Siamo a Viterbo, al corso di greco con la professoressa Palombi e ci piace crogiolarci con temi verbali, radici e infissi, grammaticali.
Coniugazione in omega, ma poi sopraggiungono le labiali, con un pizzico gutturale e jod cade, lasciando tutti aspirati, sottoscritti e dubbiosi sul raddoppiamento.
A volte capita di perdersi in un verso giambico tra una battuta pergiove e uno scudo abbandonato, povere donne che non potevano dedicarsi all'istruzione, per fortuna che poi è arrivata a noi Saffo a soffrire d'amore, gli uomini si spingono anche ad attaccare amici e sodali di simposio.
Il greco non puoi non amarlo, è in ogni frase dentro di noi, eretici o epicurei che coltiviamo l'arte della parola, del soffio vitale, dell'anima pura, tra la scienza epistemica e la doxa di bassa lega; ci innamoriamo di Achille in lacrime sulle rive del mare ed eleviamo inni a sprovvedute fanciulle che cadono nella rete di amanti senza scrupoli.
Per chi volesse ogni martedì l'anima si invola sul sacro Parnaso, mentre per fine novembre si preparano letture e citazioni che hanno attraversato secoli e nostoi.
Grazie.
Botero, RATTO DI EUROPA