domenica 31 marzo 2019

STRIGOLI, SOLE, MA...

 Domenica pomeriggio, ultima di marzo, cambio dell'ora arrivato e sole che illumina il paesello.
 Passeggiata comoda, lungo la via che porta alla frazione di Sant'Eutizio, asfaltata scorciatoia ben trafficata, siamo alla ricerca di erbette spontanee che dalle nostre parti si chiamano strioli o striuli, strigoli che dir si voglia, in più finocchietto selvatico, per la minestra.

 Sarebbe un percorso da suscitare invidia, ma purtroppo abbiamo trovato una situazione non proprio buona, neppure civile, poco educata: in quelli che una volta erano locali per gli animali domestici o cantine per le derrate, ora trovano rifugio sacchi di rifiuti, ingombranti e altro materiale non specificato. Anche ai lati della strada si vede di tutto, nonostante i proprietari lavorino e curino i terreni con impegno; colpa di concittadini che si sbarazzano in fretta e senza riflettere di rifiuti di cibo, scatolame, lattine, scarpe; così come soffre il ruscelletto, che interseca la strada, non vi raccomando l'odore.
 E la chiesina? Restaurata e già maltrattata, visibile solo dall'esterno.

 Superato questo problema, la strada è piacevole, il verde ti prende, pochi i segni di pesticidi alle radici delle piante o in bottiglie di plastica appese ai rami, ma ci sono, in alcuni punti.

 Abbiamo camminato per circa due ore, portato a casa qualcosa e afferrato qualche raggio di abbronzatura; per cena abbiamo rimediato anche le nostre erbette per una frittatina, quella dei contadini, buona buona.










sabato 30 marzo 2019

LEGGIAMO IL BOSCO, CERCHIAMO IL GIGANTE

 Un altro importante pomeriggio di sole e amichetti, nella zona di Corviano, località Santarello, aperta campagna.
 Un'occasione per tanti bambini accompagnati dai genitori alla scoperta di una strada bianca di ciottoli, il guado di un fiumiciattolo e l'ascolto di parole da verificare sul posto.
 Insieme a Bernardetta e Monica, una lettura itinerante, una passeggiata alternata alla lettura di libri, storie di avventura, fantasia e coraggio, per arrivare alla meta finale, il rudere di un castello e un'abbondante merenda a base di dolci fatti in casa, latte e confetture varie, genuine.
 Più di una ventina di bimbi intervenuti, un grandissimo risultato: età dichiarata tra gli undici anni e gli undici mesi, autonomi, in passeggino, sulle spalle, a piedi, di corsa, veloci, lenti, raffreddati, vispi, sospettosi, coraggiosi, armati di bastoni, sporchi di terra e soprattutto sorridenti: hanno ascoltato tutti con attenzione le vicende, hanno chiesto spiegazioni e tifato per Pollicino e ogni altro protagonista, perché i bimbi lo sanno che alla fine vincono sempre i buoni e i cattivi vengono puniti.
 Zainetto in spalla, maniche corte per il caldo, nuvoletta con il proprio nome e tappo/ramarro ad ogni piccolo da lasciare lungo il cammino, a segnare il tragitto, per non perdere la strada e ritrovarsi sperduti lontano da casa.
 Sulla strada del ritorno, mentre i grandi arrancavano, un poco stanchi e provati, gli avventurieri si sono cimentati in una formidabile corsa nella polvere, per non rischiare di tornare puliti a casa...
 Tutto quello che ci piace, basta poco.
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mercoledì 27 marzo 2019

LE FATINE LETTERARIE

 Incontro al solito bar, ore 9:30, dopo aver accompagnato tutti i pargoli a scuola, ma prima di andare al lavoro, ognuna per la sua strada, in salita sempre, come lo sono le giornate delle donne.

 Appuntamento per trovare un accordo su tutto: orario, divisione dei compiti, materiale, cavalletti per i disegni, pieghevoli, lettura, ospiti, sequenze, lacrime, frasi di presentazione...
 Sono le mie amiche Fatine, si tratta di un primo grande evento: presentare la Storia di Matteo, far conoscere le vicende di una famiglia legate alla nascita e alle condizioni di salute di un corpicino, dialogare di trapianto, di vita e di morte, sì anche di quella.

