Mi andava proprio sì, scrivere un pezzo, dedicarmi al mio blog che ultimamente ho trascurato un po'.
Quando sono impegnata con la scuola, quando sono intrecciata di volontariato, quando leggo e, non ultimo, quando vesto i panni di donna-angelo del focolare domestico mi capita di non "ragionare" per iscritto.
Ho condiviso giornalmente letture e uscite, ma certo non sono più assidua come quando non tenevo lavoro, quando cercavo la fama mediatica, quando credevo che fossi vicina vicinissima al Premio del Paesello, quando incubavo il mio libello.
Illusioni belle e buone: ancora mi tocca pedalare, non sono abbastanza famosa o adatta a ritirare premi. E poi spesso ho cercato tramite articoli di ingraziarmi parenti strette e strette amiche, forse credendo di poterle così conquistare. Sempre per il solito discorso dell'inadeguatezza, del non essere capita, ma esclusa e sottovalutata.
Invece urge reinventarsi, sbloccarsi, arieggiare il cervello: scrivere e dedicarmi ad ogni attività che mi permetta di stare bene, lettura, ascolto di buona musica, camminata. Non devo cercare l'approvazione delle altre, non devo sentirmi inferiore a chi non mi si fila, posso dialogare confidarmi sostenermi a chi mi dimostra solidarietà e affetto.
Ho letto a tal proposito un paio di ottimi libri, ora finita la testimonianza della Maraini ho intenzione di formarmi per supportare i miei ragazzi, ne hanno veramente bisogno, per l'autostima e il coraggio di credere in sé stessi.
Sarò in grado di portare a termine tutte queste buone intenzioni? Di certo la prima a crederci devo essere io, difficile che l'aiuto venga dall'esterno se non si è convinti in prima persona del proprio valore.
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