica moderna.
 Cambridge: la cittadina soleggiata, un clima bonario, cittadini di tutto il mondo, dai tanti diversi accenti e la difficoltà di comunicare, capirsi e accorciare le distanze; anche se gli Inglesi rimangono Inglesi, superiori e distanti dalla moneta e dalla politica europee, fermi e convinti del fatto loro.
 Cosmopolitismo sì, a tavola, negli ordini al ristorante etnico, ma anche puntualità e regole ferree, affitti alle stelle e spostamenti su mezzi molto costosi.
 Amicizie internazionali, che convivono in un appartamento, ma anche tanta voglia di tornare in patria, attiva e determinata ad affiancare i genitori nelle loro attività; così Chiara decide di tornare in terra di Tuscia e riorganizzare di nuovo la vita, affiancando la madre nel gestire il ristorante a Bagnoregio, a due passi da Civita.
 Clientela internazionale, grandi soddisfazioni e idea vincente di turismo nella nostra tranquilla e sonnacchiosa provincia: Civita attira molti turisti dall'Oriente, che arrivano nella Penisola con viaggi organizzati, visitano Milano, Roma e molto spesso Civita, appunto; tutto questo per la fama raggiunta grazie all'autore della Città incantata. E cosa piace mangiare ai clienti internazionali? Il risotto ai funghi, l'amatriciana, i saltimbocca e il classico tiramisù.

 Certo il momento attuale risulta difficile, da gestire con estrema accuratezza e grande professionalità, il settore della ristorazione sta riaprendo lentamente le porte ai clienti, ma le sfide stuzzicano le idee innovative dei giovani e l'esperienza conquistata degli adulti: Chiara e mamma M. Cristina sono pronte.

 Non posso che ringraziare così chi raccoglie il mio invito a raccontare di sé ai miei ragazzi durante una video lezione; descrivere il mondo fuori dalla propria casa, lontano dalla vita quotidiana e dalle abitudini domestiche diventa interessante e stimolante, non si finisce mai di imparare e l'alternativa alla noiosa lezione della solita professoressa viene sempre accolta in modo favorevole!

https://www.facebook.com/chiara.valentino.794

https://www.lafune.eu/civita-di-bagnoregio-ispiro-lanime-laputa-di-miyazaku-storia-di-un-successo-planetario/


giovedì 7 maggio 2020

DALLA GERMANIA, IN CONTATTO

 E ormai il giovedì in 2A - Scuola S. D'Acquisto Faleria - viene dedicato alla conoscenza/approfondimento di tematiche importanti, europee: oggi abbiamo intervistato il padre di Tommaso, che lavora da circa sei mesi in Germania come cuoco in un ristorante italiano.
 Alessandro risiede a Ulma, la cittadina sulle rive del Danubio nota per aver dato i natali ad Albert Einstein e ha potuto testimoniare ai miei ragazzi come si vive ai tempi dell'emergenza sanitaria, quali decisioni sono state prese dalla Stato e quali differenze corrono tra le due Nazioni.
 Intanto la vita scorre piacevolmente senza grande differenza: nessun allarmismo, pochi ma efficaci accorgimenti, si passeggia nei parchi e ci si prepara alle belle giornate all'aperto lungo le sponde del Danubio con i vari impegni acquatici.
 Nessuna paura attanaglia i Tedeschi, messa in campo la strategia della calma e del controllo, perché il fisico non si indebolisca non si è creato quel clima di terrore che invece regna nel nostro Paese; anche se il settore della ristorazione soffre per la chiusura, presto si tornerà alla normalità abbandonando la cassa integrazione.
 Forte l'economia del Paese, ottimi i servizi alle famiglie con le strutture a portata di bambino e donne che lavorano: in famiglia non si ricorre facilmente ai nonni, che rimangono a margine dell'educazione, più liberi e meno presenti; anche la burocrazia non soffoca il cittadino, tutto risulta più organizzato e funzionante, meno complicato.
 Per quanto riguarda la cucina, lascia molto a desiderare il gusto teutonico, il palato non proprio sopraffino delle scelte e degli accostamenti e poi scorre molto alcol.
 Mancano dell'Italia il sole, la spiaggia e l'affabilità, ma anche l'abilità di risolvere i problemi, le questioni che via via si parano davanti, insomma quell'arte di arrangiarsi che non abbandona mai chi soffre di organizzazione poco perfetta.
 Non è difficile ambientarsi, però bisogna imparare la lingua e per una buona carriera anche l'inglese, altrimenti si viene tagliati fuori anche dagli stipendi più alti; tante le comunità che si sono impiantate, soprattutto i Turchi  e dall'Est Europa, ma fondamentale è trovare lavoro per poter restare, altrimenti si rischia di venire allontanati.
 Vivere in un Paese nordico non risulta semplice, ma offre molte opportunità di lavoro e di sviluppo, accompagnate da buoni guadagni: cosa decideranno i nostri ragazzi? Viaggiare, scoprire, studiare: l'Europa racchiude molte strade, crogiolo di popoli e di culture, sta al singolo capire la propria aspirazione, il sogno da tentare.
 E noi ci stiamo provando, a suggerire qualche soluzione, ascoltando i grandi che si mettono a disposizione delle domande dei ragazzi, che spiegano a si raccontano, con un po' di emozione.