 Lucia, Francesca e Simona sono le tre Fatine con cui mi sono confrontata per organizzare un pomeriggio tanto impegnativo quanto ricco di idee, di colori, di carta e di parole, certo, da mettere insieme per delineare la sofferenza, l'aiuto, la speranza, insomma l'esistenza.

 Sarà un'ottima occasione per conoscere meglio, per approfondire, per confrontarci o semplicemente per cominciare a renderci conto che nel nostro paesello convivono, vivono, sperano e interagiscono tante piccole grandi realtà, forti, uniche e preziose.

 Non vorrei svelarvi troppo, ma segnatevi questa data importante:
 DOMENICA 7 APRILE, SORIANO
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martedì 26 marzo 2019

LETTURA, IL SOPRALLUOGO

 Ci siamo quasi, arriverà presto sabato pomeriggio per il nuovo appuntamento di lettura, natura e merenda gustosa e allora abbiamo organizzato un sopralluogo.

 Zona del Santarello, Corviano area di grandi emozioni di bosco, sentieri e panorama: buoni gli ingredienti per attirare la curiosità e l'attenzione dei piccoli lettori e i loro accompagnatori, per trascorrere un pomeriggio insieme alla scoperta di storie, personaggi fantastici immersi nel nostro territorio.

 Già perché l'idea è di condividere letture che si possano ambientare nei luoghi che visiteremo, vivere l'esperienza che hanno provato i protagonisti delle pagine illustrate...

 Cammineremo, ci guarderemo intorno, ci sistemeremo sui sassi o sulle panchine comode, sgranocchieremo anche qualcosa di genuino, fatto in casa dalle organizzatrici dell'evento, Bernardetta e Monica, cosa si potrebbe chiedere di più?

 Vi aspettiamo sabato 30 marzo, dalle 14:30 presso l'area giochi della Chiesa del Santarello, poi ci sposteremo in auto per raggiungere un parcheggio comodo dove lasciare i mezzi e continuare a piedi, immersi nei suoni e nei colori della passeggiata lungo un sentiero "selvaggio", avventurosi noi fino alla merenda!
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domenica 24 marzo 2019

LEGGIAMO BISCOTTINI

 Organizzare un pomeriggio per famiglie non è semplice.
 Convincere bimbi molto piccoli a seguirti, ascoltarti e impastare neanche.
 Invece il risultato è stato ottimo, dal mio punto di vista, nonostante ci siano molti punti da rivedere, incastrare e migliorare, naturalmente, ma come primo incontro, si può proprio affermare di aver ben operato.
 Ci hanno ospitati Beppe e Letizia nella loro azienda, abbiamo potuto passeggiare tra le piante da frutta, scoprire le ceneri del "vulcano" e lavorare alla preparazione dei biscottini, ottimi.
 La ricetta semplice suggerita, quasi urlata, da Elena prevede:
 Tre cucchiai di farina, due cucchiai di zucchero, un pizzico di lievito per dolci, un cucchiaio di olio, un uovo, lavorare il tutto con molto amore, stendere l'impasto non troppo sottile e decorare con granella, uvetta o scaglie di cioccolato, infornare.
 Abbiamo anche letto, due libri di Roberto Piumini, per esaltare i sensi, che in aperta campagna risulta molto più semplice; dopo l'immane lavoro da pasticceri, in attesa della merenda di pizza, ci siamo goduti Hansel e Gretel, un classico da golosoni.
 Il laboratorio sulle farine ha riscosso enorme successo, perché ai bimbi piace pasticciare, sporcarsi le manine per creare e alla fine mangiare il risultato, una vera soddisfazione, direi.
 Vorrei ancora ringraziare le persone che hanno scelto di passare il pomeriggio domenicale in agriturismo, alla scoperta di suoni, sapori e odori semplici, ma geniali allo stesso tempo: prendersi del tempo, rallentare il ritmo, ascoltare una storia, sedersi sul prato, assaporare un biscottino fatto insieme, una scelta di gusto.
 E poi vedere tutti quegli aspiranti pasticceri alla prese con mattarello, farina e fontanella per l'uovo è stato un vero piacere, ripagato con tutti voti favorevoli alla buona riuscita dell'incontro: e i bimbi non mentono mai!
 Cosí, tanto per essere chiari, non perdete gli altri appuntamenti, continuate a seguire le nostre avventure letterarie!
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lunedì 18 marzo 2019

