domenica 31 dicembre 2017

BASSANO IN TEVERINA, IL PRESEPE VIVENTE

  •  Punto primo, il paesello mio è rimasto senza manifestazioni simili, quindi ci si organizza per godere dello spettacolo organizzato in altri paeselli;
  • punto secondo ci si sposta di pochi chilometri quindi sarebbe insensato non approfittare della vicinanza della manifestazione in un luogo molto suggestivo ed interessante;
  • punto terzo, i pargoli apprendono più velocemente e di gusto immergendosi in tali ricostruzioni storiche.
 Tutto si svolge nel centro storico, dopo il tramonto, tra i vicoli che si ingarbugliano e si intrigano, in salita e discesa tra scalini di peperino: nelle cantine, in anfratti naturali, a ridosso di una fonte di acqua zampillante, lungo una stradina rettilinea. Tanti i figuranti, tutti del posto, grandi e piccoli eccitati dal vedersi fotografare praticamente da tutti i visitatori: il piccoletto rimane affascinato dalle segrete, dai bambini tenuti incatenati e "frustati" che però interagiscono con il pubblico, coinvolgono chi passa. Natività a parte, la scenografia migliore rimane la residenza romana, con il frontone del tempio sullo sfondo.
 Buono il prezzo del biglietto, per i bimbi si paga ridotto; ottimo il risultato globale, di impatto; rimane da controllare certi dettagli come gli occhiali da vista, le scarpe troppo moderne ai piedi e, lungo il percorso, meglio dislocare le lanterne di coccio al posto del metallo.
 Un plauso a chi ha organizzato il tutto, facendo rivivere la magia della storia, permettendo la valorizzazione del centro, come una grande vetrina da ammirare e dando la giusta importanza all'Evento che è alla base di queste feste, una ricorrenza spesso offuscata da ansia da regali, avanzi e superficialità.
 Chi mette in piedi certe manifestazioni, specie durante le festivitá, ha il doppio dei meriti: non dimentichiamoci di ringraziare chi organizza e tiene in piedi il gruppo, chi abbellisce e offre risalto al tanto bistrattato centro storico, di solito ritenuto solo scomodo e poco funzionale.
  •  Le foto sono state scattate dai miei curiosi figli, a loro il merito della testimonianza;
  • Un saluto particolare ad Emanuela, con cui abbiamo avuto il piacere di conversare e scambiare opinioni durante il percorso.
  • Suggerirei di mettere in calendario un'altra data, dal momento che causa pioggia molti il 26 dicembre, primo giorno utile, sono rimasti "a bocca asciutta"...








sabato 30 dicembre 2017

CARBOGNANO, QUARTO POSTO

 Sabato mattina un bel po' ingarbugliato per le mamme tifose, che si devono destreggiare tra lavoro, influenza e problemi automobilistici, tanto che il passaggio per raggiungere il campo "di battaglia" viene offerto dall'allenatore sostituto. Comunque dopo tripli salti mortali, organizzazione familiare e preparativi da cenone il "duello" comincia in orario con i sostenitori schierati a fondo campo e sugli spalti, temperatura accettabile e pallido sole dietro alle nuvole: si gioca in completo giallo contro Castello biancoazzurri, Giovanissimi classe 2004. La partita è molto sentita, veloce e combattuta: gli avversari segnano e non si accontentano, continuano ad accerchiare i nostri, togliere palla e avvicinarsi pericolosamente alla rete, giocano ed anche molto bene, infatti vincono con merito. Peccato.
 I nostri ragazzi non sembrano aggressivi allo stesso modo, ma più tranquilli e pacifici, non approfittano del possesso della palla né delle distrazioni della difesa e il portiere avversario viene scavalcato solo due volte da Gabriele, una su rigore.
 E così ci si aggiudica il quarto posto, una coppa di consolazione e la foto ricordo per non dimenticare l'importanza del gioco, della passione e del rispetto degli altri: bravi gli avversari sempre attenti e pronti, lesti a rubare palla e ad attaccare la difesa, tra di loro anche tre dei miei alunni scolastici - passione divisa allora tra casa e scuola!
 Purtroppo i nostri Giovanissimi non vincono spesso e questo mi porta a riflettere su impegno, passione, sport giocato e vittorie: quanto importa il risultato nello sport e quindi nella vita? Molto. Ma quanto costa raggiungere gli obiettivi prefissati? Moltissimo. Non solo gioco o passatempo dunque, ma certo costanza, ideali e tanta grinta, senza arrendersi al primo intoppo, senza penalizzarsi per qualche cambio programma o inconveniente.



