lunedì 30 novembre 2015

INVITO AL PRESEPE: dalle parole ai fatti

Tempi difficili e idee contrastanti, con la possibilità di creare confusione o peggio delirio. Stato laico, pensieri cristiani, radici culturali le più disparate, cattolicesimo oscurantista, simboli veri, falsi profeti, chi più ne ha più ne metta.
 Provoca una valanga mediatica la decisione di quel dirigente di fermare le tradizionali recite scolastiche, giustissimo, ma la domenica in chiesa non vedo poi così tanti credenti svegli e pronti a recitare il Padre Nostro; l'ora di catechismo pesa come un macigno e la levataccia per la messa non è proprio generale, o sbaglio?
 Vorrei parlarvi invece di una splendida iniziativa, diametralmente opposta a queste ridicole battaglie profane, come rinunciare a "L'amor che move il sole e l'altre stelle"?
 La mia amica insegnante della scuola dell'infanzia di Gallese, Cinzia, mi ha invitato a visitare il presepe vivente che loro maestre stanno allestendo per domenica 20 dicembre nel centro storico del paese: impossibile rifiutare, intanto perché protagonisti sono i bambini e le loro famiglie.
 Sono già andata lo scorso anno, ne ho un tenero e commovente ricordo, non mancherò di portare naturalmente i miei curiosi pargoli: le immagini rimangono nella loro testolina molto più a lungo di qualsiasi discorso.
 Cinzia mi ha svelato che il percorso è stato ampliato con due nuove scene: è questa la scuola che mi piace, il lavoro collettivo e concorde di docenti e abitanti, la fatica dei preparativi e la gioia del successo, per un messaggio di pacifica semplicità che riempie il cuore e rasserena la mente.

Si può leggere anche l'articolo della scorsa edizione del 5 gennaio 2015.

Predella Adorazione dei Magi, Beato Angelico, 1430







CHE UOMO!

 E' entrato in casa, timido e gentile, ha salutato, nella sua comoda tenuta da lavoro, si è fatto avanti e ha chiesto la sua età, il nome già gli era noto.
 L'ha guardata da lontano, poi si è abbassato, fino ad inginocchiarsi ai suoi piedi, l'ha sfiorata, girata e ha toccato dove doveva, sicuro e pronto.
 Non ha creata problemi, anzi le ha risolto la vita, ha parlato in modo chiaro e deciso, senza pretendere nulla, inventarsi falsi malanni, guai o rotture.
 La sua prestazione è stata fondamentale, non c'era nulla di pericoloso, preoccupante o insormontabile: si sbagliava a manovrare, bisogna comunque tenerla sotto controllo, quando si muove, quando si illumina e parte, meglio di giorno però, di notte se si verificassero degli inconvenienti non se ne accorgerebbe nessuno.
 Si è comportato onestamente, ha voluto solo un piccolo compenso per la chiamata:
grazie signor tecnico della lavatrice!

Ambroise Vollard in un ritratto di Paul Cezanne, 1899


ETRUSCHI? A VITERBO, IN 3D, INCREDIBILE

 Per definire questa mostra userei l'aggettivo utilizzato dal maggiore dei pargoli: ganzo! Effettivamente l'esposizione in Piazza dei Caduti, nella Chiesa degli Almadiani è veramente accattivante, specie per le nuove generazioni pollici-dipendenti: schermi giganti, cuffie, tour virtuali, basta un clic per animare teste parlanti, che spiegano in breve usi, costumi e società etruschi.
 Si gioca a tempo con il computer, si selezionano percorsi, pagine e naturalmente si utilizzano gli occhialetti bicolori, il tutto all'interno di un grande ambiente scuro con pannelli numerati ad indicare il percorso.
 L'entrata alla chiesa risulta un poco nascosta dalle solite bancarelle che vendono i soliti gingilli natalizi, non si vedono gli striscioni e anche quello centrale in alto oggi pomeriggio ha dato segni di cedimento: povere iniziative d'attrazione turistica.
 Consiglio vivamente la visita a bambini di tutte le età, che non potranno non divertirsi, a studenti di ogni ordine e grado: conoscere le nostre origini è un dovere, oltre che un piacere.

Ho rubato le immagini dal web.



