È vero stento a prendere il volo, non trovo lo slancio, arranco nella realtà a terra che mi tiene per le gambe e non mi allontano come spesso mi capitava da bambina. Vengono a salvarmi sempre gli albi illustrati delle letture ad alta voce e gli scaffali della Biblioteca Comunale.
Ho perso i sogni, i desideri, le aspirazioni, le aspettative? Desideravo tanto scrivere, vedere riconosciuta questa mia capacità; il libello seppure accolto con interesse non è stato quella rivelazione che ha scosso le persone. Tengo ancora da parte copie che mi sono state chieste, prenotate e mai ritirate.
Ho sempre cercato l'approvazione degli altri, segno di insicurezza certamente, nel vicinato, in classe, ai giardinetti, nel parentato.
Brutto anatroccolo, dal corpo sgraziato, ho sempre puntato sulla simpatia perché trovare amici con le stesse passioni e interessi comunicanti in età adolescenziale è veramente difficile, specie se si vive in una piccola realtà, se si vuole essere accettati nel gruppo senza dare troppo nell'occhio, se si sceglie una scuola superiore che assorbe ogni tua forza quotidiana per cinque anni.
Ho voluto fortemente una famiglia numerosa, che non è proprio una passeggiata nel tempo e nello spazio: regole, studio, convivenza, economia, futuro, scelte importanti...
Quando la sera, a fine giornata, tiro le somme mi rendo conto che non posso programmare i viaggi che vorrei, non sono vestita come si conviene, non ho mantenuto quel maledetto peso forma, non sono circondata dall'affetto di alcune persone su cui contavo... un piccolo magone mi viene, non lo nego, specialmente per certe "amiche".
Magari è una nuvola passeggera e domani tutto cambierà...
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