OGGI UN DIO NON HO

 Questo 2017 ha deciso di portarsi via tanti volti giovani del paesello mio, fino all'ultimo giorno, così la nostra comunità si stringe intorno ad un'altra famiglia segnata da un lutto terribile. Senza trovare parole giuste, senza tante espressioni inutili: una giovane donna da oggi dovrà accudire, crescere, educare e amare tre splendide creature senza l'aiuto e il supporto dell'uomo con cui le ha volute e che tanto amava. E la mia fede si perde, si perde alla ricerca di motivazioni umane, che non esistono; riaffiorano ricordi, si riaprono ferite mai sanate: il dolore non si spegne, la perdita del padre non si accetta mai, anzi in certi momenti si impreca contro un destino tristo e subíto; il padre è amore assoluto, protezione, difesa, riparo, sicurezza.
 Questa famiglia ha sopportato una lunga sofferenza, una giovane vita - si dice - spezzata da una malattia incurabile, straziante, che indebolisce, che sfibra e consuma le forze e la volontà di reagire.
 Si cerca un qualche valido perché e non si trova: sia la croce che spetta ad ogni uomo, sia il cammino di vita che è concesso ad ognuno di noi, sia la vita terrena solo un passaggio per l'eternità, non saprei. Il mio pensiero va ai figli che continueranno a cercare il padre in ogni momento importante della loro vita, ad ogni festa comandata, la mattina al risveglio come la sera per il bacio della buona notte; mancherà la quotidianità, mancherà l'equilibrio che ogni nucleo stabilisce strada facendo giorno dopo giorno dal primo sì per tutta la vita, finché non ci separi...

Sentivo solitudini l´ulivo del Getsemani 
e accendersi le voci dentro la città 
le croci che non porterò oggi un dio non ho. 
Madonna per la via non andar via che mi perderò... 
oggi un dio non ho 

venerdì 29 dicembre 2017

TORNEO DI NATALE, CARBOGNANO

 Ed eccoci ad affrontare un impegnativo torneo di Natale a quattro squadre, che dopo le feste non è certo impresa facile!
 Appuntamento alle 15:00 per organizzare macchine e accompagnatori e poi via verso Carbognano, sede della disputa: ci aspettano i ragazzi del Real Testaccio; completo giallo per la Polisportiva nero per i "nemici".
  Mamme e zie sostenitrici, in particolare, prendono subito in mano la situazione, chiacchierano e si confrontano con i genitori degli avversari: tutti allenatori dagli spalti, tutti lì a suggerire schemi e segreti professionali, comunque le squadre si equivalgono fino a quando gli avversari romani non segnano una rete, fortuna solo fortuna... Poi il pareggio e alla fine la loro vittoria, ma di poco: bravi tutti, in particolare Gabriele che ha segnato per i nostri l'unico punto.
 Noi adulti abbiamo assistito a tali prodezze dalle tribune per tutto il primo tempo, ma quando è sceso il buio e si sono accesi i riflettori... Abbiamo preferito ritirarci in una zona più riparata, accanto al bar dietro alla porta dei nostri pargoli in difficoltà; freddo intenso da gelare mani e piedi, ma le idee e le considerazioni sono rimaste attive. Quando si tratta di valutazioni, impegni, lavoro, scuola e famiglia le mamme non temono confronti e riescono a stabilire diversi tavoli di concertazione, discussione e paragone; purtroppo la mancata vittoria non permette ai pargoli cimini di disputare la finale per il primo posto, ma dovranno combattere per il terzo e quarto nella mattinata di sabato 30 dicembre, pazienza. Dobbiamo considerare queste gare come immagazzinamento di esperienze, di raffronti e di insegnamenti per migliorare, essere più grintosi, magari a credere di più nelle proprie capacità e soprattutto a non disperare se si parte in salita - come si dice - quando gli avversari segnano per primi e creano difficoltà di autostima. Se poi i nostri gioielli sono così sicuri di continuare in questo sport nonostante le sconfitte, non saranno certo le temperature polari a fermare le loro prime tifose...