HO CONOSCIUTO NORAH KERSH

 Ore 11:00 Palazzo delle Maestranze altra inaugurazione, di un'artista di origini russe a me sconosciuta, che però mi ha colpito molto positivamente: piccola di statura, una signora delicata che parla senza tradire emozioni della sua arte, di come lavora e dipinge la carta, del lavorio di trasformazione e adattamento delle strisce incollate, accostate che risultano pronte solo quando sentirà che le parleranno. Ci spiega che usa il sale per assorbire colore e lasciarlo in posa fino a quando non sarà soddisfacente, e la cera per coprire alcune parti del progetto e lavorare solo su altre.
 Esempio di vita e di impegno, gli artisti come lei, ritirati in campagna, ma in contatto con il mondo intero, per farsi conoscere e soprattutto allargare gli orizzonti.
 Altro particolare che mi ha colpito, i colori della sua blusa: a righe marroni, i colori caldi della terra, così come si ritrovano sui suoi quadri.
 Nessuna ansia, nessuna incombenza: ci si affaccia alle finestre, che allargano lo sguardo all'orizzonte, alle forze della natura. Sembrano onde, profili naturali bruciati, forse rocce, non c'è spazialità costruita, la prospettiva per intenderci, tutto è sinuoso e morbido. Anche nelle opere più geometriche, diciamo così, si gioca con gli accostamenti di colore, ma sulla scala dei toni blu.
 Entrando nella Cantina ho comunque avuto una prima impressione giapponese, un richiamo delle famose stampe. Il curatore Pani ha parlato di influenze anche americane: tutto il vissuto dell'artista racchiuso in queste miniature di acquerelli, che mi ispirano tanto:
Così tra questa
Immensità s’annega il pensier mio:
E il naufragar m’è dolce in questo mare.

http://irtus9.wix.com/artisti-fuori-luogo#!nora-kersh/cqoz







domenica 29 novembre 2015

AVREI TANTO VOLUTO IL QUARTO...

 ...Figlio, naturalmente. So che molti, a questo punto penseranno che sono proprio matta, che di questi tempi duri, economici e terroristici, non si possono neanche concepire certi pensieri. Ne sono consapevole, la vita non è facile, per nessuno, ma ho sempre visto la gioia e la confusione della famiglia numerosa, il non essere mai soli, lo scambio di coccole e idee e tanto altro...
 E comunque quell'idea è ormai sfumata: abbiamo attraversato un lungo periodo di lavoro traballante, ancora non ne siamo usciti: naturalmente ai miei pargoli non manca mai il necessario, invece il superfluo arriva solo in determinate occasioni e feste comandate. Mi affido molto all'aiuto dei nonni, soprattutto mia madre, santa donna, ma non per questo delego a loro l'educazione dei figli, anche perché - come dice mio suocero - i nonni sono fatti per viziare i nipoti, il compito di educatori lo hanno già svolto in passato.
 Non giudico chi ha un solo figlio, ognuno opera le proprie scelte, ma non voglio neanche essere giudicata, presa in giro o peggio offesa; quando i piccoli stanno con la nonna, sia io che mio marito lavoriamo, e anche duramente, tosta portare avanti un nucleo di cinque persone, non si lascia niente al caso, tutto deve essere pianificato e organizzato al minuto.

Mathias Stomer, o Stom o Stomma (Amersfoort1600 circa – Sicilia, dopo il 1650)
Natività chiesa dei Cappuccini, Palermo


UNA CERTA CONFUSIONE

 Altra discussione-scambio di idee Italia-Spagna, non ci andiamo per il sottile, mia sorella ed io. Afferma che un mio articolo non è chiaro, per me ironico nei miei confronti: ho voluto ridere delle mie disavventure, senza offendere nessuno, questa volta. I post arrabbiati sono altri e se non scrivo i nomi delle persone a cui sono diretti, penso sia chiaro ai mittenti il messaggio, chi vuol capire capisce.
 Qualsiasi riferimento a cose e persone è puramente casuale, si diceva una volta: invece io, faccio molto riferimento a quello che sento e vedo, è un mio difetto.
 Ma quando mia sorella mi ha messo la pulce nell'orecchio, per un attimo ho temuto che avessi offeso una persona molto cara con un chiaro riferimento, ma non è così e rileggendo è evidente il mio intento di autoironia-invito alla consolazione senza disperarsi per delle stupidaggini che si sono aggiustate facilmente... Comunque sono sempre disponibile ad un confronto di idee, se in qualcosa ho peccato.
 Inoltre insiste che non vuole più esprimere in pubblico per iscritto un'idea diversa dalla mia, perché una volta l'ho rimproverata, peccato che né io né lei ricordiamo in quale circostanza.

 Se qualcuno ha delle idee contrarie alle mie, se pensa che abbia esagerato, offeso o falsificato la realtà, può sempre commentare  o rispondermi per le rime, non è vero che sono integerrima e insofferente, anzi mi sento abbastanza ragionevole e pronta al dibattito, in fondo mi piacerebbe diventare una giornalista da grande!