TESTIMONIANZE DALLA TERRA SANTA

 Ebbene sì, questa mattina in video conferenza abbiamo ascoltato Azzurra, architetto, in forza a Betlemme, grandi emozioni.
 Giovanissima, di Faleria dove ha frequentato sino alle scuole medie, per poi passare al classico di Civita e alla Facoltà di Architettura seguendo il consiglio di un ottimo professore fino al programma Tesi all'Estero: così si decide la vita.
 Azzurra ha discusso una tesi di laurea sul restauro della Basilica della Natività ed ora continua il suo impegno con l'Organizzazione non Governativa Pro Terra Sancta, in uno dei luoghi più magici ma anche più difficili del Medio Oriente, fino al prossimo gennaio, un anno intero di progetti, studi, cantieri, riqualificazione e aiuti a chi si trova in difficoltà, dal povero al malato, sotto la Custodia di Terra Santa con i Francescani.
 Betlemme, la Palestina, Israele, Cisgiordania e Gaza, il muro alto otto metri: la lingua araba del posto, l'inglese per lavoro, l'italiano di uomini e donne di Chiesa; il cibo e il mercato di spezie colorato e dai profumi intensi.
 La carne specialmente di pecora, le verdure, il riso, la pizza dalla cottura particolare, la moneta e il costo di un caffè, la scuola per Musulmani e quella per i Cristiani, le difficoltà dell'emergenza sanitaria cui devono far fronte le attività legate al turismo latitante: questi gli argomenti toccati da Azzurra con un linguaggio semplice e accattivante, giovane, per raggiungere i ragazzi di prima media, classe 2008, alle prese con lo studio di popoli e civiltà, ma anche Crociate e Movimenti riformatori della Chiesa.

 E poi la parte migliore, le immagini dalla Basilica della Natività: le mura esterne, le cinque navate interne, il transetto, la Grotta della mangiatoia, la Stella; Azzurra ci ha spiegato come siano divisi gli ambienti anche in verticale e le questioni importanti della spartizioni di orari e funzioni tra le tre confessioni, i Latini, gli Ortodossi armeni e i Greci ortodossi. Si chiama Status quo e non sempre si arriva facilmente alle decisioni importanti, come il restauro della copertura, nonostante le infiltrazioni di acqua piovana o i fumi delle lampade, tanto che si parla addirittura di miracolo del restauro.

Le lezioni di geografia, quelle belle.

https://www.facebook.com/AzZuRrA.FeRrAuTi

https://www.proterrasancta.org/it/itinerari-in-terra-santa/