https://www.facebook.com/pg/PolisportivaMC/posts/?ref=page_internal

https://www.facebook.com/ASD-Real-Carbognano-Testaccio-1370902156329377/

LIBRO, CAFFETTERIA, VILLAGE

 Giovedì pomeriggio quando finalmente la pioggia si riposa, ci facciamo un giro al centro di Viterbo, c'è movimento, gente che passeggia e fotografa, bambini contenti che indicano luci e pupazzi enormi. La missione del giorno è assistere alla presentazione di un libro, alla caffetteria al piano sopraelevato del teatro: ci si siede ai tavoli, si consuma qualcosa di caldo e si scambiano chiacchiere e opinioni. Quando arriviamo, in perfetto orario, le sedie sono tutte occupate, brusio piacevole di sottofondo: distribuiscono sgabelli di legno, per sederci e assistere all'intervista, siamo in fondo alla sala, ma fa niente si vede bene lo stesso.
 L'intervistatore presenta veloce l'ospite, poi passa alle domande, a cui il giornalista risponde con fare sicuro, con taglio narrativo e canzonatorio, si parla di rapporto genitori-figli, di eredità e passaggi generazionali, insomma di materiale ce n'è tanto, perché l'autore racconta delle tante differenze tra lui e sua figlia Marta di venticinque anni, a cominciare dalle medicine per finire alla musica.
 Il pubblico lentamente sfoltisce, le persone finito di bere si alzano e si allontanano, rimaniamo in pochi interessati, anche se l'argomento è divertente: fa comunque riflettere, il faro puntato sulla società tecnologica, globale e multiculturale rispetto alla mono-cultura in cui sono cresciuti i padri, dalle video cassette ai CD è stato un attimo, ma gli adulti non hanno goduto del giusto tempo per adeguarsi, comprendere e cambiare supporto tecnologico. Si parla di medicine, cucina, musica appunto per capire come erano i tempi dei padri rispetto a quelli dei figli: non esiste il meglio o il peggio afferma Battista, ma il diverso.
 Pomeriggio molto interessante, ricco di spunti su cui riflettere, perché dall'essere ancora figli insopportabili all'essere genitori insopportabili, il passo è breve ma irto di prove e sfumature; mi spiace perché alla fine erano presenti pochi avventori, sicuramente interessati però, poche sono state le copie del libro vendute: così è se vi pare.

http://www.tusciaup.com/pierluigi-battista-presenta-il-suo-ultimo-libro-a-proposito-di-martaal-teatro-caffeina-bistrot/96676


giovedì 28 dicembre 2017

COSA PUBBLICHIAMO OGGI?

 Resta il presupposto che ognuno scrive, pubblica, condivide e mostra ciò che vuole, come e quanto gli aggrada, pagandone poi le conseguenze o raccogliendone i frutti.
 Ad ognuno il suo giudizio, ad ognuno il suo pensiero, ma...

 Ieri pomeriggio ho trovato un filmato in rete che mi ha sconvolto, mi ha turbato, di cui nessuno può dirsi fiero, credo: quanto dobbiamo spettacolarizzare la nostra vita, la nostra esistenza? Quanto dobbiamo aprirci agli altri, quanto possiamo osare in fatto di intimità, di dolore e di morbo? Mi ha colpito perché ho riconosciuto i vari "attori": riprendere una persona malata, indifesa, stanca e spossata e poi divulgare le immagini, non credo sia un atto culturale, scientifico, coraggioso o fondamentalmente insopprimibile; meglio spegnere, abbracciarsi e piangere senza altri occhi indiscreti, senza mostrarsi agli altri e venire giudicati. Questa mattina ho fatto un poco di compagnia ad una persona di famiglia avanti con gli anni, stanca e vulnerabile, ormai incapace di difendersi o di decidere della sua vita, della sua esistenza e "nelle mani" dei dottori: da giovane tanto grintosa forte lavoratrice quanto ora abbandonata spossata disperata; come riprenderla nella quotidianità del dolore e della sofferenza, come poter pensare di condividere immagini di nosocomio scialbo e anonimo, in cui ogni creatura cerca sollievo alle sofferenze e parole di speranza e incoraggiamento?
 Che si facciano foto, video, autoritratti, scatti impensabili in qualsiasi posa o profilo, ma si lascino in pace la pena e le lacrime degli altri, che magari non possono neanche decidere se autorizzarne o meno la diffusione; riprendiamoci la nostra quotidianità, stiamo lontani dalle visualizzazioni che inquinano solo il nostro vivere affetti e amore, amicizia e confidenza. Vogliamo accrescere la nostra fama, raccogliere commenti, sfilare una reazione?
 Essere protagonisti non equivale ad un pollice recto, almeno non nella vita reale.