Jackson Pollock in una foto di Hans Namuth


sabato 28 novembre 2015

LA GIUSTA PUNIZIONE

 La classe di mio figlio undicenne, comportandosi in modo maleducato durante un'attività scolastica nonostante gli avvertimenti della professoressa, è stata punita in maniera categorica: niente uscita didattica in orario scolastico a Viterbo, per visitare un'interessante mostra "tecnologica", unica classe tra le prime a rimanere al palo.
 La mia obiezione non riguarda naturalmente la decisione degli insegnanti di castigare il malo comportamento, se i ragazzi lo meritavano, hanno fatto bene; mi spiace però che abbiano dovuto rinunciare ad una esposizione interessante, un'occasione di studio e conoscenza collettiva.
 A mio modesto parere, potevano pensare ad un altro tipo di sanzione: magari, partecipare con la presenza di un adulto, un genitore che li accompagnasse. Avrebbero così provato un po' di sana vergogna per il comportamento scorretto a scuola davanti ai coetanei.
 Rinunciando all'uscita si sono tutti indispettiti, anche chi è stato un poco più bravo si è offeso; ripeto, è giusto non passare sopra alle malefatte, però potevano trovare altro da lasciare indietro, considerando che tanti non avranno occasione di recupero!



 

TORTA ALLE CAROTE

 E poi ti ritrovi un sabato pomeriggio con un'oretta libera da impegni, anche familiari, e la passi con la tua amica del cuore, seduta ad un bar a chiacchierare davanti ad un cappuccino, terapia di coppia!
 L'amica mia, che è anche un'ottima cuoca dolce e salata - cosa avremo mai in comune, ancora devo capirlo - mi ha gentilmente suggerito questa semplice ricetta, parole sue: non le ho proprio promesso che l'avrei provata subito, però la condivido volentieri con voi, gentile io, così le pasticcere più esperte intanto potrebbero provarla.


300 g di carote pulite
1 bustina di lievito
250 g di farina 00
100 g di farina di mandorle
180 g di zucchero
90 g di olio di semi
3 uova
1 bustina di vanillina o una bacca di vaniglia
un pizzico di sale

 Grattugiare le carote con la grattugia o nel frullatore.
 In una terrina lavorare uova, zucchero, sale e la vaniglia per almeno dieci minuti, aggiungere poi gli altri ingredienti, poi l'olio e alla fine le carote.
 In forno già caldo per 35 minuti a 170°, poi altri 10 minuti a 160°.
 Buon appetito!

Vittorio Matteo Corcos (Livorno4 ottobre 1859 – Firenze8 novembre 1933) è stato un pittore italiano, conosciuto in particolare per i propri realistici ritratti.

Sogni, 1896, Galleria Nazionale d’Arte Moderna, Roma






Consoliamoci

 Mal comune, mezzo gaudio, recita un vecchio adagio.
 Non che sia proprio d'accordo, non possiamo certo consolarci pensando al male di qualcun altro: c'è chi sta peggio, ne dobbiamo avere compassione e aiutarlo come possiamo, comunque non sentirci sollevati, o no?
 Dal momento che se ne sentono però tante, ho pensato di condividere alcune battute con voi, per ridere un po' e magari riflettere sui casi dell'esistenza.

"Ho incidentato la macchina, mi sento una cretina, proprio non ci voleva..."

1-"Tranquilla, il momento da cogli@#]& passa per tutti, almeno una volta nella vita!"
2-"La spesa è alta, ma almeno non ne devi comprare un'altra, come abbiamo fatto noi, dopo che ce l'hanno rubata in vacanza!"

 Non ho superato la selezione per un lavoro a tempo, non avevo la conoscenza giusta, non le capacità, mi mancava proprio l'aiutino; parlando con chi invece ha ottenuto l'incarico:
"Ma non ti crucciare più di tanto, non è stato un granché, più i grattacapi, che il rimborso!"
"Intanto hai lavorato e hai pure il coraggio di lamentarti?"

"Mio figlio maggiore è tanto bravo a scuola per quanto distratto, diciamo così, ha preso due richiami dalla professoressa in una settimana e altrettante punizioni da parte mia..."
"Di che ti lamenti, il mio piange, perché non vuole andare a scuola, quando c'è quella professoressa!"

La Madonna della Consolazione è un dipinto a olio su tavola (183x130 cm) di Pietro Perugino, databile al 1496-1498e conservato nella Galleria nazionale dell'Umbria a Perugia.




RESOCONTO

 Settimana altalenante, per quanto riguarda il lavoro, alti e bassi: certi giorni super-impegnata, altri a girarsi i pollici su FB, che non indica grande stress, e alacre battaglia alla polvere - con i panni ho rinunciato da un pezzo, hanno vinto loro e conquistato la camera piccola.
 Due pomeriggi a scuola con gli insegnanti dei figli maschi: quei dolci e teneri paffuti rompippi, neanche le punizioni riescono a calmarli, ma sono tanto intelligenti, consoliamoci.
 Il mio motore è tornato finalmente a casa: dovrei far finta di non aver lavorato e riscosso mai  in questo mese, per pagare il danno che la mia distrazione ha prodotto in pochi istanti, sono un pericolo pubblico. Mi piace camminare, percorrere le stradine e i vicoli paesani è una gioia ginnica, ma essere costretta a certe torture fisiche non ha prezzo.
 Cena internazionale, meravigliosamente buona e foriera di sapori agrodolci interessanti: quando la cucina unisce meglio di tanti discorsi politici.
 Qualche santa parola di incoraggiamento, alcuni elogi, nuove amicizie virtuali e varie promesse; nuovi inviti e nessun miraggio, meglio rimanere con i piedi per terra, le orecchie aperte, ma non credulone.
 Anche un paio di leccac@#*$£ che hanno provato a lusingarmi: ho quarant'anni ormai, credo solo alle favole cui decido di concedere importanza io, non certo ai primi Pifferai di Hamelin incontrati "per caso".

