Oggi ho assegnato un tema in classe, il cui titolo suonava più o meno "Descrivi il tuo adulto di riferimento, motivando la scelta".
Qualche conferma e qualche delusione, se così posso affermare: sono bambini di dodici anni, teniamolo in conto, sono curiosi e intelligenti, dotati di strumenti che noi adulti ancora non sappiamo ben manovrare, ma sono comunque pre-adolescenti, che appena si affacciano alla vita.
Genitori, in stragrande maggioranza la madre, come poteva essere altrimenti? La mamma è sempre la mamma, anche se strilla, ordina, comanda, controlla... Poi il padre, stanco del lavoro, arrabbiato e preoccupato, che trova un po' di tempo per giocare alla play e tifare a bordo campo.
I figli ci guardano, ci scrutano, ci soppesano e cercano di capire perché teniamo quell'espressione corrucciata, e pensierosa, perché elargiamo consigli di vita per non ripetere i nostri sbagli e percorrere altre strade.
E i nonni e gli zii? Ci sono, sono presenti e coccolosi, pronti a difendere, viziare e cullare, anche contro le disposizioni materne.
Bene.
Non compaiono insegnanti né educatori come maestri di arti o allenatori sportivi, non ancora almeno.
Che pensare?
Se guardo indietro e rivedo me studentessa di elementari e medie, intanto mi prende una grande tenerezza, mi si stringe il cuore per la mia maestra Maria Teresa, poi vedo la mia insegnante di italiano, lì alla cattedra, ferrea e meravigliosa, così come vedo le mie insegnanti del Liceo.
Adulti di riferimento, che hanno forgiato un bel pezzo del mio carattere, che mi hanno influenzata nelle scelte di vita, che mi hanno inquadrata sul binario che ora percorro, tutte le mattina alle prime luci del giorno.
Riflessione: sarò capace di lasciare qualcosa in loro? Sarò abbastanza in gamba da essere ricordata? Potrò influire sulle scelte tattiche dei miei alunni?
E voi che state leggendo, a chi pensate come punto di riferimento?
Eugène Delacroix, La libertà che guida il popolo (La Liberté guidant le peuple), 1830, olio su tela, cm 260 × 325. Parigi, Museo del Louvre
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