mercoledì 27 dicembre 2017

ALBA, DEL NUOVO GIORNO

Cosa passi nella testa della mamma nessuno lo riesce a capire, nessuno.
Forse perché gli altri neanche si soffermano a pensare quante riflessioni vorticose occupano la sua mente: la mamma è sempre lì presente, pronta per tutti, abnegazione totale per la sua famiglia. Crescerli è stato duro, impegnativo e sofferto: poco lavoro e mal retribuito, sempre in cerca di qualche ora di lezione in più, disponibile anche a domicilio per i compiti che gli altri genitori schifano, per gli impegni scolastici più odiati dagli adulti. Invece Marcella ha sempre amato la scuola, l’ambiente scolastico, la sua maestra poi, quando la incontra ancora l’apostrofa con “Ciao maestra!” e in che altro modo la potrebbe chiamare?
Compiti, ripetizioni, lezioni private, aiuto, in qualsiasi modo si possano definire, per Marcella sono il suo lavoro, amato ed esaltato: ha così modo di conoscere tante persone, parlarci in confidenza e cercare di risolvere i loro piccoli grattacapi, l’odio per l’italiano e la grammatica.
Poi, ha conosciuto Alba, una di quelle ragazzine griffate e smorfiosette, che mal si conciliano con il suo pensare, ma al lavoro non si rinuncia e l’ha accolta in casa, come gli altri, a pomeriggi alterni alla scoperta della sintassi e delle leggi del congiuntivo. Passo dopo passo, Alba si é lasciata andare, ha scongelato la sua immagine esteriore per far posto a confidenze e riflessioni sempre più profonde e personali: una famiglia modello che invece nasconde tanti lati oscuri, genitori distanti che poco si amano, problemi economici non ce ne sono ma rimane tutto il resto; indifferenza e silenzio pesante, che ti chiude lo stomaco a tavola. Poco più che bambina, si atteggia a donnetta, una signorina in cerca di identità che vuole solo essere ascoltata, che vuole conforto dalle angherie dei compagni, dalle ingiuste aggressioni dei bulli della classe, che pretendono merenda e soldi che lei tiene sempre nella tasca dello zaino.
Marcella trova il modo di aprire il cuore di Alba raccontandole di quando frequentava le medie e un compagno “disagiato” la importunava, la offendeva, certo lei i soldi non li aveva mai in tasca, come tutti gli altri del resto. Ma della prepotenza di Michele proprio non ne poteva più e se ne era liberata chiedendo aiuto alla prof di ginnastica, una donna robusta, simpatica e sempre di buon umore.
Alba ha paura, ma il clima a scuola comincia ad essere insopportabile e allora pensa a quale professore confessare i soprusi, ma sì chi meglio di Carletti, il prof di musica?

Esatto, ottima scelta, domani senza perdere altro tempo prezioso, domani il prof saprà.

LA LUCE NEL BUIO

Silenzio, quiete notturna, pace interiore, è solo in quell’istante che Elisabetta comincia a raccontare al suo portatile la sua storia, la sua vita fatta di momenti, istanti, sospiri, parole mai dette. Strana la natura umana, ancor di più strano l’animo delle donne, che parlano ma non dicono, ascoltano e si immedesimano, percepiscono anche il battito d’ali delle farfalle, la voglia di non essere lì ma altrove.
Elisabetta aspetta che tutti siano andati a riposare, siano crollati su sogni d’oro importanti, che elevano lo spirito oltre la pesantezza della quotidianità per poter liberare la sua fantasia. Lei, lei scrive quel che sente, da sola; immagina mondi, immagina volti di persone che leggono interessate le sue parole, i giudizi, le frasi sconnesse di vorticosi pensieri. Aspetta così il suo momento d’oro, la rivalsa, l’attesa e agognata rivincita su tutti coloro che la guardano con sufficienza per strada, a scuola, alle feste di compleanno.
Ha bisogno di sentirsi libera di esprimersi e ci riesce solo con quei pensieri e quelle parole affidati al computer: batte il suo cuore, si risveglia dalla semplicità dei discorsi, dalle chiacchiere e dal vissuto per volare al di sopra delle nuvole, al di là del mare, fuori dalla stanza del suo piccolo appartamento ben tenuto e curato, ma semplice e modesto. Elisabetta ci riesce, vuole cominciare a vivere, veramente.
Nessuno conosce la sua passione, nessuno immagina quanto si senta libera, perché quel che scrive rimane in memoria, custodito gelosamente: è il suo alter ego, un piccolo segreto riposto in un angolo.