venerdì 27 novembre 2015

MASTRO GEPPETTO

Mastro Geppetto: il falegname perfetto!

Tutto il giorno pialla, inchioda e incolla
se non vede la fine di sicuro non molla.
Ogni opera realizza con la massima cura
immerso come sempre nella segatura.

Odia parrucche, cipria, trine e merletti;
i suoi lavori son davvero perfetti:
porte, finestre, sottili intagli
tutto realizza senza che mai si sbagli.

Papà lo vuole un giorno sul trono seduto
ma il figlio gli risponde con un saluto,
perché preferisce il suo sgabello
per stare seduto e il vecchio cappello;
non di certo lo scranno finemente intagliato,
solo così si vede onestamente realizzato.

Rimane per ore nella sua bottega
armato di chiodi, colla, pece e sega
non lo trovate nel castello maestoso
ma in quel luogo piccolo e polveroso.

Luigi XIV di Francia e Navarra
 il Re Sole



giovedì 26 novembre 2015

LE QUARANTENNI LO FANNO MEGLIO

 Le quarantenni conoscono bene i segreti del loro corpo, sanno come valorizzarlo e come nasconderlo; in estate, non salutano gesticolando e agitando tutto il braccio, no, basterà alzare la manina, non sia mai che si veda penzolare la pelle dell'avambraccio.
 Prendono il loro uomo per la gola di giorno, ma di notte...
 Sono sempre pronte per una foto dalla parte del profilo migliore, senza evidenziare la gobba-naso o l'apertura-mancanza dentale. Hanno sacrificato una parte vincente del lato A, allattando i figli, quindi optano per una rivalutazione del lato B, fianco-gluteo-coscia.
 Le quarantenni non credono più ai complimenti dei maschietti, si fidano invece del giudizio delle amiche: consigli a raffica su cibo, trucco e parrucco.
 Quando si sentono sole, accendono il telefono e si connettono: c'è sempre qualche coetanea in linea.
 Sono sempre leggermente stressate, colpa del marito, dei figli, della famiglia, del lavoro, ma basta una telefonata alla persona giusta e tutto si racconta, si semplifica, si condivide.
 Le quarantenni hanno comunque la soluzione a qualsiasi problema, anche se qualsiasi ostacolo diventa un problema.
 Hanno sempre un'amica del cuore a cui raccontare i loro segreti, le ansie, le paure, un'amica da informare immediatamente di tutto ciò che accade loro.
 Le quarantenni leggono, si informano e spengono la luce quando i loro compagni già dormono, poi con i piedi e le mani gelati si avvicinano e cercano quel calduccio adatto ad addormentarsi.

Les Demoiselles d'Avignon è uno dei più celebri dipinti di Pablo Picasso. È un olio su tela, realizzato nel 1907, di misura cm 243,9x233,7. È conservato nel MoMA di New York.



QUELLI CHE MI SNOBBANO...

... Sarà per il brutto tempo novembrino, sarà colpa della solitudine casalinga, ma sono triste e un po' delusa: varie circostanze che si sono verificate negli ultimi tempi mi hanno lasciato, come dire, quell'amaro in bocca, che voglio rovesciare come il sassolino fastidioso dalla scarpa.

 C'è chi mi non mi informa più dei propri eventi,
chi non mi invita personalmente alle manifestazioni,
chi preferisce non guardarmi negli occhi,
chi non mi lascia parlare,
chi non mi prenota il posto,
chi mi toglie l'amicizia,
chi cerca solo la mia opinione negativa sui suoi avversari,
chi pretende parole d'elogio per sé.
 Poche persone che mi lasciano sconcertata, eppure quando collaboravamo sembravano soddisfatte.

 E poi ci sono tutti gli altri, tutti voi, che condividete, a voi piacciono le mie stupidaggini e non posso che ringraziarvi immensamente, siete la mia forza creativa, altrimenti abbandonerei la scrittura pubblica, per tornare a quella privata.

La Crocifissione è un dipinto tempera su tavola di Masaccio, facente parte dello smembrato e in parte disperso Polittico di Pisa, del quale costituiva il comparto centrale superiore. L'opera misura 83 x 63 cm, risale al 1426 ed è oggi conservata al Museo nazionale di Capodimonte a Napoli.




