Siamo stati saggiati, valutati, esaminati: esempi di lavoro di "programmazione" di organizzazione per traguardi e competenze.
Dopo vari incontri per elaborare il documento, oggi pomeriggio Massimo Angeloni in presenza e da remoto ci ha aiutati a guardare il nostro lavoro da un nuovo punto di vista, a considerare il nostro obiettivo per agire di conseguenza.
Compito di realtà, far ragionare i ragazzi, presentare un problema da risolvere con l'aiuto del gruppo classe, ma soprattutto con il coinvolgimento di chi parte svantaggiato.
Non solo chi ha strumenti e strumentazioni adatti, chi ha una famiglia d'appoggio, bisogna puntare i nostri sforzi su chi difficilmente si integra, chi ha problemi di lingua, chi si trova "spaesato" e rischia di abbandonare.
Innanzi tutto autovalutazione del discente, con indicatori e descrittori chiari e coerenti, non basta trasmettere i contenuti perché i ragazzi devono incuriosirsi, desiderare apprendere e trovare risposte ai propri bisogni.
Le esperienze arricchiscono, si tratta di lavorare in sintonia, di squadra, in modo che si sviluppi un fare consapevole e si esaltino i punti forti, meglio ancora se si fa leva sull'affetto, sulla vicinanza e familiarità di quanto appreso.
Un ottimo incontro di scambio di opinioni, con un impulso a collaborare per discipline e campi di esperienza, a guardare ogni competenza sviluppata grazie a più insegnanti.
Per parte mia ho trovato stimolante lo spunto della biblioteca scolastica, di un paio di progetti da poter sviluppare tra classico e moderno, pagine scritte e messaggi multimediali, video racconti e presentazioni virtuali.
Però tutti d'accordo ad utilizzare terminologia di lingua italiana, tecniche e metodologie moderne che richiamano il passato recente, come dice la professoressa Baldoffei che ha visto trent'anni e passa di giovani, dalla lezione frontale al palcoscenico, la scuola è un mondo meraviglioso. Anche vintage.
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