ERA SABATO, LA PARTITA

 Che nel fine settimana non ho avuto tempo e modo di aggiornarvi sulla carriera di tifosa in trasferta, ma sabato pomeriggio ho seguito il mio campione a Castiglione in Teverina, classe 2004, Giovanissimi.
 Un campo meraviglioso, morbido all'impronta, comodo per calciare e correre, ma gli spalti, un bagno, un bar, una panchina per quei poveri genitori arrivati dall'altra parte - o quasi - del Tevere?
 Al campo al paesello si parte alle 13:30, che pure il pranzo è saltato, spostamento in auto private - e questa volta abbiamo anche approfittato di un comodissimo passaggio - arrivo nel deserto.
 Lasciamo i campioni alle cure dei tecnici e ci spostiamo sempre su ruote al primo bar utile per un caffè, almeno quello, caldo e dolce... Poi tutto il restante tempo di gioco e intervallo in piedi, dietro alla rete verde, in fila tutti ad altezza campo/giocatori/linea laterale.
 Nonni, padri e madri in apprensione, ad incitare e a battere le mani, il tutto a pochi metri di distanza dal pallone: ci guardiamo negli occhi, praticamente.
 Sono forti gli avversari, terzi in classifica, reggono bene i nostri, ma non benissimo: finisce che perdono, ma ci sono piaciuti lo stesso, nonostante un errore in difesa fatale, si dice così!
 Dall'errore è nata l'azione della prima rete, che poi ti prende lo sconforto quando parti col piede sbagliato - permettetemi il tristo gioco di parole...
 Peccato perché i ragazzi avevano vinto bene nelle ultime dispute, un buon gioco di gruppo, noi siamo a favore del gioco di squadra, dell'affiatamento e del confronto, sempre e comunque.
 Una battuta d'arresto, si dice, capita, poi nelle prossime settimane altri scontri, staremo a vedere .





FORMAZIONE, UN PRIMO BILANCIO

 Oggi pomeriggio l'ultimo incontro con la dottoressa Spinucci, quella che ci ha illustrato il futuro!
 Un gioco di parole, naturalmente, non troppo lontano dalla realtà, ecco.
 I vari appuntamenti del lunedì sono serviti per capire come muoversi tra le infinite proposte dei nuovi mezzi di comunicazione e insegnamento, come catturare la fantasia e liberare l'immaginazione, coinvolgere i discenti e farli ragionare in termini moderni ed europei.
 Non semplice, neanche sulla carta, anzi sulla LIM, figuriamoci in classe: eppure questa è la nuova sfida, insegnare divertendo e divertendosi, per programmi e blocchi, animazioni e presentazioni, algoritmi e condivisione.
 Una lezione rovesciata, quella di oggi, in cui ognuno dei docenti partecipanti ha illustrato un lavoro svolto per casa, secondo il proprio sentire e l'affinità con gli alunni; una scoperta meravigliosa, perché ogni collega ha descritto il futuro applicato alla propria materia e all'età consona: percorsi e canzoncine per l'infanzia, la grammatica in terza elementare, la continuità codificata tra i vari ordini, formule di geometria solida in terza media, la piramide alimentare per le seconde, motivi musicali e movimento per tutti, ma proprio tutti i nostri ragazzi e molto altro, interessante!
 Tutto il bello di insegnare: armi affilate, preparazione, modernità, non basta la lezione frontale e non bastano più i soli libri di testo, che rimangono certo un utilissimo strumento di conoscenza di base, ma non l'unico; basta pensare all'immediatezza di una ricerca dai dispositivi mobili, risultato in tempo reale e da ogni parte del globo, in tutte le lingue possibili.
 Questo ho capito in sei mesi trascorsi accanto al mio compagno di banco: non siamo tutti uguali e non arriviamo tutti a capire nello stesso momento e con lo stesso metodo, fondamentale risulta potenziare l'unicità, saper cogliere l'attimo per catturare il pensiero e sviluppare grandi cose.
 Sono piccola e nera, in questo, poco moderna, cerco di migliorare, ci sto lavorando o almeno ho preso atto delle mie mancanze; un mestiere difficile per tanti motivi: un piede nel passato della tradizione da portare avanti e valorizzare e uno nel domani globale.
 E sono spine... o Spinucci? Grazie Prof!
https://www.facebook.com/cristina.spinucci

