Una strana sensazione ieri passando in piazza, per la piazza principale del Paesello mio, quando ho visto il mazzo di fiori alla colonnina a ricordare il fatto di cronaca, così si dice, accaduto esattamente una settimana prima. E quella che sarebbe la normalità, la storia quotidiana lenta e fluida della vita di ognuno cambia. Cambia la percezione di folla gioiosa, di incontri e scambi di battute e novità, cambia la sensazione di protezione e pericolo: un brutto incidente, una coincidenza terribile, uno stare all'erta continuo.
Come un soffio di vento cambia la vita, si stravolge la vita e quello che era non è più.
Naturalmente, il pensiero e la preghiera di noi tutti vanno alle persone e famiglie coinvolte devastate dal dolore, ai figli sempre bisognosi di una guida e di un esempio da seguire, agli amici sgomenti, come tutta la nostra piccola comunità.
Resta lo strazio, il continuo pensiero a come ci si sarebbe potuti muovere, intervenire, portare soccorso per evitare la fatalità. Già la fatalità, il Fato, il Destino, il Karma, il percorso delle Stelle, il Volere Divino, il cammino.
E ancora una volta rimuginiamo sull'esistenza di un Dio impietoso, che ha permesso tanto dolore, tale perdita, l'aver strappato una madre, una sorella, un'amica a chi aveva già tanto sofferto.
Su navi per mari
Che, io lo so
No, no, non esistono più
Con te io li vivrò
Sogno all'orizzonte
E mancan le parole
E io sì lo so
Che sei con me, con me
Tu mia luna, tu sei qui con me
Mio sole tu sei qui con me
Con me, con me, con me
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