LA VERA STORIA DEL TACCHINO (DEL RINGRAZIAMENTO)

  Tanto per ridere un po' e per rispondere a chi mi ha chiesto notizie del succulento tacchino...

C'era una volta un bel tacchino di circa 6,500 kg - in americano 15 pounds kg - cercato, richiesto e ordinato in una macelleria fuori dal paesino.
 Pelle ed ossa, ma tutto intero fu acquistato da Allison e portato nella casetta alle pendici del monte, svuotato delle interiora, era il prescelto per la cena del Ringraziamento, avrebbe sfamato tanti invitati curiosi...
 Per un'ottima riuscita fu preparato un ripieno di ananas - conservato in barattolo - cipolle, salsiccia piccante, due mele, sedano, mirtilli essiccati - impossibile da trovare nel territorio - pane secco e per omaggiare gli abitanti del luogo anche castagne bollite: il tutto tagliato e pezzettini.
 A parte era stato preparato del buon brodo di pollo, per accompagnare e bagnare il tutto.
 Cotti gli ingredienti, si è proceduto con l'imbottitura e la legatura del tacchino, che è finito in forno per circa cinque ore.
 Pronto per l'ora di cena, diede il meglio di sé, circondato dalle salsine, lasciando tutti contenti e soddisfatti.

Alberto Savinio, L'annunciazione, 1932, coll. priv.




BISCOTTINI NERI

 Buon giorno mondo!
 Nebbia agli irti colli, giornata uggiosa e grigia, deprimente non poter stendere il bucato fuori, neanche una persona per strada per poter scambiare qualche pettegolezzo, sarebbe un'esistenza veramente triste se non fossi passata a consumare il mio solito cappuccino, anzi due!
 Il secondo però con la scusa di copiare la ricetta di biscottini-prima colazione buoni e semplici da preparare.
 Come al solito, si tratta di una ricetta magica, perché il risultato di tanto impegnativo lavoro sparisce in pochi minuti.
 Diamo un senso a quelle sudate in palestra, cerchiamo un perché a quei chilometri percorsi in salita, inseguiamo un motivo valido per salire e scendere dalla pedana: biscottini della zia!

3 uova
1 limone grattugiato
1 bicchiere di latte
200 g di zucchero
1/2 bicchiere di olio
farina quanto basta per un impasto denso e consistente
1 cartina di lievito per dolci
cacao a piacere circa 1/2 bustina

 Lavorare il tutto - è l'impasto per il ciambellone - aggiungere la farina fino a una giusta consistenza per raccogliere la pasta con un cucchiaino e disporla ad una certa distanza sulla teglia con carta-forno.
 Forno caldo, cuocere a 180° per circa 15 minuti.
 Buon appetito!

Picasso, La corsa (1922)

IL PRINCIPE-PITTORE

Vincent il pittore

Animo nobile e fiero portamento,
finalmente un papà del figlio contento?
Il re suo padre lo vorrebbe illustre dottore,
ma Vincent in cuor suo si sente pittore!

Passeggia con pennelli, tele e cavalletto,
sempre alla ricerca dello spunto perfetto
da mane a sera va per prati in fiore
di biondi girasoli bagnati dal sole.

E' anche assai abile a realizzare ritratti
e per lunghe ore lavora da matti!

Il suo babbo è ormai rassegnato:
non lo vedrà mai col camice bianco indossato,
ma Vincent così è tanto contento
ed ogni sua mostra è un grande evento.



mercoledì 25 novembre 2015

QUELL'IDEA GENIALE...

 ...Dunque è arrivata. Pensa che ti ripensa, alla fine si è accesa la lampadina e ho trovato la soluzione, non quella definitiva, assoluta, ma comunque una strategia di attacco alla notorietà.
 Seguendo l'esempio di una pagina FB che è diventata gettonatissima - ne ha parlato il TG delle 20:00 - ho deciso di scrivere le mie stupidaggini direttamente sul blog e condividerle con l'etichetta Libro, così si potranno consultare tutte insieme, solo ricercando nello spazio in alto a sinistra, dove appare la lente di ingrandimento la parola-chiave appunto.

Vi ripropongo la prima delle filastrocche che ho inventato, con qualche modifica.

Otto Biscotto

Questa è la storia di un principe goloso
figlio del re del Paese Favoloso.

Papà lo voleva forte e gagliardo,
sicuro di spada e preciso di dardo,
il suo nome era Von Kaiser Otto
ma tutti lo chiamavano Otto Biscotto.

A lui interessava non solo mangiare
ma tanti dolci poter preparare,
non voleva cavalcare il nero destriero,
ma solo del latte usare il siero.

Mangiava parecchio e sempre di gusto
non era proprio quel che si dice un bel fusto!