PALLAMANO, SCUOLE

 Oggi il mio compagno di banco ed io abbiamo vinto un viaggio premio, una partecipazione straordinaria al torneo di pallamano delle scuole medie, forte!
 Si parte con lo scuolabus, poco dopo il suono della campanella d'entrata: ragazzi e ragazze, classi miste seconda o terza, nati nel 2005/2006, in tutto circa venticinque atleti, documenti alla mano e uno zainetto.
 La professoressa Giuliobello porta i borsoni con le maglie azzurre dell'Istituto Comprensivo, solo il portiere indosserà una casacca diversa, destinazione Orte Scalo, centro sportivo.
 Appena arrivati ci dividiamo, le ragazze rimangono al coperto in palestra con la professoressa; i maschietti, con me e Luigi come mascotte, da veri cavalieri giocano all'aperto, sul campetto da calcetto, la pioggerellina non li fermerà di sicuro.
 Tre squadre agguerrite; le regole sono semplici ma fondamentali: solo i ragazzi 05/06, non si bara; in campo non si entra nella lunetta-area del portiere, non è permesso il retro passaggio al difensore estremo e non si tiene la palla per più di tre secondi ferma, poi si lancia e non si può più camminare.
 Dopo il primo scontro, tocca ai nostri per due partite consecutive: due tempi da venti minuti, con un breve intervallo; si alternano gli arbitri ad ogni duello, sono giovani studenti delle Superiori, molto scrupolosi e attenti.
 I nostri giocano benissimo, lanci lunghi, spalle larghe e buoni tempi di ripresa del gioco; certo qualcuno più irruento viene sanzionato con due minuti di fermo fuori dal campo ed è cosa buona e giusta; chi vince se la prende e parte qualche sfottó, ci sta.
 In campo i ragazzi di Soriano si impongono grazie a Gianluca e Fabio all'attacco e Lorenzo in porta, ottimo gioco; purtroppo invece arrivano cattive notizie dalle ragazze, che hanno perso una partita.
 Alto il morale, si riparte tra canti e sorrisi, qualcuno ha pure fatto colpo tra le ragazze sugli spalti, immediato lo scambio di indirizzi social...
 Una bella esperienza, una grande soddisfazione, per poco ma sono stata il punto di rifermento dei giocatori e calmarli non sempre risulta semplice, nessuno vuole perdere e, se possibile, meglio vincere con un certo margine!
 Bravi e affiatati, loro.
https://www.facebook.com/Istituto-Comprensivo-Soriano-nel-Cimino-988189124595538/




giovedì 14 marzo 2019

CHE FAI, OSI?

 Dunque questa sera si va sul filosofico, si sta come d'autunno sugli alberi le foglie.

 Sensazione strana, inadeguatezza, insofferenza: insomma tutta una serie di stati d'animo per cui non vi sentite a vostro agio, non vi trovate mai pronti per affrontare la situazione, vi sentite soffocare.
 Ecco, allora, come si procede: per tentativi, si resiste, si prende tutto con filosofia?
 Quali strade si continuano a percorrere e quali si abbandonano?

 Non basta lamentarsi con lo specchio, non serve prendersela col cuscino o mugugnare mentre si lavano i denti: se una realtà non rientra nelle nostre corde, se invece di sentirci liberi e padroni della situazione, ci sentissimo legati, imbrigliati e con la museruola, che bisogna fare?
 Per quieto vivere si resiste, per amor di patria si lascia correre, per le leggi economiche si tira un sospiro di rassegnazione?
 Possibile che tutto poi vada commisurato, soppesato e valutato in dobloni? La salute fisica e quella mentale avranno un peso, un'importanza, o no?

 Coloro che trovano il coraggio di capovolgere la propria vita, quelli che si impongono una svolta, una virata, un netto cambiamento, cosa sentono in testa e soprattutto nel cuore? Si tratta di una forza travolgente o di disperazione?
 Ammettere di aver sbagliato, rendersi conto di aver travisato o immaginato qualcosa che non corrisponde invece con il qui e ora: organizzare armi e bagagli e cambiare aria? Cercare una nuova occupazione? Ricominciare a vivere, dopo essersi asciugati le lacrime?
 Chi vive solo per respirare o perché non trova la forza di scuotersi dal  letargo; quanti optano per l'abitudine e per il già visto solo per non armarsi di una buona corazza contro il giudizio della gente?