Elisabetta qualche volta è tentata di parlarne a Micaela, sua fedele e preziosa amica, ma teme che così facendo svanisca la magia della solitudine notturna, quel dolce piacere di unicità.

LA FATINA, PER VOI

Ho sentito in quella stanza
qualche richiamo di buona speranza.
Sono la fata, cerco i dentini
quelli più belli di mille bambini;
chi ha preso il suo, il primo dentino
urla quel piccolo, da sotto il cuscino.
Sono giunta di notte in cerca di denti
me ne vado però se tu ti spaventi.

Dormi tranquillo nel tuo lettino
prende solo quel prezioso dentino
sotto al cuscino è nascosto di già
quante monete ti lascerà?

La fatina ormai andata
con il carico è passata
in un’altra casa sta
per chi doman la cercherà.

FILASTROCCA SDENTATA


Filastrocca ormai sdentata
fammi tu quella bella risata,

denti bianchi denti a posto
denti tutti per fine agosto.

Denti su denti giù denti avanti denti indietro
togli la lingua altrimenti non vedo
quanti bimbi non han denti ti chiedo?
Tieni prendi e misura col metro.

Quando mamma dal dentista mi porta
ho lacrime in più sempre di scorta:
rimango, ho paura, non voglio
come cozza attaccata allo scoglio;

devo ancora finire i compiti lo sai
altrimenti domani per me saranno guai,
non mi portare su quella poltrona
comincio anche subito a diventar più buona.

martedì 26 dicembre 2017

LA CORSA

 Il giorno di Santo Stefano comincia sotto un cielo plumbeo, carico, che minaccia pioggia: si esce con l'ombrellino - non si sa mai.
 L'appuntamento è sulla piazza centrale, ci si ritrova in tanti: tutti gli altri mi sembrano in forma tonici, muscoli tirati e polpacci scolpiti, siamo in pochi - gli sfigati oppressi dalla ciccia, non solo causa natalizia - comunque ognuno nella sua categoria pronto a competere, gareggiare, correre o camminare, smaltire quel poco che sia possibile; i nostri cari amici, loro sì atletici sono già proiettati alla competizione.
 Comunque, con notevole precisione, si dà il via con uno sparo e partono i professionisti dei chilometri, i corridori navigati e allenati; devo però essermi distratta in qualche modo perché ho atteso invano uno segnale per il via della passeggiata denoantri, la categoria massima a cui posso aspirare io, sì insomma non ho afferrato il momento in cui potevo cominciare anch'io il mio giro lento, rimanendo lí in attesa. Allora ho aspettato la fine della prova maggiore e in compagnia di mia sorella mi sono avventurata in un massacrante giro su circuito cittadino, incurante del freddo e del vento sferzante.
 Naturalmente bravi gli organizzatori e i miei complimenti a chi possiede la costanza dell'allenamento e della competizione.
https://www.facebook.com/events/161829454565515/171881000227027/?notif_t=admin_plan_mall_activity&notif_id=1514134802214398