Piaceva così alla principessa Carlotta
morbido e dolce come bianca panna-cotta.
I due si sposarono e vissero per sempre felici e contenti,
tra torte, bignè e cioccolate fondenti.



FERNANDO BOTERO (COLOMBIAN B. 1932)

THE ARNOLFINI (AFTER VAN EYCK)



martedì 24 novembre 2015

CHE STRANA SENSAZIONE...

... Non che sia del tutto negativa, anzi sento energia positiva intorno a me, ma mi imbarazza.
 Parlare con persone "estranee", pensando che non sanno niente di me e scoprire invece, dai loro commenti, che leggono per filo e per segno tutti gli articoli che scrivo, conoscono allora dove sono andata e cosa ho fatto. Perché non lasciate mai un segno o una parola scritta?
 Ad una cena, a cui partecipo sola, parlo con vari invitati ridendo e scherzando, sono di compagnia io; mi si avvicina un ragazzetto - che conosco bene di vista - si presenta e mi chiede se sono del paesello: "Da ben quarant'anni!", la mia risposta; silenzio imbarazzante. Non li dimostro, ma che ci provava? Ho il doppio dei suoi anni...
 Ci sono ancora persone che per strada mi fermano e mi chiedono come mai i miei figli sono tanto diversi l'uno dall'altro, specialmente la femminuccia: "Tutta sua nonna, paterna!" Sono sempre stata fedele a mio marito, noiosa e ripetitiva io.
 Chissà se un giorno riuscirò a far capire agli altri che non sono una maestra di fatto (ho studiato al classico e mi sono laureata in Conservazione dei Beni Culturali), ma che ho collaborato e, se chiamata, collaboro con le insegnanti molto volentieri. Quando mi ingaggeranno, sarò una supplente di Lettere alle scuole medie e/o agli Istituti Tecnici Superiori.
 Nessuno mi paga o mi ha mai pagato per le stupidaggini che scrivo, però garantisco massima serietà e se qualcuno vorrà mettere mano al portafoglio, non rinuncerò certo ai ringraziamenti di carta, oltre che a quelli verbali, sempre tanto graditi, ma poco consistenti.
 Ah, quando tagliate e incollate dai miei articoli, siete pregati di citare sempre la fonte, almeno quello di riconoscimento!
 Ho trovato un nuovo impiego, sempre più Cenerentola, sempre meno Piero Angela, triste ma reale.
 Non mi offendo se la mia amica passerà dalle parole ai fatti, dal lodarsi per la sua buona cucina al farmi assaggiare qualcosa preparato da lei, non mi ha mai offerto neanche un caffè macchiato a casa sua!
 Dalle parole ai fatti, è ora di comprare gli strumenti giusti di precisione, sistemarsi in cucina e tra una sbattuta - d'uovo - e una grattatina - di limone - scrivere le storie che mi renderanno famosa... Cosa realizzerò meglio? Ho forti e radicati dubbi...


Il bacio è un dipinto (olio, argento e oro su tela, 180 × 180 cm) di Gustav Klimt, probabilmente il più noto del pittore austriaco, realizzato fra il 1907-1908 e situato alla Österreichische Galerie Belvedere di Vienna.



HO IN MENTE UN LIBRO...

 Questo è il mio sogno, il mio più grande desiderio cultural-artistico, scrivere un libro per bambini, divertente, interessante, uno di quelli che si vuol tenere sullo scaffale della libreria da prendere e consultare con il bacio della buonanotte. Me lo immagino grande, con la copertina cartonata arancio-verde, come i colori della natura, del bosco e della semplicità.
 Una parte poetica, di filastrocche, di quelle con la rima baciata, come quando scrivevo della mia classe e dei professori del liceo ai pranzi di fine anno, solo con protagonisti gli animaletti del selve, i bambini golosi, affettuosi o antipatici. Poi una parte di narrativa, magari di favole e fiabe, con la morale finale, con i vizi e le virtù umani riflessi negli animali o nelle cose personificate, come le traduzioni da Fedro ed Esopo.
 Mi piacerebbe realizzare questo progetto anche con protagonisti i personaggi storici vissuti nella mia terra, per incuriosire, far conoscere ridendo tante realtà ai giovani e risvegliare la memoria degli anziani.
 Ho un sacco di parole in mente da digitare, immagini precise da delineare, fantasia da vendere e nessun interesse ad arricchirmi, di cultura non si campa, però ho anche tante paure e indecisioni: ne sarei veramente capace, piacerebbero le mie storie inventate, ma soprattutto come si fa a entrare nelle grazie di una casa editrice seria, di quelle che non vogliono solo scucirti i soldi della pubblicazione?
 Altro particolare non trascurabile, anzi essenziale, chi disegnerebbe le mie parole?
 Fino ad oggi ho sentito solo false promesse e mille impedimenti.

 Intanto viaggio con la mente, la fantasia mi sradica dalla realtà e mi allontana dai pensieri tristi.

