Cinque, Cinzia da Ischia Martina da Ronciglione Donatella da Graffignano Michela da Bolsena e la sottoscritta frequentanti il glorioso Buratti di Viterbo nel quinquennio 1989/1994. Esattamente a trent'anni dal diploma abbiamo cercato di riunire la classe per festeggiare un traguardo importante senza falsi sorrisi o improbabili complimenti di circostanza.
Punto di ritrovo Viterbo, ognuna dall'attuale situazione familiare è arrivata carica di emozione: più o meno i rapporti sono rimasti, nel tempo ci siamo riviste o cercate o invitate. Michela invece è stata proprio un salto indietro, ma senza barriera temporale: uguale, solo che adesso è lei che insegna latino ed Italo al liceo.
Chi ha continuato la strada classica dunque, chi ha affiancato il padre nell'impresa familiare, chi ha sconvolto sempre i piani prestabiliti e chi viaggia pendolare per un lavoro che adora: eccole lì le mie compagne di classe.
Sono un'inguaribile romantica in questo, i legami non si sciolgono e possibilmente si rinforzano: non nostalgica ma empatica e solidale.
Prima Cinzia ci ha offerto un aperitivo di bollicine arancione non alcolico, giusto per accompagnare sfizi salati, poi un pranzo senza pretese stellari e prenotazione, poi il caffè da parte di Martina, all'altro capo della salita.
Passiamo in rassegna tutti i compagni e i professori, ci aggiorniamo sullo stato di famiglia, parliamo di feste paesane e possibili altri incontri: i figli sono la prima grande preoccupazione, che siano infanti o adolescenti, poco cambia, poi i compagni di vita e i genitori ormai anziani. E pure qualche pettegolezzo ci sta...
Trent'anni dalla terza liceo, dalla matematica che "non sarà mai il mio mestiere", dal professore di Storia più bravo, dalla compagna non ammessa agli esami, dai racconti delle prime volte...
Rivedersi ha un sapore speciale.
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