giovedì 30 luglio 2020

DI PINETA, UN PO'

 Giovedì si combatte il caldo di fine luglio con una scappata in pineta, quella sulla Strada Cimina, che porta a Viterbo. Arriviamo presto, ma coppie di arzilli anziani hanno già colonizzato parte dei tavoli, all'ombra, con coperte, sdraio, borse varie di scorte alimentari - aperte all'unisono allo scoccare delle dodici e trenta, imperturbabili.

 Siamo un gruppo eterogeneo, per età e provenienza, assortito e rumoroso, ottima compagnia; ci sediamo intorno a due tavoli di legno, consumati dal sole e dalle intemperie, neanche allineati per altezza, ma non fa niente, ci si arrangia.
 Il sole arriva sui giochi colorati, una volta almeno c'erano le piante a coprire un poco, ora belle folte crescono le ortiche.
 Elena, mia cugina, poco più grande di me, non è solo nonna biologica, ma anche nei modi e nelle intenzioni: apparecchia la tavola come fosse un buffet, dalla borsa frigo esce di tutto, e buonissimo.
 Un caffè non  si nega a nessuno, basta mettersi in fila ed aspettare il proprio turno del thermos, sacchetto di zucchero e palettine.
 Passeggiata per sgranchirsi, ninnolare i piccoli che non ne vogliono proprio sapere di chiudere gli occhietti e perdersi i giochi con gli altri, meglio organizzare una partita a Uno, ma certi sono proprio fortunati e antipatici, quando vincono.
 Una giornata semplice semplice, caldo torrido da evitare, giusta la compagnia.
 Dunque non solo dove ti trovi, soprattutto con chi condividi.





domenica 26 luglio 2020

FARFA, GIOIELLO DI ABBAZIA

 E oggi, ultima domenica di luglio 2020, abbiamo scoperto Farfa e la sua splendida abbazia.
 Nulla a che vedere con quanto si studia sui libri di storia dell'arte, che pure contengono fotografie di buon valore: dal vivo tutta un'altra meraviglia!
 Per arrivare abbiamo percorso l'autostrada, impiegando poco più di un'ora, per il ritorno invece abbiamo optato per il percorso interno, lungo la campagna sabina, irta di colline color ocra dai folti pendii di uliveti, ricchezza della campagna laziale.
 Il complesso si visita solo con la guida, a noi è toccato Matteo, un ragazzo veramente simpatico specie con i bambini con cui ha scherzato per tutto il tragitto; biglietto unico, gratuito solo se non avete compiuto sei anni.
 Il giro si effettua in più di un'ora, semplice ma efficace: biblioteca, museo, sala capitolare, chiesa, cripta, doppio chiostro, i cosmateschi, gli intarsi, Orazio Gentileschi, il Cristo in croce... Un tesoro dietro l'altro, che cattura lo sguardo: alcune realtà non si possono fotografare, le misure di sicurezza sono rispettate perfettamente, ma senza opprimere.
 Santi, studiosi, miracoli, icona mariana: lo sguardo vaga grazie alle indicazioni della guida e non ci si annoia, anzi si scoprono anche le illustrazioni  e le statuine che raccontano la storia del luogo opera di un maestro che conosciamo dai libri per ragazzi, Emanuele Luttazzi.

 Prima di entrare nel complesso abbiamo scoperto il punto ristoro, ombroso e accogliente: il barista gentilissimo ci ha svelato che non c'è grande movimento di visitatori se non la domenica e purtroppo tutti i ragazzi svedesi che negli anni passati trascorrevano un periodo di ritiro presso la suore di Santa Brigida non sono arrivati, a grande discapito dell'economia locale. Da non perdere neanche il piccolo borgo che si snoda attorno all'abbazia: botteghe d'arte e antiquariato, artigianato, enogastronomia. L'unico accorgimento sta nel ricordarsi che si rispetta la chiusura per la pausa pranzo, da organizzare il tutto quindo tra prima delle tredici e dopo le quindici; noi abbiamo consumato i nostri panini casalinghi in un parco pubblico vicinissimo, sulle panchine di legno.

 https://www.google.com/search?q=emanuele+luzzati+farfa&oq=emanuele+luzzati+farfa&aqs=chrome..69i57j33.4809j0j7&sourceid=chrome&ie=UTF-8


















