Il giorno di Santo Stefano comincia sotto un cielo plumbeo, carico, che minaccia pioggia: si esce con l'ombrellino - non si sa mai.
L'appuntamento è sulla piazza centrale, ci si ritrova in tanti: tutti gli altri mi sembrano in forma tonici, muscoli tirati e polpacci scolpiti, siamo in pochi - gli sfigati oppressi dalla ciccia, non solo causa natalizia - comunque ognuno nella sua categoria pronto a competere, gareggiare, correre o camminare, smaltire quel poco che sia possibile; i nostri cari amici, loro sì atletici sono già proiettati alla competizione.
Comunque, con notevole precisione, si dà il via con uno sparo e partono i professionisti dei chilometri, i corridori navigati e allenati; devo però essermi distratta in qualche modo perché ho atteso invano uno segnale per il via della passeggiata denoantri, la categoria massima a cui posso aspirare io, sì insomma non ho afferrato il momento in cui potevo cominciare anch'io il mio giro lento, rimanendo lí in attesa. Allora ho aspettato la fine della prova maggiore e in compagnia di mia sorella mi sono avventurata in un massacrante giro su circuito cittadino, incurante del freddo e del vento sferzante.
Naturalmente bravi gli organizzatori e i miei complimenti a chi possiede la costanza dell'allenamento e della competizione.
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