Bagnaia, su invito di cari amici, allenati alla montagna.
Ci si inerpica dietro Villa Lante, bisogna costeggiare il muro storico caduto e puntellato e salire per una via asfaltata finché ci sono abitazioni a destra e a sinistra, per pii lasciare il passo allo sterrato, ci si inoltra nel fitto bosco per uno stretto sentiero che cade giù.
Un pomeriggio di tempo capriccioso, caldo ma spruzzato di gocce di pioggia birichina e cielo coperto di nuvole, il verde della Palanzana davanti a noi, il grigio chiazzato di muschio dei massi negli spazi aperti.
Strigoli ed erbette spontanee più o meno profumate con il timo, fiori di ogni colore e sfumatura, l'intenso profumo del sottobosco, il fruscio delle foglie secche di quercia calpestate sul nostro cammino, la pioggia che colpisce il fogliame a grosse gocce, raggi del sole che fa capolino dalle minacciose nubi.
Si cammina di gran lena, gli altri, io un po' meno: chiacchiero, mi confronto, racconto, fotografo, cerco volti umani nelle rocce vulcaniche che ci si parano davanti, in fondo è una passeggiata domenicale.
Verde intorno, qualche persona che ha avuto la nostra stessa idea con cane al seguito, bimbi felici di sgranchirsi le gambe e porre a raffica domande su qualsiasi movimento acchiappi la loro fantasia, consistenza, punto cardinale, mappa, soffio di vento e rudere.
Finalmente una passeggiata, liberi nel rispetto delle regole dell'ambiente, della convivenza civile, degli altri camminatori.
Un pezzo di bosco a noi tanto sconosciuto quanto vicino a casa, un giro ad anello di circa novanta minuti, impegnativo se consideriamo che non ci sono appoggi o appigli, per chi ama camminare, ma anche sfidare la bici, da affrontare con qualcuno che conosca la zona.
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