lunedì 25 dicembre 2017

NATALE, CON I TUOI AL VILLAGE

 Un'occasione ghiotta, il Natale, in tutti i sensi: prima il pranzo dai nonni, abbondante e succulento come solo le nonne sanno preparare, poi un bel giro lungo lungo al centro storico di Viterbo alla scoperta della seconda edizione del Village natalizio.
 Anche i pargoli ricordavano bene l'esperienza dello scorso anno, quindi siamo partiti con idee ben chiare e positive, invece abbiamo scoperto una realtà di gran lunga migliorata, un'offerta accattivante e nuove disposizioni più consone e adeguate.
 Il biglietto non che sia proprio popolare, ma abbiamo approfittato dello sconto dell'ipermercato, che ci ha permesso di risparmiare un poco; ammetto che non abbiamo sgarrato in nulla, non abbiamo acquistato niente in più, neanche le foto di rito scattate appositamente con i personaggi famosi del percorso, proprio per mantenerci bassi e navigare a vista delle spese affrontate.
 Comunque abbiamo visitato tutte le attrazioni, cavalcato la giostra, di cui alla cassa si viene omaggiati di un giro e passeggiato per i mercatini delle piazzette, solo mio marito ha ceduto ad un bicchiere di vino caldo...
  •  Scritte le letterine e fatte scivolare sul rullo per ringraziare dei regali ricevuti nella notte e per la bella giornata trascorsa in famiglia;
  •  Presepe da ammirare sin nei minimi dettagli;
  •  la casa del protagonista del Natale lascia a bocca aperta, per i particolari curati, il movimento dei tanti personaggi, come gli animali della banda;
  •  assistito allo spettacolo del teatro "La spada nella roccia" semplice e giocoso, un vero spasso per i piccoli.
 Ma, e qui permettetemi un sano e robusto campanilismo, l'allestimento al giardino del Paradosso è qualcosa di speciale, particolare e magico, veramente e non lo dico perché si tratta dello spazio del nostro Bosco Didattico - nostro intendo del Bosco del paesello mio: magiche le casette, magici i personaggi minuscoli, incantevole la Regina amica di Babbo Natale, carini e spassosi gli elfi tutti.
 Una nota particolare per l'animazione: non abbiamo incontrato un ragazzo o una ragazza musoni, accigliati o rabbuiati, tutti sorridenti e divertenti, al chiuso come all'aperto, ottima accoglienza.
 L'unica pecca: il Village non è a portata di disabile, ci sono dislivelli, scale, ingressi impossibili da raggiungere o affrontare per una carrozzella, un percorso accidentato e faticoso; come per i piccoli in passeggino, che si lascia fuori e si continua gambe in spalla...









NATALE 2017, PRIMO ATTO

 Vigilia, che lentamente scorre via: cenone casalingo ottimo, in ottima compagnia e poi la messa di mezzanotte. In poche mosse ho riassunto il primo atto del Natale, il 24, che a mio modesto parere è gran parte della festa, l'attesa, i preparativi, gli ultimi regali, il ritrovarsi tutti insieme a tavola.
 Abbiamo partecipato alla messa in duomo, animata dal Coro Polifonico, emozionante, anch'esso una delle nostre chicche, un fiore all'occhiello da più di venticinque anni.
 Che abbia ancora un senso il Natale? Ce lo chiediamo, perché qualcuno teorizza un rilassarsi, un frantumarsi della tradizione, come ad esempio l'interruzione della messa in opera del presepe vivente, come se iniziasse a scricchiolare l'istituzione "vecchia" di duemila anni. Rimango dell'idea che tutto dipenda da noi, dalle nostre idee, dal nostro modo di affrontare tale festività, se solo dal punto di vista del rinnovo del guardaroba, delle richieste tecnologiche, oppure se c'è qualcos'altro, qualcosa di buono, di indispensabile.
 All'uscita, in piazza, c'erano anche i ragazzi della Squadra Ecologica che hanno animato per tutto il pomeriggio la vigilia, con Babbo Natale a cui affidare le letterine e poi la consegna dei regali; offrivano anche qualcosa di caldo da bere e qualche dolce da gustare, sempre bravi loro e uniti, altro ottimo esempio da seguire.
 Natale, un rito, un appuntamento imperdibile, un'occasione di scambi di opinioni, il solito momento in famiglia di cui si farebbe volentieri a meno... Chissà, ognuno di noi, quanto potrebbe confessare in proposito, per i bambini l'attesa dei regali, per i grandi magari la pesantezza, non solo fisica e digestiva.
 Che si proceda, con calma e regolarità e che il Cielo ci aiuti.
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sabato 23 dicembre 2017