 Chi ha cambiato prospettiva poi si pente o tira dritto? A questo mondo vale solo la legge del guadagno? E sentirsi bene, stare bene, in armonia, soddisfatti allora non conta?

 Ditemi voi, a quali forze e a quali numi corrispondete: io in questo momento sono disorientata.

mercoledì 13 marzo 2019

LESSICO EMOTIVO

 Incontro di parole e di emozioni oggi pomeriggio al corso di formazione dell'Istituto Comprensivo, aula magna della Primaria di Soriano nel Cimino.
 La dottoressa Falzone questa volta ci esorta a riflettere e a prendere sul serio i sentimenti, gli stati d'animo, il malessere/benessere dei bambini che ci vengono affidati quotidianamente, per almeno cinque ore, da settembre a giugno: sta alla scuola, o meglio alle insegnanti monitorare l'alunno, educarlo alle regole del gruppo, contenerlo in caso di bisogno e formare la cosiddetta competenza emotiva, ovvero l'abilità di comprendere e gestire le proprie e altrui emozioni.
 Ma andiamo con ordine, perché ogni incontro risulta sempre ricco di spunti, consigli pratici e suggerimenti, ma anche esortazioni al confronto sul campo: quali problematiche si riscontrano in aula, quali tecniche sono state utili, quali difficoltà si vivono ai colloqui con i genitori, quando è il caso di allarmare la famiglia, cominciare un percorso specifico di aiuto o quando invece sbaglia il docente nella propria convinzione errata.
 Prima un rapido ripasso sui virus mentali, tanto per non perdere di vista da quali pensieri prende il via lo stato d'animo dell'alunno: si parte da un fatto anche semplice, insignificante, che però fa scaturire il ragionamento e di conseguenza la reazione e la somatizzazione del malessere.
 I piccoli sono perfettamente in grado di "congetturare", cioè di aprirsi a raccontare cosa provano, cosa pensano e perché hanno reagito in un determinato modo in un determinato contesto.
 Il grande compito degli adulti, in questo caso insegnanti di ogni ordine e grado - e siamo tutti chiamati in causa - è procedere alla ristrutturazione cognitiva, quindi chiarire il fatto, razionalizzare il dove e il quando, cercare spiegazioni, motivazioni senza sminuire il pathos né esagerare con il coinvolgimento, altrimenti si scade in altri pericoli.
 Se il bambino sta ragionando in modo errato, va veicolato e ricondotto all'accettazione della realtà, a trovare strategie giuste per superare la crisi e, soprattutto, a capire di non essere al centro dell'universo ma neanche ai margini del gruppo classe o della famiglia.

 La seconda parte della lezione, invece, è stata una rivelazione per me che adoro le parole e comunicare per iscritto: in quanti modi diversi possiamo definire il nostro stato emotivo? Si tratta di semplice rabbia, felicità e tristezza? Certo che no!
 Per ogni emozione un lungo elenco di sinonimi, solo per sottolineare ancora una volta quanto sia complicato e allo stesso tempo meraviglioso il mondo di un bambino: non possiamo mica fermarci all'emozionato o all'euforico, all'agitato o annoiato, al cupo o al deluso...
 Simulazioni, esempi concreti, casi particolari nelle nostre classi: quante difficoltà si incontrano lezione facendo? Il vocabolario deve essere arricchito, perché coraggioso non è colui che non prova paura, ma colui che affronta i pericoli e supera le avversità. Non esistono emozioni giuste o sbagliate, così come è fondamentale che si tiri fuori la rabbia, la frustrazione o il senso di inadeguatezza, perché una volta chiamato per nome il problema, una volta individuato sarà più semplice affrontarlo e superarlo, intervenire nel modo adeguato.
 Le emozioni vivono dentro al bambino, ma anche al di fuori; esistono anche gli altri, si chiama prospettiva altrui: sentiamo noi, ma anche chi ci sta intorno, le parole per quanto fondamentali vanno comunque pronunciate in un certo tono, con una determinata modulazione, accompagnata dalla particolare mimica facciale.
 Un altro intenso confronto, una prospettiva altra, un nuovo punto di vista quello della dottoressa: emozioni con un nome specifico e tante sfumature diverse, mai scontate.
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