Marc Chagall – La passeggiata, 1917-1918




IL RINGRAZIAMENTO

 Sono stata invitata per la prima volta in vita mia ad una Festa del Ringraziamento americana, nel paesello, in cui vivono e lavorano anche tanti stranieri anglofoni, che si è svolta nella sera libera di tanti ospiti, invece che nel quarto giovedì del mese di novembre.
 Per non impressionare con risposte inappropriate, evitare brutte figure mi sono pure documentata prima di andare, non si sa mai.  Anche questa è una delle opportunità offerte dal mio lavoro: insegnare italiano ad un americana comporta anche questi sacrifici culinari, di assaggio e scoperta di nuovi sapori d'oltreoceano, papille gustative all'opera, sensazionale.
 Ci siamo ritrovati in più di venti - italiani e stranieri - in una taverna affittata per l'occasione, ognuno ha portato qualcosa da bere e stuzzicare: affettati,  bruschette, pasta-sfoglia, ma i piatti forti erano naturalmente il tacchino enorme e la varie salse per condimento; fagiolini, cipolle fritte e pancetta insieme; torta con la zucca e cannella; torta al cioccolato e panna; torta di mele con gelato.
 Naturalmente per dovere di cronaca, per non offendere chi ha preparato e per il gusto di scoprire nuovi sapori, ho assaggiato tutte le pietanze e bevuto anche il liquore all'uovo fatto in casa: come rovinare una settimana di dieta in una serata tra amici!
 Ma che soddisfazione, vuoi mettere il gusto; certi sapori sono proprio distanti dai  nostri accostamenti, diversi e stuzzicanti, solo la torta arancione mi ha lasciato un pochino titubante, ma per il resto...
 Bello, piacevole, particolare.

Edward Hopper (1882–1967), Nighthawks, 1942. Oil on canvas, 33 1/8 × 60 in. (84.1 × 152.4 cm). The Art Institute of Chicago; Friends of American Art Collection 1942




lunedì 23 novembre 2015

BEATI GLI OPERATORI DI PACE

“Beati gli operatori di pace, perché saranno chiamati figli di Dio” (Mt 5,9)
 
Manca un mese al Santo Natale, giornata uggiosa che non mi lascia pensare molto di positivo, mi rattrista l'anima e schiaccia il sorriso: sarà un Natale diverso, più intenso, triste.
 Mi sono venute in mente le parole del Vangelo, sempre molto attuale, secondo il mio modesto pensiero, in special modo in questi giorni di terrore e paura, ci spaventa anche organizzare una gita in treno verso Roma, per portare i figli a visitare la Città Eterna sotto le feste più meravigliosa ancora.

 Cosa possiamo realizzare nel nostro piccolo, come operare per la pace?
 Beh, ci sono tanti rimedi: iniziamo dal considerare i bimbi per come sono e non per come vorremmo fossero, piccoli adulti in affari, vendicativi, competitivi. Ad ognuno le proprie capacità intellettuali, non una frenetica corsa al voto migliore, al primo posto in classifica, al miglior piazzamento in squadra. Non li ameremmo allo stesso modo se non diventassero grandi campioni, se non raggiungessero livelli che non abbiamo potuto o voluto raggiungere noi?
 
Non parliamo male degli amici, non riportiamo quei pettegolezzi, che possono anche scappare di bocca in un momento di rabbia o delusione: meglio tacere e tenersi per sé considerazioni poco signorili o amichevoli, di cui potremmo vergognarci o che potrebbero rovinare un rapporto ben avviato.

 Non giriamo la testa dall'altra parte se una persona ci chiede aiuto, anche se non potrà onorare il suo debito, avremmo comunque guadagnato in stima, ricevendo gratitudine infinita e indiscussa. Se non usiamo indumenti, oggetti o mobilio non lasciamoli marcire in cantina, meglio donarli a chi ne farà buon uso quotidiano.

 Ricordiamoci di ridere per tutto il bello che ci circonda, a partire dalla nostra famiglia

Tail Shurek

Ho una scatola di colori
in cui ogni colore esprime una sua felicità.
Ho una scatola di colori
calda, fredda e allegra.
Non ho il rosso per le ferite e il sangue.
Non ho il nero per un bambino orfano.
Non ho il bianco per la faccia morta di un ragazzo.
Non ho il giallo per le sabbie gialle che bruciano.
Ho l‘arancione per la gioia di vivere.
Ho del verde per radici e foglie.
Ho il blu per un cielo terso.
Ho il rosa per i sogni e il riposo.
Mi sono seduta
e ho disegnato la pace.