NATI PER LEGGERE, CAPRANICA

 Sabato pomeriggio nel parco pubblico Corrado Nicolini, restituito ai cittadini dopo l'emergenza: un angolo di prato verde tagliato di fresco delimitato da transenne e indicato da volantini e decalogo generale.
 Il gruppo costituito da poco tempo delle volontarie Nati per Leggere di Capranica ha organizzato due incontri di lettura a bassa voce in base all'età, naturalmente, fino a tre anni e dai tre ai sei, sempre con la presenza di un adulto accompagnatore.
 Ci si siede in circolo, un grande cerchio di bimbi per ascoltare Simona che racconta del progetto e delle finalità per poi passare all'ascolto dei libricini selezionati, suddivisi in piccoli gruppi: le volontarie sono quattro, sorridenti ed emozionate, hanno preparato i testi presi in prestito dalla locale biblioteca comunale, una grande coperta colorata, una cassa per la musica e i cartelli plastificati per indicare la seduta, a distanza di sicurezza, attrezzate!
 I bimbi arrivano a più riprese sorridenti, un poco timidi e chiedono, si informano gli adulti su come funziona l'incontro, nessuna incertezza a partecipare: illustrazioni, parole narrate e commenti vivaci dei piccoli ascoltatori, che vengono stimolati a presentarsi, dire l'età e confrontarsi con chi sta accanto sul personaggio preferito, il disegno migliore e magari qualche marachella in cui si sono trovati o potrebbero vivere anch'essi.
 Allora si scatenano animali curiosi, piramidi di libri, parole d'amore di fabbrica, Giulio Coniglio immancabile e Matteo il topino, alberi e fiori per fare...
 Bella la lettura condivisa tra grandi e piccini, lo spazio all'aperto, il canto delle cicale da sottofondo, le volontarie impegnate a coinvolgere e appassionare i piccoli nella scoperta delle pagine cartonate, dallo spigolo arrotondato: un grande tesoro che si sta espandendo, la famiglia di Nati per Leggere nella provincia di Viterbo.
https://www.facebook.com/Nati-per-Leggere-Lazio-1629097767352463/?epa=SEARCH_BOX





sabato 25 luglio 2020

FINE DI UN GREST

 Poche certezze in questo Anno Domini 2020, niente di programmato con sicurezza, neanche i campi estivi, invece.
 Padre Aldo presso il Convento di Sant'Eutizio frazione è riuscito ad organizzare ben cinque settimane di giochi, preghiere, corse, regole con spettacolo finale effervescente.
 Venerdì pomeriggio sotto il tendone verde che ripara un poco dal sole alto, i bambini di età compresa tra i sei e i tredici anni, hanno dato il meglio, di risate e coordinazione, salti e sorrisi, tanti; li guidavano Alice e gli altri animatori, laici ed ecclesiastici, meravigliosi.
 Non è servito molto né per la scenografia - praticamente nulla - né per i costumi di scena - calzoncini jeans, una maglietta bianca e i cappelli di carta, basta il sorriso, quello non è mai mancato, specialmente quando in un crescendo di risate il gruppo ha inneggiato ad Aldino...

 Bene, per i nostri bambini che hanno potuto ritrovare la socializzazione, le regole del gruppo, il rispetto degli orari, il lavoro e le scadenze, un divertimento sano nel verde della parrocchia, all'ombra della pineta.
 Un grazie a chi ha saputo e voluto organizzare e guidare tutto questo, ma anche a chi si occupa della manutenzione di un'area preziosa, accogliente e a misura di bambino; queste realtà piccole ma importantissime per la nostra comunità.


martedì 21 luglio 2020

TRA ALTI E BASSI

 Le giornate di luglio scorrono via lente, sonnolenti quasi: sono disoccupata, ufficialmente e questo status mi opprime il morale.
 Il non avere un'occupazione propriamente detta, che mi riempia la giornata e non mi lasci tempo per quei film mentali che tanto mi schiacciano è una quotidianità che mi soffoca: qualsiasi impegno viene ben accetto, anche Cenerentola, anche la signorina Rottermeier, anche Mary Poppins, purché si risollevi la dignità personale, per cui non sorgono problemi se vuoi acquistare qualcosa, se chiedi un finanziamento, se vuoi pianificare una piccola vacanza, se organizzi una festa di compleanno.
 Mi capita così di scivolare nell'apatia sensoriale e di sentirmi piccola ameba nel vuoto cosmico o, peggio, entità invertebrata sola contro il mondo, specie se poi capita tra capo e collo la tanto attesa svolta mediatica.
 Passano così le mie giornate, tra sogni di gloria di un libro mai cominciato sul serio, progetti rudimentali di evasione dalla realtà, servizio taxi familiare, messaggi struggenti alle malcapitate amiche, che ancora non ho capito come facciano a sopportarmi, specialmente il mio angelo custode.
 Le emozioni mi travolgono, non riesco mai a rimanere indifferente alla vita degli altri nel bene e nel male, sia essa social connessa, fotografata, condivisa, evanescente, vera o presunta, solare o ritoccata, condivisa o solo sospirata, sono fatta così da quasi quarantacinque anni, già.
 Poi arriva il gruppo delle Fatine del sorriso, in cui ti ritrovi a organizzare qualcosa di buono, di speciale nel giro di poco tempo: idee contrastanti, più o meno fattibili, condivisibili, un piano A/B/C, punti di vista da valutare, magari davanti ad una torta alla ricotta, sul balcone col vento sferzante in cerchio attorno al tavolo con tanto di raccoglitore di fogli colorati, disegni e grandi prospettive. Scriviamo un libro? Non me lo dovete chiedere, le mie parole sono a vostra disposizione, sempre.