COSA MANCA DA COMPRARE

 Ultime ore pre-natalizie, regali pianificati da tempo, a me piace studiare un po' la situazione per donare un oggetto ricercato, utile o desiderato, non a caso, altrimenti sarebbe uno dei tanti per uno dei tanti.
 Comunque è quasi andata, siamo agli sgoccioli, anche perché le donne tutto domani staranno ai fornelli a preparare ogni minimo dettaglio per accontentare ogni commensale, che poi è un caro e quindi di casa, familiare, che conosce bene, che gusta e apprezza fin all'ultima scarpetta ogni piatto.
 I regali, dicevo, quest'anno sono quasi completati, tutti acquistati a chilometro zero, per aiutare un poco, nel mio piccolo l'economia del paesello mio, che sa offrire tanto, di tutto, dal biologico al tradizionale, dall'enogastronomico all'artigianale, dal dolce al salato, dal piccolo oggetto al grande piumone, ma...
 Per quest'anno non ho acquistato libri da mettere sotto l'albero per il 25, almeno, perché al paesello mio appunto non esiste, non c'è, non vive nessuna libreria propriamente detta: di solito, lo confesso, prenotiamo via internet, in quell'enorme negozio virtuale che da qualche tempo sta subendo tanti attacchi per varie questioni. Non sono andata neanche a spulciare le offerte del centro commerciale, un po' per mancanza di tempo un po' per mancanza di voglia di essere inghiottita dalla folla, situazione che proprio non mi allettava.
 Ecco, non ci saranno libri, un po' colpa mia un po' colpa delle stelle.
 E se manifesto ai miei cari il desiderio di impegnarmi nell'organizzazione di una caffetteria/libreria, mi guadano schifati e scuotono la testa, mi tarpano le ali, bloccano i miei sogni d'autore da intervistare. La cultura sembra che non paghi, dalle nostre parti, peccato.

IL MUSICAL NATALIZIO

 L'appuntamento é di quelli importanti, quando si tratta di promesse poi non si può proprio sbagliare: si va a Fabrica di Roma, a teatro. Per me e per i miei piccoli accompagnatori è la prima volta al Teatro Palarte: grande capannone vicino al centro storico, su un unico livello, sedie/poltroncine rosse comode e un palco rialzato chiuso da un tendone rosso velluto. Arriviamo con un certo anticipo, per accaparrarci i posti migliori, per vedere bene: appena si schiude il palco cala il silenzio tra i piccoli spettatori che,concentrati sui personaggi che danzano e ballano, non perdono una virgola.
 Il palco non presenta scenografia, solo teli alle spalle: le luci colorate e gli effetti sonori contribuiscono a costruire la vicenda, ben nota a tutti, ma comunque "sofferta", tanto che il mio pargolo alle battute fallaci del principe Hans nei confronti di Elsa comincia a urlare bugiardo, senza vergogna!
 Lo spettacolo dura circa un'ora, poi la presentazione di tutti gli attori/ballerini della Compagnia dei Sogni dai più piccoli ai grandi e naturalmente la prima ballerina raccoglie un'ovazione; poi i protagonisti scendono a livello del pubblico per i saluti e le foto per le bambine preziose.
 Bello il Natale, si torna bambini, si apprezzano i momenti di fantasia, si crede ancora che il mondo possa migliorare perché i buoni prevalgono sempre sui cattivi e il ghiaccio si scioglie.

http://www.tusciaup.com/il-palarte-di-fabrica-di-roma-diventa-il-regno-di-frozen/96292



venerdì 22 dicembre 2017

BIBLIO-GIOCHIAMO A TOMBOLA

 Pomeriggio prenatalizio, in biblioteca, con tanti amichetti, di ogni età, dalla materna alle medie, si può.
 Dunque l'occasione ghiotta fornita dalle persone che lavorano in biblioteca, appunto: una tombolata, con libri come premi, in più pacchetticon giochini per i meno fortunati e merenda finale. Ecco, in poche parole quanto organizzato dalle ragazze con la partecipazione straordinaria di Gigi Natale all'estrazione, Pierluigi negli altri giorni, di lavoro.
 Prima del gioco un felice incontro con Luisa e la lettura ad alta voce, questa volta anche animata con i burattini del teatrino e le storie inventate passo passo dai bimbi con il suo aiuto.
 Ci si diverte, con la cartella dei personaggi dei cartoni da cui depennare i numeri estratti: unica regola, non si può vincere più di un premio, in caso contrario si devolve, si passa il premio ad altro partecipante, così per accontentare tutti e rimanere con un bel sorriso stampato tra le guanciotte.
 Dopo tanto sforzo e concentrazione, una merenda non può mancare, mai, natalizia ovvio; gradita e spazzolata, naturalmente.
Bene, molto bene: un'ottima partecipazione, calorosa, soddisfatta e quando gli eventi raccolgono pareri favorevoli si viene ripagati dello sforzo, dell'impegno, della paura di non saper accontentare il pubblico, invece...

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