La demeure d'un ciel – Joan Miro (1893-1983)



ALTRO A CUI PENSARE

 Questa mattina ho avuto un serio scambio di opinioni con una delle mie amate cugine su un argomento tanto triste quanto attuale: sarà che siamo ormai grandi, sarà che ci si confronta su tante realtà, ma ci sono intorno a noi molte situazioni terribili, che spesso dimentichiamo o cerchiamo di non considerare anche solo per sorridere ai nostri figli, tentando di mantenere una normalità dura da far emergere.
 La malattia, la sofferenza, le battaglie quotidiane delle donne e delle mamme mi hanno fatto tornare con i piedi a terra: scrivere di stupidaggini è meraviglioso, prendersi in giro è rigenerante, perché strappare un sorriso è una delle mete che mi sono prefissa con i miei articoli, la vita è già dura di suo per piangersi addosso e far star male gli altri che leggono.
 Però mentre scherzo del mio abbigliamento, sbeffeggio il taglio e il colore di capelli troppo arduo di una signora attempata, ci sono signore ancor giovani che devono affrontare terapie e cure che glieli faranno perdere; mi lamento dei troppi impegni familiari mal considerati e poco apprezzati, magari una donna è costretta a vivere giorno per giorno, senza progetti a lungo termine e guarda i figli non sapendo se li vedrà crescere.
 Questa è la vita, dolersi di poco, quando c'è proprio una accanto a te che che lotta per un'esistenza tranquilla.

Le tre età della donna è un dipinto a olio su tela (180x180 cm) realizzato nel 1905 dal pittore austriaco Gustav Klimt.
L'opera è conservata alla Galleria Nazionale d'Arte Moderna di Roma.


IL ROLLO, CHE FA TANTO DOMENICA

 Non capita spesso di stare a pranzo a casa nostra la domenica, quando non andiamo in gita, non pranziamo dai nonni o qualche anima pia amica sopporta la nostra invasione barbarica. Bisogna allora organizzare un buon pranzo, fondamentale dare ai pargoli l'idea di un momento importante di riunione familiare, che si verifica raramente, dal momento che il pater familias durante la settimana è sempre fuori per lavoro.
 Il primo non crea grossi problemi, pasta o risotto che piacciono più o meno a tutti, capita a volte di lasciar scegliere il condimento; anche il contorno è facile da individuare, con le patate al forno non si sbaglia mai, bene anche i legumi, a casa nostra sempre ben accetti, o l'insalatona dietetica mista con olive, mais e quando si esagera con frutta secca tostata.
 Ma il secondo è il piatto della discordia: quell'incontentabile di mio marito, che ama prendermi in giro, ha gusti difficili quanto a tipi di carne e tagli. Abituata io a mangiare di tutto, anche la cacciagione, mi sono sposata uno che usa coltello e forchetta come un chirurgo per controllare, raramente assaggia le novità o si sporca le mani.
 E oggi, quel buon arrosto, cotto lentamente con tanta attenzione, con tutti gli odori e il sughetto vellutato a coprire le fette nel piatto? Finito, naturalmente, indovinate quanto ne ha mangiato la mia dolce metà. Niente! Se non è amore questo.
 Ciao Tesoro (sei fonte inesauribile di idee e spunti di riflessione)!

La bottega del macellaio (Annibale Carracci, 1583-1585)




domenica 22 novembre 2015

IL TEATRO IN PALESTRA

 Domenica pomeriggio, l'orario non è dei più  comodi, arriviamo in leggero ritardo, ma  ci sono ancora poche persone, ci sistemiamo sugli spalti in attesa di qualche segnale. Intanto fanno capolino due attori in abito di scena, attirano subito l'attenzione: alti e magri, hanno proprio la faccia d'attore, espressiva e particolare.
 Lentamente arrivano altri bambini e lo spettacolo può iniziare, con più di mezz'ora di ritardo, ma l'attesa viene ripagata.
 Si alternano quattro attori, due uomini e due donne, con costumi semplici, maschere da Commedia dell'Arte, anche la scenografia è essenziale, bisogna lavorare di fantasia, che tanto non manca.
 Si parla delle avventure di un ragazzo di colore, alle prese con una donna d'affari, un capitano e una bella morosa rinchiusa in un'alta torre. Come presentare la condizione di chi lascia il proprio Paese, in cerca di fortuna, di chi viene sfruttato nei campi, della donna segregata e offesa a giovanissimi spettatori? Loro ci sono riusciti, con colori, musica, gesti, danze e parole semplici: la sofferenza, il raggiro, la prostituzione, tutto si supera se l'amore è più forte del male, se ci si crede veramente.
 Bravi gli attori, che hanno coinvolto il pubblico con le mani, le canzoni, il corpo in movimento, raccontando una storia terribile comunque a lieto fine, in cui anche i cattivi suscitavano malgrado tutto una certa simpatia.
 Bravissimi.
 Le foto sono state scattate con il cellulare dal maggiore dei miei figli, che non voleva neanche partecipare e poi non si è perso neanche una parola; invece la locandina dello spettacolo arriva dal profilo FB della compagnia.