Per questo fine settimana appena trascorso hanno organizzato una colletta alimentare in un grande supermercato paesano, a favore di una famiglia anonima bisognosa, in ristrettezze, in difficoltà, sull'orlo di una crisi alimentare, che non ha di che sfamare i piccoli angeli. Assurdo, che ancora accadano questi fatti, che così vicino a noi si palesino queste tristi realtà, quando invece - viziati noi - possiamo buttare fior fiori di avanzi, umido sempre presente. I bambini non dovrebbero conoscere la povertà, la dispensa e il frigo vuoti, specie ora in prossimità delle feste, quando lo spreco e lo sperpero sono ancora più consistenti nelle famiglie normali.
Pubblicità martellante, cataloghi di giochi, buoni spesa troppo invitanti per rinunciare ai desideri dei pargoli, alcuni viziati e insoddisfatti, senza un vero desiderio; dall'altra parte bimbi rassegnati, che non hanno il minimo figuriamoci i giochi natalizi.
Per non parlare di abiti e biancheria, sostituiti secondo la moda e non secondo il bisogno o la vera necessità, nonostante si deprechi la crisi e la mancanza di lavoro. E i giochi elettronici e tecnologici, una inspiegabile corsa all'accaparramento, causa poi di instabilità familiare, dipendenza e ricorso magari a qualche esperto della psiche.
Priviamoci del nostro quotidiano superfluo, del gioco che gira per casa senza impiego, del capo d'abbigliamento che più non soddisfa lo specchio, ma soprattutto quando apriremo bocca per dar fiato alla nostra insoddisfazione ricordiamo che ci sono persone che mangiano, si vestono, si coprono grazie alla nostra mano protesa verso di loro, alla nostra rinuncia e al nostro contributo in denaro speso per loro.
Poveri in riva al mare di Picasso.
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