 Ecco, attraverso così i miei stati d'animo: dal sentirmi una nullità perché disoccupata e poco utile alla famiglia, a grande scrittrice dal nobile animo che ha tanto da raccontare al mondo, se solo il mondo si accorgesse di questa esistenza.
 Qualcosa si sta muovendo.




domenica 19 luglio 2020

GRECCIO, SAN FRANCESCO

 Domenica di uscite familiari, sempre alla ricerca di qualcosa di interessante per grandi e pargoli.
 Oggi direzione Greccio, Convento francescano famosissimo per il primo presepe della storia ad opera di Francesco appunto.
 Verde, silenzio, meditazione, gruppo di centauri a parte, in raduno con pranzo annesso.
 Si arriva fino all'area di ristoro, con comodo parcheggio all'ombra e bar con tavoli all'aperto, tanto per gradire la colazione, fondamentale.
 Si prosegue a piedi, ci si arrampica lungo una scalinata fattibile, sinuosa fino all'entrata dell'intero complesso: ingresso gratuito, ambienti piccoli, uno di seguito all'altro, che parlano del Santo, dell suo tempo e della Storia.
 Abbiamo affrontato anche il Sentiero Natura, percorso ad anello al di sopra della costruzione, nel bosco fresco ed ombroso per poi seguire la messa delle dodici, ordinata e senza musica suonata.
 Ultimo impegno l'esposizione dei presepi di tutto il mondo, percorso museale che corre lungo la balconata aperta sulla chiesa, come un matroneo.
 Abbiamo consumato i nostri panini domestici seduti sui gradini, verso l'uscita, per poi consumare un caffè e il gelato al ristoro, certo.
 Anche il paese di Greccio merita una visita, tanto più che si arriva con l'automobile fino al parcheggio adiacente la piazza centrale, su cui si affaccia dall'alto la chiesa principale.
 Gita di famiglia, semplice ma ricca di emozioni, per la forte presenza di Francesco.
















HO SCOPERTO IL TREKKING

 In notturna.
 L'appuntamento era per le 20:00 di sabato 18 luglio al parcheggio di Graffignano e siamo arrivate - M. Gabriella, io e M. Cristina - con largo anticipo per il timore di non conoscere bene la strada e non trovare il punto di ritrovo, invece.
 Ci hanno accolte gli organizzatori dell'evento, Mirco e Raffaele, e i saluti del sindaco del Paese, sorridente giovane ben vestito e per niente intenzionato a seguire il gruppo, almeno per questa occasione.
 Siamo partiti con comodo e ci siamo avviati per le campagne, sentieri, strade consortili e vicinali: un ritmo buono ma non terribile, per cui si è formato subito un lungo serpentone di camminatori, noi in coda, naturalmente.
 Fontane rimesse a nuovo, panchine in peperino, tratti di vigneti, e via via con il tramonto sempre più luoghi selvaggi e sempre meno antropizzati, con lucciole per compagne, tunnel di canneti e la cometa a segnare ill cammino - e non sto scherzando!
 Un terzo del percorso per arrivare a Sant'Angelo, dove ci hanno accolti Egle e Alessandro dell'Associazione ACAS, gli ideatori della piccola rivoluzione romantica e colorata dei murales che hanno ravvivato e arricchito il paese. Un giro veloce per ammirare gli ultimi soggetti realizzati e poi ci siamo avviati per un altro sentiero verso Graffignano, proprio dove troneggia la Bella Addormentata con alle spalle il Castello Baglioni.
 Altri chilometri macinati nel fitto bosco con un tasso e un gattino curiosi a segnare la direzione, sempre a chiudere il gruppo, ma mai lasciate sole per la costante e rassicurante presenza di Mirco o Raffaele.
 Arrivo sospirato al Castello intorno a mezzanotte e quaranta con ad attenderci un goloso premio, meritatissimo.
 Scarpinata, camminata, sforzo enorme, fatica, ma romantica per il cielo stellato, istruttiva, simpatica e da ripetere, non a breve ma da ripetere.

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